MARCO FILIBERTI


Un tipico pubblico berlinese commosso e partecipe ha accolto l’ultimo italiano del festival: Poco più di un anno fa. Opera prima del 32enne Marco Filiberti, ha un sottotitolo assai più esplicito, Diario di un pornodivo. E infatti, come Fassbinder o Rosa Von Praunheim, il giovane cineasta costruisce un melodramma gay sulla biografia di una star dell’hard. Quasi una versione maschile e omosessuale di Moana, compresa l’estrazione alto-borghese (in questo caso addirittura aristocratica).
Presentato a Panorama, il film uscirà in Italia il 7 marzo distribuito dalla Lantia e vietato ai minori di 14 anni. E’ prodotto dalla Campinella e da Corsaro Productions, ha un cast ricchissimo di presenze, da Urbano Barberini e Rosalinda Celentano, a Francesca D’Aloja e Alessandra Acciai, da Erica Blanc a Luigi Diberti. Ma il protagonista assoluto è proprio Marco Filiberti, che si è calato nel ruolo di Riki Kandinsky con coraggioso esibizionismo.

VIDEOINTERVISTA
Rosalinda Celentano:
Poco più di un anno fa

Il film è dichiaratamente un mèlo.
Non ho mai pensato di fare un film realista, semmai una favola. Il melodramma – e in particolare l’opera lirica che amo moltissimo – ha la forza di rendere paradigmatici gli stati d’animo e popolari i temi affrontati.

Ti sei ispirato a qualche personaggio reale?
Un po’ a Moana Pozzi. L’ho incontrata tre volte ed è rimasta un’immagine che non riuscivo a togliermi dalla testa. Aveva una grande dignità e fierezza, una dignità che ho cercato di dare al mio personaggio. Vedo Riki come un cavaliere medievale.

Conosci il mondo dell’hard?
Ho conosciuto attori e registi porno. Sono sorprendenti. Un ragazzo americano, finito il film, andava a fare volontariato con gli anziani con la stessa semplicità e disinvoltura.

Hai pensato a Rocco Siffredi per un ruolo?
Sì, ma mi ha chiesto una cifra impossibile per una piccola apparizione.

E’ stato difficile produrre il film?
Difficilissimo. In Italia l’impresa del primo film è titanica, ma un’opera prima su un pornodivo gay era addirittura disperata. I rifiuti sono stati scottanti, tra cui quello della Rai. Per fortuna ho trovato finanziatori privati entusiasti.

Riki Kandisnky vorrebbe adottare un bambino, che gli viene rifiutato dal giudice. Volevi anche lanciare un appello a favore delle famiglie gay?
Siamo l’unico paese in Europa che discrimina le coppie di fatto. Bisognerebbe riflettere.

Che pubblico speri di raggiungere?
Vorrei un pubblico senza preconcetti: questo non è un film gay e neppure trasgressivo.

Qualche modello?
Mi piace Eva contro Eva e Improvvisamente l’estate scorsa. Poi amo Verdi: Don Carlos e Otello.

Prossimo progetto.
Un’altra storia estrema, quella di una specie di Paul Getty che eredita un impero industriale e cerca di trovare un modello di capitalismo compatibile con i bisogni del pianeta. La sfida, oggi, è tra chi sta dalla parte del mondo e chi sta contro.

Scommetto che sarai tu il protagonista…

Cristiana Paternò
14 Febbraio 2003

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