“La ragazza sconosciuta” dei Dardenne: “Un inno alla vita e alla responsabilità”

Nel nuovo film dei fratelli belgi, in uscita il 27 ottobre con la BIM, Adele Haenel è un medico di base tormentato dalla morte di una ragazza senza nome


CANNES – “La verità è più forte della violenza. È questo il pensiero che mi ha guidato nella costruzione del mio personaggio”. Parola di Adele Haenel, giovane attrice emergente del cinema francese che in questo Cannes 69 è la protagonista di La fille inconnue, nuovo film dei fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne, passato oggi in concorso. Accolto tiepidamente da una stampa che si aspetta sempre grandi cose dai fratelli belgi (già vincitori di due Palme d’oro), il film racconta l’indagine di un giovane medico (Haenel nei panni della dottoressa Jenny) per scoprire la verità sulla morte di una ragazza che, poco prima di essere trovata cadavere, aveva bussato alla porta del suo studio senza trovare risposta.

La dottoressa si era rifiutata di aprire fuori dall’orario di lavoro, ma una volta conosciute le conseguenze del suo gesto, è diventata preda di un’ossessione che l’ha portata a bussare a molte altre porte, trovando però diffidenza o indifferenza.”Ci interessava esplorare prima di tutto il nostro personaggio – ha spiegato Luc Dardenne – una donna responsabile circondata da persone che non vogliono prendersi responsabilità. È lei a scatenare gli eventi e a far sì che anche tutti gli altri, alla fine, dicano la verità. Potete prendere o meno il suo comportamento ad esempio, ma per noi era importante descrivere una ragazza che agisce e fa in modo che le persone cambino: ci sembra un segnale di grande speranza”.

“Amo il coraggio dei fratelli Dardenne, hanno fiducia nello spettatore – ha risposto l’attrice – Per me sono il cielo del cinema europeo”. I fratelli registi l’hanno conosciuta a una festa che celebrava dei premi attribuiti sia a loro che a lei: “Avevamo questo progetto in testa da anni con una protagonista più grande, ma quando l’abbiamo incontrata abbiamo capito che doveva essere lei e abbiamo ringiovanito il personaggio”, ha commentato Luc. Per i due cineasti, la dottoressa Jenny funziona come una sveglia per gli altri cittadini del paesino belga in cui è ambientata la vicenda – Seraing, un luogo della loro infanzia – “le donne sono spesso protagoniste dei nostri film perché sono il futuro dell’umanità, sono quelle che agiscono, che fanno avanzare le cose, che si prendono le responsabilità”.

Qualcuno, tra i giornalisti, ha poi accostato l’atmosfera di tensione che si respira in Belgio dopo gli attentati con il clima di minaccia e diffidenza descritto in La fille inconnue, “ma non c’è nessun legame tra le due cose – ha risposto Jean-Pierre – questa sceneggiatura esiste da anni”. “E noi filmiamo la vita – ha aggiunto Luc – Le nostre immagini non hanno nessuna relazione con gli atti di morte e le immagini morbose che vediamo nelle cronache, sono un inno alla vita“.

Michela Greco
18 Maggio 2016

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