100Autori: ecco come “rinfrescare” la Rai

Si è tenuta alla Casa del Cinema la presentazione di una proposta dei 100Autori alla Rai per riconfigurarne l’assetto l'assetto e ridistribuirne le risorse valorizzando i talenti, i nuovi linguag


Si è tenuta alla Casa del Cinema la presentazione di una proposta dei 100Autori alla Rai per riconfigurarne l’assetto l’assetto e ridistribuirne le risorse valorizzando i talenti, i nuovi linguaggi e il ruolo di autori e produttori. Tra le direttive principali la riorganizzazione editoriale e industriale della produzione di fiction, documentario, animazione e contenuti per il Web, in vista della riforma dell’azienda pubblica. “Molti di noi devono parte della loro crescita artistica ed economica alla Rai, quindi non siamo qui per criticare ma per rispondere ad uno scenario in atto, a nuovi player, stili narrativi e al cambiamento del pubblico”, ha spiegato lo sceneggiatore e regista Francesco Bruni presidente dell’associazione, oggi nell’incontro di cui è stato protagonista insieme al coordinatore nazionale dell’associazione, Andrea Purgatori. “Diciamo – continua Bruni – che siamo come un figlio che consiglia vivamente a sua madre di dare una rinfrescata alle pareti di casa, con l’amore di chi in quella casa ci è cresciuto”.  

Tra i punti delle proposte c’è l’idea di diversificare l’impegno della produzione in 4 direzioni editoriali autonome ma in costante dialogo: una commissione generalista dalla diffusione di prodotto destinato prioritariamente ad un pubblico domestico; una commissione di produrre contenuti a vocazione internazionale; una per sperimentare nuovi formati e linguaggi destinati al Web; e una per lo scouting, per il tutoraggio e debutto di nuovi autori e produttori. E poi l’introduzione di penali a carico dei broadcaster in caso di mancato adempimento delle quote obbligatorie di investimento e programmazione; budget adeguati per tutte le direzioni editoriali e una ridistribuzione della quota dei diritti per il produttore e gli autori, oltre a una ridefinizione del ruolo di questi ultimi che – dice Purgatori – “non devono essere solo dei portatori d’acqua ma essere coinvolti nelle decisioni importanti. E’ curioso che nella riforma della governance sia previsto un ruolo per tutti i gestori di contenuto tranne che per coloro che i contenuti li realizzano. Ci sono i dipendenti, ma non gli autori. Tra mille posti distribuiti uno agli autori andrebbe riservato”.  

E’ intervenuto rapidamente anche il regista Paolo Virzì: “Sono negato sulle questioni tecniche – ha detto – a malapena so cosa significhino ‘Governance’ e ‘Player’, ma il punto è che il sistema per come è attualmente favorisce non i produttori ma altri clienti e committenti, più o meno bravi, per carità, ma noi sentiamo l’esigenza di ricostruire un mercato in cui i produttori possano anche osare e tentare sfide nuove, insomma tornare a essere imprenditori e poi ricevere giustamente il frutto del loro investimento o anche la responsabilità del loro fallimento. Questo non si può fare, in tv, se ti impongono costantemente dei paletti, se devi usare necessariamente certi attori, se la trama deve essere pensata per rispiegare costantemente le basi allo spettatore che si sintonizza in quel momento. Eppure ora è il momento della tv, che spesso offre nuove forme di narrazione anche più audaci e spettacolari del cinema”.      

Andrea Guglielmino
30 Luglio 2015

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