Wired Next Cinema, pillole di futuro

Bilancio positivo per la sezione parallela al Festival di Roma dedicata ai nuovi linguaggi dell'audiovisivo e ospitata dal Maxxi


Il cinema del futuro è passato da Roma grazie a Wired Next Cinema, la sezione parallela al Festival dedicata ai nuovi linguaggi dell’audiovisivo e alle evoluzioni dell’estetica e dei consumi al tempo del web. Senza distinzioni di genere, durata o formato. La rassegna è stata l’occasione per esplorare il formato breve del video, che si sta affermando in rete come nuova modalità di racconto scaturito dalla necessità di condividere e come risposta alla sovrabbondanza di informazioni online. Spunti interessanti dal contest dedicato ai video sotto i 15 secondi, gli “ultracorti”, e dall’incontro con Olimpia Zagnoli, nota illustratrice il cui lavoro è tradurre concetti complessi di articoli o libri in un’unica immagine che sia al tempo stesso rappresentativa ed evocativa. “La creatività è la capacità di sintetizzare una moltitudine di input, ha spiegato. Soprattutto in un momento in cui i contenuti in rete sono infiniti, la chiave per esprimersi è fare una pulizia di tutti i riferimenti e le necessità espressive ed arrivare alla sintesi che contenga tutto”. 

Ma oltre alle nuove modalità espressive, Wired Next Cinema ha voluto indagare anche i percorsi alternativi per arrivare all’industria tradizionale. Quelli, ad esempio, che stanno percorrendo tre star del web – Maccio Capatonda, The Pills e The Jackal – che esordiranno tutti presto sul grande schermo. Seguitissimi, soprattutto dal pubblico dei più giovani, gli incontri con i divi dell’online che si sono raccontati e confrontati con il cinema tradizionale. Come i The Pills, che nell’incontro con Enrico Vanzina, che li considera gli eredi della commedia all’italiana, hanno rivelato di aver iniziato a fare sitcom per il web che li rappresentassero nel momento in cui si sono accorti che non riuscivano più a ridere delle cose prodotte attualmente in Italia. Perché “la comicità deve seguire il tempo, altrimenti perde la sua carica”. Questo succede, ha commentato Vanzina, quando un autore si avventura in un territorio che non conosce. Le opere perdono di sincerità. “C’è un momento in cui l’autore diventa autoreferenziale, si accontenta di fare le cose che sa fare bene o cerca di scimmiottare un mondo che conosce poco. Quando ci si sente troppo padroni del pubblico allora forse si smette di fare cose interessanti”.

E sicuramente interessante è la serie comica per il web, campione di ascolti, Gli effetti di Gomorra sulla gente. Realizzata dai The Jackal che al festival si sono confrontati con l’interprete di Gomorra- La serie Salvatore Esposito, guest star anche in uno degli episodi web (nell’ultimo, appena pubblicato, compare a sorpresa Roberto Saviano), che ha spiegato al pubblico la sua partecipazione al progetto: “Ho voluto rendere omaggio a una serie cult togliendogli quella pesantezza che la stampa o i critici gli avevano attribuito. Con la leggerezza che ogni attore dovrebbe sempre avere. Il prendersi troppo sul serio nella vita, come sul set, non porta mai a nulla”. Campioni nel realizzare video virali (sono loro le serie Gay ingenui, Lost in Google e i video con bambini alle prese con la rivelazione “Babbo Natale non esiste”), i The Jackal si confrontano spesso con le reazioni sconnesse del pubblico sui social network, che a volte sono aggressive e spesso stereotipate. “Se in un video affronti un argomento sensibile da parte delle persone c’è paura, è come se avvertissero una minaccia senza sapere da dove viene. La critica a quel punto viene avvertita come un dovere, quasi una missione, e va avanti per stereotipi assoluti, è tutto bianco o nero”. Ma spesso si trovano anche a fare i conti con l’industria audiovisiva tradizionale che fatica a dare vero spazio e libertà creativa alle novità. Una difficoltà che ha lamentato anche Maccio Capatonda, in sala a marzo con il suo film d’esordio L’italiano medio e da diverse stagioni su MTV con la serie Mario. “Le reti tradizionali non hanno mai preso in considerazione i nostri prodotti, se non come pillole inserite in contenitori tradizionali. Così non verrà mai fuori nulla di nuovo”.

E proprio la ricerca dell’innovazione è stato il filo conduttore di tutti gli appuntamenti di Wired Next Cinema che, in continuità con le passate esperienze di Extra e CinemaXXI, ha indagato le anime non convenzionali del cinema, gettando uno sguardo al futuro del settore attraverso l’analisi delle pratiche espressive e dei cantieri della creatività contemporanea.

Carmen Diotaiuti
27 Ottobre 2014

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