La nostra quarantena evento speciale a Pesaro

Il film di Peter Marcias, distribuito da Istituto Luce Cinecittà, sarà presentato in anteprima alla 50 + 1 Mostra di Pesaro in programma dal 20 al 27 giugno


Una storia calata nel presente che parla di diritti negati e solidarietà, lavoro e giovani di fronte a un futuro incerto. Così Peter Marcias definisce La nostra quarantena, il suo film distribuito da Istituto Luce Cinecittà che sarà presentato alla 50 + 1 Mostra di Pesaro come evento speciale sabato 27 giugno. 


Il film di Marcias, regista di Oristano già autore di storie calate nella realtà sarda come I bambini della sua vita e Dimmi che destino avrò, parte da Cagliari, nel maggio del 2013, da una storia vera. Quindici lavoratori marocchini entrano in sciopero per difendere il loro lavoro. Decidono di rinunciare alla propria libertà, restando sulla nave ancorata in porto, nella speranza di recuperare i salari arretrati. Ci restano per lunghi mesi senza stipendio. Arriva il Ramadam e loro lo rispettano in quella casa temporanea dove mangiano e dormono grazie all’aiuto di molti. Maria (Francesca Neri) è una docente dell’università di Roma che affida a un suo studente, Salvatore (Moisè Curia) una ricerca su questa vicenda. Sospeso tra precarietà e smarrimento, il ragazzo avverte un senso di confusione che lo spinge a voler lasciare l’Italia, almeno a immaginare di farlo. L’emigrazione è un altro dei temi del film. Emigrano i nordafricani verso l’Europa ma anche i giovani italiani in cerca di prospettive che non ci sono. 

Racconta Marcias, che ha una solida esperienza di documentarista: “Sono partito da un fatto di cronaca, quello della nave Kenza sotto sequestro per mesi. Ma il film, sviluppandosi da questo episodio, sposta l’attenzione sul personaggio dello studente. Come può un giovane che presto dovrà cercare un’occupazione, addentrarsi sul terreno complesso e spinoso dei diritti del lavoro. Così gettiamo uno sguardo su un paese immobile che nello stesso tempo è porto di migrazioni”.

Nella narrazione sono presenti anche i marinai barricati sulla nave, che hanno potuto lavarsi e mangiare grazie alla solidarietà di tanti, dall’autorità portuale agli ormeggiatori, fino ai privati cittadini, che hanno dato una mano. Uno degli uomini in quarantena sintetizza bene il senso di questa protesta per la dignità: “Il lavoro è tutto. Se una persona non lavora è come dire ‘non sei nessuno’. Il lavoro ti rende uomo. E’ dove realizzi la tua forza. Immagina una persona grande e grossa come un cammello che va a chiedere l’elemosina agli altri”. 

Oltre che con La nostra quarantena, il Luce è al festival di Pesaro, che si svolgerà dal 20 al 27 giugno, con sette opere prime italiane inserite nell’Evento speciale dedicato agli esordi degli anni ’10 del Duemila (2010-2015). Si tratta di Piccola patria (2013) di Alessandro Rossetto, Et in terra pax (2010) di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, Sette opere di misericordia (2011) di Gianluca e Massimiliano De Serio, I primi della lista (2011) di Roan Johnson, Corpo celeste (2011) di Alice Rohrwacher, L’intervallo (2012) di Leonardo di Costanzo e La città ideale (2012) di Luigi Lo Cascio. 

Cr. P.
04 Giugno 2015

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