Race: correre, contro il razzismo

Arriva in sala il 31 marzo con Eagle Pictures il biopic di Stephen Hopkins Race - Il colore della vittoria,


Arriva in sala il 31 marzo con Eagle Pictures il biopic di Stephen Hopkins Race – Il colore della vittoria,  incentrato sulla vita dell’atleta afroamericano Jesse Owens, che vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, diventato un simbolo della lotta al razzismo sfidando le ideologiche razziali imposte da Adolf Hitler

A dar volto al protagonista è l’esordiente  Stephan James, dopo che il candidato originale, John Boyega, ha abbandonato il ruolo nell’aprile del 2015 dopo essere stato ingaggiato per Star Wars: Il risveglio della Forza. Del cast fanno parte anche Jason Sudeikis (l’allenatore ossessivo), Jeremy Irons (il capo del comitato olimpico), William Hurt ( il presidente della Amateur Athletic Union che cercò di boicottare le Olimpiadi) e Carice van Houten, che ha un ruolo particolarmente rilevante dal punto di vista storico: quello della  regista e fotografa Leni Riefenstahl, invitata da Hitler a riprendere le Olimpiadi del 1936, che ha pubblicato in forma di un film documentario nel 1938 con il titolo Olympia. 

Il film ha ottenuto il supporto della famiglia Owens, attraverso la Jesse Owens Foundation, Jesse Owens Trust e Luminary Group. Owens, figlio di un mezzadro dell’Alabama, mandò in frantumi il mito della supremazia ariana di Adolf Hitler alle Olimpiadi di Berlino del 1936 stabilendo un record di quattro medaglie d’oro nei 100 metri piani, 200 metri piani, salto in lungo e la staffetta da 400 metri. Dopo Berlino Owens passò al professionismo disputando anche gare ad handicap. Owens concedeva ai velocisti locali dieci o venti iarde di vantaggio, battendoli ugualmente sulla distanza delle 100 iarde. Inoltre sfidò e sconfisse dei cavalli da corsa, anche se con un trucco che consisteva nel correre contro dei veri e propri purosangue che si sarebbero spaventati con il colpo di pistola dello starter, concedendogli un buon vantaggio.

Poi passò all’insegnamento. Nel dopoguerra cominciò un nuovo lavoro come preparatore atletico della famosa squadra di pallacanestro degli Harlem Globetrotters, scendendo anche lui sul parquet e dando dimostrazioni dello scatto dai blocchi e della tecnica di passaggio degli ostacoli. Nel 1976 venne premiato con la Medaglia presidenziale della libertà, il massimo titolo per un civile americano, dal Presidente repubblicano degli Stati Uniti Gerald Ford, che lo omaggiò con queste parole: “Owens ha superato le barriere del razzismo, della segregazione e del bigottismo mostrando al mondo che un afro-americano appartiene al mondo dell’atletica”    

Andrea Guglielmino
25 Febbraio 2016

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