Disabili & commedia con Ho amici in paradiso

Il film, prodotto da Golden Hours con Rai Cinema, è girato nella struttura Don Guanella utilizzando fra i protagonisti anche otto disabili mentali, insieme ad attori


Una commedia sulla disabilità senza pietismi, sulla strada di Quasi amici o La famiglia Belier, ”con una comicità garbata, per ridere riflettendo e riflettere ridendo”. Così Don Pino Venerito, direttore del Centro di Riabilitazione Casa di San Giuseppe – Opera Don Guanella di Roma, riassume il senso di Ho amici in paradiso, di Fabrizio Maria Cortese, prodotto da Golden Hours con Rai Cinema, girato nella struttura (oltre che in Puglia) utilizzando fra i protagonisti anche otto disabili mentali, insieme ad attori come Valentina Cervi, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane e Emanuela Garuccio. Primo ciak ieri per un’uscita con Microcinema che potrebbe essere negli ultimi mesi del 2016 o nei primi del 2017.

Nunzio Galantino, segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana ritiene questo ”un progetto coraggioso che può essere organizzato solo da persone che hanno voglia di osare, nel parlare di disabilità utilizzando anche persone che ne sono realmente affette, in un mondo di replicanti, dalla Chiesa alla politica, dove si va solo sul sicuro”. Per il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ”è un colpo di genio partire dalla commedia per raccontare la disabilità. Mentre il dramma sciocca, la commedia provoca e coinvolge un pubblico più ampio sul tema dell’inclusione, uno dei più importanti del nostro tempo”.

Protagonista della storia è Felice (Ferracane), commerciante salentino, condannato per riciclaggio di denaro della malavita, che dopo aver collaborato con le autorità, viene affidato ai servizi sociali e mandato nel Centro Don Guanella di Roma. Nel lavoro quotidiano con disabili intellettivi e fisici, Felice impara a conoscere e amare una realtà del tutto diversa, finché il passato non viene a cercarlo…”La nostra è una commedia agrodolce – spiega Cortese, che ha conosciuto il centro Don Guanella due anni fa, attraverso un amico che era stato ricoverato – i ragazzi che partecipano sono carichi, sentono di fare qualcosa di importante. Vogliamo raccontare la loro realtà con gioia e leggerezza”. L’entusiasmo tra di loro è palpabile: ”Il don Guanella è la mia casa da 30 anni, per me è un è piccolo paradiso – dice il 48enne Michele Iannaccone -. Chissà che dopo le serie sui preti, le suore, le guardie forestali, grazie a questo film non arrivi anche una serie su di noi”,     aggiunge scherzando. Valentina Cervi, che interpreta la psicologa del centro, spiega che ”in ogni film si spera di incontrare una luce e qui è successo. Non mi sono mai sentita libera come lavorando con questi ragazzi”. Rai Cinema ha subito aderito al progetto: ”c’è ancora chi ha paura a trattare questi temi – dice l’ad Del Brocco – ma un film come questo, nel momento storico che viviamo, è quantomai dovuto”. L’opera Don Guanella, che ha nel mondo decine di strutture dedicate all’assistenza di anziani, della disabilità o di accoglienza per minori in situazione di disagio, è anche produttore associato del film: ”La proposta è arrivata nel 2015, anno del centenario della morte di Don Luigi Guanella – aggiunge Don Pino Venerito -. Più di un film su di lui, questa storia di amicizia e conoscenza reciproca, nel mondo reale, ci è sembrata il modo migliore per celebrarlo”.

Cr. P.
03 Maggio 2016

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