Ettore Majorana, un giallo senza colpevoli

La rivalità con Enrico Fermi, il nazismo, la nascita della bomba atomica costituiscono gli ingredienti di un giallo che Eronico ha ricostruito in questo documentario distribuito da Luce Cinecittà


C’è anche il fumetto e l’animazione (a cura di Leomacs e Massimo Ottoni) insieme a materiali d’archivio di grande ricchezza, tra gli strumenti che Egidio Eronico utilizza in Nessuno mi troverà Majorana Memorandum per raccontare la scomparsa di Ettore Majorana. Un mistero destinato a restare insoluto, un mistero, come diceva Pasolini, non da svelare ma da contemplare, che ha solleticato la fantasia di molti, Leonardo Sciascia in testa. Con Il suo romanzo La scomparsa di Majorana lo scrittore contribuì a riaprire il caso, legandolo al suo impegno antinucleare, ispirando Gianni Amelio per I ragazzi di Via Panisperna (1989). Siciliano come Sciascia, Majorana, nato nel 1906, sparì nel nulla il 25 marzo del 1938, lasciando due lettere enigmatiche. Così, come tutti coloro che escono di scena in modo tanto clamoroso, è diventato una leggenda alimentando congetture e un’idea in gran parte distorta della sua essenza. Enfant prodige, giovane uomo schivo e geniale, venne descritto di volta in volta come eccentrico, timido, scostante, angosciato, asociale e la sua stranezza fu addirittura attribuita alla sifilide. Quel che è certo e che era piuttosto malvisto dal gruppo di fisici che ruotavano attorno al “Papa” della fisica (perché infallibile) Enrico Fermi, appunto il gruppo di Via Panisperna. Forse perché troppo avanti o per i dubbi di natura etica che lo assillavano, lui lettore di Shakespeare e Pirandello, riguardo agli esiti delle scoperte: chissà se era troppo presto per capire che dalle particelle elementari della materia si sarebbe arrivati alla più micidiale delle armi di distruzione di massa. Ma tutto questo – la rivalità con Enrico Fermi, che proprio nel ’38 vinse il Nobel, il nazismo sullo sfondo, la nascita della bomba atomica – costituiscono gli ingredienti di un giallo che Eronico, autore noto ai cinefili dai tempi di Stesso sangue del 1988, ha ricostruito in questo documentario coprodotto e distribuito da Luce Cinecittà, in tour per varie sale italiane a partire dal 15 aprile. 

“Il film – spiega il regista, che ha tra i suoi modelli Orson Welles e Quarto potere – è una reazione alla vulgata su quest’uomo definito come complesso, misantropo, appartato, scontroso. Ho cercato di illuminare la persona, una persona normale dal talento straordinario che fa delle scelte molto personali, molto intime, come potrebbe fare ciascuno di noi”. Eronico, con il produttore Andrea Stucovitz, aveva pensato inizialmente a un film di finzione (progetto non abbandonato ma solo rinviato), ma attraverso l’incontro con Francesco Guerra e Nadia Ribotti, scienziati e autori di approfondite ricerche sulla figura del fisico teorico, è nata l’idea del documentario. 

Ed è proprio Francesco Guerra a delineare un ritratto in parte inedito, nonostante i fiumi di inchiostro versati, di Ettore Majorana. “La sua eredità è scientifica e culturale, trasmette anche significati morali. Quanto Fermi è pragmatico e tenace, tanto Majorana è un intellettuale della Magna Grecia, un grandissimo matematico ma anche uno che si pone questioni di fondo. Considero la sua scomparsa come la sua decima sinfonia, dopo nove scoperte che ancora oggi stimolano i ricercatori, ecco l’ultimo messaggio da decifrare e da cui c’è molto da imparare”.

Il fisico Corrado Spinella direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologiche del CNR definisce Fermi e Majorana come complementari. “Però l’attitudine scientifica poteva allontanarli. Majorana tentava di trarre l’eleganza dalla natura attraverso la formulazione teorica, infatti si trovò meglio a lavorare in Germania in un ambiente di fisici teorici. Le sue predizioni sono ancora attuali, le sfide che ci ha messo davanti sono ancora di là dall’essere definitivamente risolte”. Per Ettore Majorana jr. nipote dello scienziato e ricercatore egli stesso, “non va percepito come un soccombente rispetto alla linea vincente di Fermi, perché Ettore era un uomo a tutto tondo, forse trascinato verso scelte estreme, misterioso perché si volle alienare da tutto il resto”. E fu proprio la famiglia, qualche anno dopo la scomparsa, a “ufficializzare” in qualche modo la morte istituendo una borsa di studio in sua memoria. Ma ancora fu avvistato in Argentina o venne riconosciuto in un barbone a Palermo. 

Nessuno mi troverà, che avrà proiezioni nelle scuole e nelle università in collaborazione con il CNR, diventerà anche un cofanetto dvd + libro che sarà presentato il 13 maggio a Torino, in concomitanza con il Salone del Libro, come ha annunciato il direttore Archivio storico, Cinema e Documentaristica del Luce, Enrico Bufalini.

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