Leonardo Pieraccioni: basta Peter Pan

Esce il 7 dicembre con 01 in più di 500 copie Il Professor Cenerentolo, nuovo film di Leonardo Pieraccioni che arricchisce il variegato carnet di pellicole natalizie ricche di momenti comici e buoni s


Esce il 7 dicembre con 01 in più di 500 copie Il Professor Cenerentolo, nuovo film di Leonardo Pieraccioni che arricchisce il variegato carnet di pellicole natalizie ricche di momenti comici e buoni sentimenti (i cosidetti ‘post-cinepattoni’), in cui il comico toscano tenta di calarsi nei panni di un personaggio leggermente diverso dal suo solito ‘Peter Pan’: “Volevo provare una volta tanto ad essere disinvolto – dice – e non il solito ragazzone appeso a un pero che crede nella forza dell’amore.  Questo cambio di personaggio è un regalo che mi sono fatto per i miei cinquant’anni. Mi sono ispirato a un mio amico idraulico che ha sempre problemi con i pagamenti. Il lavoro vero, ormai, è diventato riscuotere. E quando uno fallisce e non è colpa sua allora si trova in difficoltà e può arrivare a soluzione estreme, come fa il mio personaggio, che rapina una banca e finisce in carcere. Mi intrigano questo genere di personaggi, le bande di disgraziati, come I soliti ignoti“. Il titolo viene dalla necessità del personaggio di rientrare in cella entro la mezzanotte.

Il film esce tra l’altro a vent’anni di distanza dal primo successo di Pieraccioni, I laureati. “A quell’epoca ero solo un ragazzo con in mano tanti cortometraggi realizzati con telecamere dalla definizione ridicola – ricorda Pieraccioni – il mio più grande desiderio era vedere un mio film in pellicola, ma una volta che era uscito a Firenze Sud e Firenze Nord pensavo cha la mia carriera fosse finita. E invece arrivai all’estero, che per noi significa Grosseto, Livorno, Lucca, fino all’apoteosi dell’Empire di Roma. Ero un cabarettista prestato al cinema e ogni volta mi dicevo ‘ora torno a casa’. Ma se il teatro è mia moglie, il cinema è diventato l’amante, con cui ormai flirto da vent’anni. La moglie si comincia a stancare, però che divertimento. L’interesse amoroso di Pieraccioni, nel film, è Laura Chiatti, che dice del partner: “E’ un meraviglioso concentrato di intelligenza e cazzeggio, il mio regista preferito in assoluto. Interpreto una ragazza buona, ma un po’ toccata per via di un incidente che ha subito, a volte anche bipolare e ambigua. Un attimo prima è dolce, quello dopo arrabbiatissima”.

Nel cast anche Flavio Insinna, che ci tiene a sottolineare un altro tema del film, la vita di carcere: “In un paese civile anche la detenzione deve essere umana. C’è scritto nell’articolo 27 della costituzione. E’ giusto che chi deve pagare paghi ma lo scopo è migliorare e riabilitare, e chi esce di prigione deve avere diritto a rifarsi una vita e trovarsi un lavoro”. Simpatica partecipazione anche del piccolo uomo Davide Marotta, straconosciuto negli anni ottanta come l’alieno della pubblicità della Kodak: “Il ruolo – dice – non era scritto per me, doveva essere quello di un nerd diciottenne. Ma fare un film di Natale con Pieraccioni era un mio sogno e lui lo ha realizzato”. Immancabile Massimo Ceccherini: “I film ormai li faccio solo con Leonardo – dichiara l’attore – che finalmente mi ha dato l’opportunità di esibirmi in una scena erotica spinta, dopo anni in cui con le belle ragazze ci aveva a che fare solo lui. Solo che la mia era leggermente sovrappeso e ancora mi fa male la schiena. Finisce che lo denuncio”.

“Utile – chiude Pieraccioni – l’ambientazione a Ventotene, perché mi ha aiutato nell’effetto comico. Dato che il mio personaggio evade sempre è difficile non farsi beccare quando sei in un’isola dove tutti si conoscono ed è impossibile fuggire. Mi è piaciuto molto anche lavorare con Nicola Nocella, che avevo visto ne Il figlio più piccolo di Avati. L’ho trovato strepitoso e mi hanno detto che lui pensava lo stesso di me. Così ci siamo conosciuti e lui ha avuto l’intelligenza di accettare un ruolo minore, pur di partecipare alla pellicola. Mi piace il suo personaggio perché dona al tutto una certa verità, dando al film delle corde che io dovrei toccare più spesso, e spero di imparare a farlo in futuro. Il fatto è che venendo dal cabaret tendo a stare sopra le righe, ho l’esigenza che lo spettatore rida ogni 30 secondo. E poi – dice ricambiando la stima di Laura Chiatti – se il personaggio di Laura ha il 25% di invalidità lei deve avere almeno il 35, dove naturalmente io ho il 54. E’ l’unica che è riuscita a far arrossire Ceccherini e arrivava sul set molto sciolta, senza stare troppo a studiare il personaggio. Perché non c’era da studiare. Io e lei siamo due ‘grulli’ messi assieme. Solo una volta l’ho vista preoccupata. Pensavo fosse per la scena e le ho detto ‘dai, tranquilla, la risolviamo’. E lei ‘no, è che mi hanno sbagliato il lampadario a casa e non so come fare’”.

Andrea Guglielmino
30 Novembre 2015

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