Banat, fuga in Romania alla ricerca della felicità

Edoardo Gabbriellini ed Elena Radonicich sono i protagonisti dell'opera prima Banat Il viaggio, storia d'amore inconsueta sulle note di Rosanna Fratello


VENEZIA – Rosanna Fratello e una sua hit anni ’80, Se t’amo t’amo in forma di karaoke… E’ il momento cult di Banat Il viaggio, l’opera prima di Adriano Valerio in concorso alla Settimana della Critica, la storica sezione dei critici che quest’anno festeggia il suo trentesimo anno. “Quel brano crea un corto circuito per i personaggi del film, lontani centinaia di chilometri dall’Italia” in un luogo remoto dove non sanno bene perché sono finiti. Ed è anche una dichiarazione d’amore indiretta e ironica, nello stile del film.

Si racconta una storia d’amore inconsueta, quella tra due persone totalmente sole e spaesate, l’agronomo Ivo (Edoardo Gabbriellini) e la giovane disoccupata Clara (Elena Radonicich). Si sono conosciuti per caso a Bari: lui era in partenza per la Romania, circondato dagli scatoloni, lei prendeva possesso dell’appartamento affittato dalla solerte padrona di casa Piera Degli Esposti. Tra i due è nata un complicità e poco dopo Clara ha deciso di raggiungerlo all’estero, in una sperduta regione agricola, il Banato.

Inconsueto è anche vedere la Romania non come terra d’origine di tanti migranti ma come un paese che, uscito faticosamente dalla dittatura, offre qualche opportunità, sia pure modesta, a un giovane italiano pieno di buona volontà. “L’idea mi è venuta – racconta il regista – quando un mio amico cinque o sei anni fa ha deciso di andare a lavorare laggiù in una ditta agricola. Me ne parlava in modo entusiasta in un periodo in cui in Italia ogni crimine veniva attribuito ai romeni come anni prima agli albanesi o ai marocchini”. Milanese, classe 1977, già autore di cortometraggi tra cui il premiato a Cannes 37°4s, da 12 anni residente in Francia, Valerio mette in scena dunque una nuova forma di emigrazione, quella di giovani italiani che rinunciano al nido per mettersi alla prova altrove. “Dopo i grandi esodi degli anni ’30 e ’50, gli italiani hanno ripreso a cercare la felicità professionale ed esistenziale in altri Paesi, non solo a Londra, Berlino e Parigi ma anche in luoghi più periferici, ne ho incontrati tanti on the road, in Bulgaria o Macedonia. Però, visto che parliamo di emigrazione, è importante chiarire che qui c’è una scelta, sia pure legata alla crisi, mentre l’esodo di chi arriva dalla Siria o dalla Libia è un esodo forzato”. E ancora: “In Italia c’era tradizionalmente un grande attaccamento alle radici, con il Pci, la Chiesa, la famiglia, il mito del posto fisso: tutte queste istituzioni, le shell institutions, oggi sono in crisi, viviamo nell’era delle compagnie low cost e dell’Erasmus. E poi c’è un dato personale, a me piace lo spaesamento, quella sensazione di quando sei lontano e non conosci neanche i nomi degli oggetti”.

Lo spaesamento di Ivo e Clara è evidente, sono ragazzi in fuga ma in qualche modo forti, capaci di rischiare. Lo conferma Elena Radonicich che ha regalato al personaggio anche la sua (vera) gravidanza: “Non era previsto, ha ma aggiunto coraggio a questa giovane donna che decide comunque di partire per raggiungere uno sconosciuto in una terra straniera. Lei e Ivo sono due persone libere che fanno della crisi un’opportunità”. E c’è tra loro una leggerezza inattesa, nonostante la cupezza delle atmosfere invernali (tra i punti di riferimento del regista Aki Kaurismaki e Dagur Kari oltre al Leone d’oro dell’anno scorso, lo svedese Roy Andersson). Ma il merito è anche della presenza di Edoardo Gabbriellini – non è al Lido perché sta girando la serie satirica di Sky Dov’è Mario? con Corrado Guzzanti – una scelta di cast non scontata per un personaggio che poteva essere un tenebroso tout court.

Inedita anche la formula produttiva, una coproduzione tra Italia, Romania, Bulgaria e Macedonia che si deve a Mario Mazzarotto ed Emanuele Nespeca con il supporto di Rai Cinema, del MiBACT e delle Film Commission pugliese e romana. Il film è stato selezionato in concorso a Busan e uscirà in Francia, mentre in Italia sta per chiudere un contratto di distribuzione. Intanto stasera si festeggia con Rosanna Fratello. Che qui alla Mostra ha ritrovato Giuliano Montaldo con cui girò Sacco e Vanzetti nel ’71. “Ho un ricordo bellissimo di quell’esperienza – ci ha detto la cantante – il cinema mi piaceva, ma il mio vero amore era la canzone”.
 

Cristiana Paternò
04 Settembre 2015

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