‘Milionari’ tra ‘Il camorrista’ e ‘Quei bravi ragazzi’

Esce l'11 febbraio con Europictures in associazione con Seminal Film, in 50 copie – di cui 30 in Campania – dopo la presentazione a un festival di Roma di un paio di anni fa, Milionari di Alessandro P


Esce l’11 febbraio con Europictures in associazione con Seminal Film, in 50 copie – di cui 30 in Campania – dopo la presentazione a un festival di Roma di un paio di anni fa, Milionari di Alessandro Piva, un crime-movie pre-Gomorra (in riferimento alla serie) liberamente tratto da “I milionari. Ascesa e declino dei signori di Secondigliano”, libro scritto da Giacomo Gensini insieme al pubblico ministero Luigi Cannavale, che alla fine degli anni ‘90 condusse le inchieste che portarono a smantellare il clan di Secondigliano, in quel momento in piena guerra fratricida, guidato da Paolo Di Lauro (Ciruzzo ‘o milionario) e diventato egemone grazie al traffico di droghe e agli appalti per la ricostruzione del terremoto.

“Più che alle moderne serie televisive – dice il regista – mi ispiro a Il camorrista di Tornatore. Anche il mio film non è un action ma lavora sulla psigologia del personaggi, abbiamo scavato nel profondo e so che è stato apprezzato anche da Saviano. Questo marca la differenza tra il mio film e gli altri. Per la prima volta poi si parla di un collaboratore di giustizia, che paga per la sua scelta un prezzo altissimo di solitudine e privazione della famiglia. Credo che questo ci allontani dalla spettacolarizzazione della criminalità che viene invece posta alla base  di altre pellicole”. “Ciò che mi ha spinto a interpretare il mio personaggio – dice Valentina Lodovini, protagonista femminile – è la sua a-moralità. Ci sono dei codici all’interno della criminalità organizzata e silenzio e omertà sono la sua arma più potente. Rosaria non solo non denuncia il marito, ma fa finta di non vedere quello che succede. Però ci sono dei limiti oltre i quali lei stessa non riesce ad andare”. “Non ci sono i soliti cliché sui camorristi –  commenta il protagonista maschile Francesco Scianna – è un personaggio pieno di contraddizioni, le scelte che è costretto a fare vanno contro la sua natura. L’approccio di Alessandro è molto sfumato, ti permette di credere al personaggio ma anche di prenderti un po’ in giro”. 

“Francesco ha studiato in maniera maniacale – commenta Scianna sui suoi attori – è un metodico e lavorava dalla mattina alla sera. Valentina è più spontanea, ma andava in strada e la trattavano come se fosse una ragazza campana, nata e cresciuta lì. Riesce a farsi acquisire da ogni cultura che tocca, perché ha un cuore grande. Non ho potuto incontrare il vero Di Lauro, è nascosto in incognito da qualche parte nel centro Italia. Ho lavorato di immaginazione sulla ‘cazzimma’, un sentimento tipicamente napoletano che è piuttosto aggressivo, diverso dal ‘malacarne’ siciliano”.

“Parto dal personaggio – dice ancora Lodivini – solo dopo aggiungo la musicalità del dialetto. Rosaria mi ha resa viscerale e animalesca, diversamente da Maria di Benvenuti al Sud. Forse temevo di interpretare un altro personaggio napoletano, ma mi sono innamorata della sceneggiatura che mi ricorda moltissimo Quei bravi ragazzi di Scorsese. Ho capito che delle scelte per Rosaria non esistono proprio, ad esempio quella di rinunciare al bambino che aspetta anche se il marito entra ed esce di galera. L’aborto non è concepito. E’ un altro mondo. Lo sforzo è quello di non giudicare il personaggio.  Fondamentalmente è una donna innamorata, che cerca nonostante tutto di mantenere in piedi la famiglia”. Nel cast del film, che sarà presentato nel corso di un convegno a Scampia con il Ministro Orlando, il sindaco di Napoli e lo stesso Cannavale, è presente anche Salvatore Striano.

Andrea Guglielmino
08 Febbraio 2016

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