Lost in Belluscone secondo Travaglio

Il giornalista, insieme al critico Morreale, ha presentato al TFF scene inedite e tagli di 'Belluscone. Una storia siciliana' di Maresco, che fanno parte degli extra del dvd in uscita il 2 dicembre


TORINO. Anche questa volta, come avvenuto a Venezia, il regista Franco Maresco non c’è. A rappresentarlo, con precise indicazioni di scena, è il critico siciliano e conservatore della Cineteca nazionale Emiliano Morreale che, in dialogo con il giornalista Marco Travaglio, ha presentato una selezione di scene inedite e tagli di montaggio di Belluscone. Una storia siciliana, premio speciale della Giuria a Venezia. L’evento fa da prologo all’uscita del film in dvd e blu-ray, disponibili dal 2 dicembre con Mustang Entertainment, distribuzione CG Home Video.

Gli extra dell’edizione home video sono composti sette contenuti speciali (durata 56 minuti imperdibili) così suddivisi: “Come lui vede il mondo”, il mondo secondo Ciccio Mira; “L’imprevisto”, la versione ‘integrale’ dell’intervista a Marcello Dell’Utri; “Neomelodici”, sul palco e dietro le quinte per cercare di capire di cosa parliamo quando parliamo di neomelodici; “I venti miliardi”, tra materiali d’archivio, interviste e testimonianze (anche del collaboratore di giustizia Gaspare Mutolo), un viaggio alle origini della fortuna economica di Silvio Berlusconi; Noi e le donne, i fratelli La Vecchia si raccontano; “Sei un carabiniere!”, ma se qualcuno le dicesse: ‘Sei un carabiniere’, lei come reagirebbe?; “Vorrei conoscere Berlusconi”, la hit di Erik.

“La storia del film di Maresco è quella del sottoproletariato palermitano, rigorosamente filomafioso e berlusconiano (ma chissà che non stia diventando renziano – scriveva Travaglio sul ‘fatto quotidiano’ durante la Mostra veneziana – Il film non è un film su Brancaccio, e nemmeno su Palermo, e neppure sulla Sicilia: ma sull’Italia”. E oggi il giornalista, nei giorno del crollo della partecipazione al voto regionale con il premier che commenta l’astensione “come un problema secondario”, cambierebbe il titolo del film in Renzuscone. “In fondo come mostra il film c’è sempre un elettorato che è pronto sostenere l’uomo solo al comando, prima Silvio e ora Matteo a cui non interessa un elettorato consapevole e informato”.

Negli extra l’impresario musicale Ciccio Mira, che peraltro rivela una gran bella voce intonata, ribadisce la sua solidarietà ai “ragazzi ospiti dello Stato” cioè in carcere per fatti di mafia, e l’impossibilità a promuovere un concerto per i caduti di mafia nel quartiere Brancaccio: “Qui mi cacciano”. Spassosissima poi la conversazione con i tre fratelli La Vecchia, frustrati e desideranti, sulla sessualità e sul loro rapporto sfortunato con le donne perché “mentre loro sono a pane e olive, Berlusconi copula”. C’è anche il tempo per una richiesta ormai datata da parte del fratello di poche parole: “Silvio fammi partecipare al Grande Fratello”.
Alla fine questi extra confermano come forte in Belluscone sia l’intreccio tra il grottesco e il realistico fino a fondersi, un film, come sottolinea Morreale, profondamente malinconico e cupo, fatto di frammenti e costruito in maniera jazzistica. 

Stefano Stefanutto Rosa
24 Novembre 2014

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