Toni D’Angelo: “I miei poliziotti in crisi d’identità”

Il regista, a Pesaro per presentare il suo documentario Filmstudio, mon amour, ci parla del suo terzo lungometraggio, Falchi, storia di due agenti in una Napoli inedita


PESARO – “Quando la gente a Napoli vedeva il boss Savastano di Gomorra nei panni di un poliziotto succedeva il finimondo, molti lo insultavano senza distinguere tra l’attore e il personaggio. Una cosa per me inattesa che mi ha fatto riflettere”. Così Toni D’Angelo – a Pesaro per presentare il suo documentario Filmstudio, mon amour nella sezione Critofilm – ci racconta la scelta di Fortunato Cerlino, reso famoso dal ruolo del malavitoso della serie tv, come coprotagonista del suo nuovo lungometraggio, Falchi. L’altro interprete è Michele Riondino e i due formano una coppia di spericolati agenti in motocicletta. Girato tra Napoli e Castelvolturno, il film è in dirittura d’arrivo e sarà distribuito in autunno da Koch Media. ”Non è un poliziesco classico – racconta il 37enne regista, già autore di Una notte e L’innocenza di Clara – piuttosto un mèlo, perché vira verso l’evoluzione sentimentale dei due personaggi. Dopo il suicidio del loro capo e la scoperta che non si trattava di un poliziotto integerrimo ma di uno sbirro sporco, i due vanno in crisi e iniziano una sorta di discesa agli inferi”. Ne usciranno grazie a due incontri speciali, Riondino attraverso la relazione con una bellissima massaggiatrice cinese, Cerlino grazie a un cane da combattimento, un Dogo.”Mentre anche l’uomo più onesto può sempre fare una scelta sbagliata, l’animale se è fedele lo resta fino alla fine”. 

Prodotto da Minerva con Figli del Bronx e Rai Cinema, Falchi ci mostra una Napoli diversa dal solito. “Una città che non esiste, senza camorra, con una geografia imprecisa e spesso inventata, una città che ho usata come una scenografia, tanto che mi piace dire che questo non è un film su Napoli ma un film a Napoli”. Del resto il cineasta, figlio d’arte, benché sia nato nella città partenopea, si è sempre sentito più romano che napoletano. “Eppure non so se riuscirò a raccontare Roma, forse prima o poi farò un film sulla politica e allora ci sarà spazio per la Capitale, ma vorrei evitare le atmosfere alla Jeeg Robot che sono molto precisamente connotate”.

Intanto D’Angelo, che cita tra i suoi registi preferiti Michael Mann, continua a esplorare i generi a modo suo. “Cerco di fare un cinema sempre più popolare e resto comunque legato agli archetipi del cinema di genere, mi interessano i temi della redenzione, dell’amore e del tradimento, però amo anche spaziare e sorprendermi. Quindi non faccio un noir puro, ma lo mescolo con elementi sentimentali”. Nel cast anche Stefania Sandrelli nel ruolo di una donna che Cerlino incontra per caso sulla spiaggia e che gli fa capire che è possibile avere una seconda possibilità nella vita, e Pippo Delbono in quello del capo della polizia, naturalmente disonesto. E non manca il cameo di papà Nino D’Angelo. “Ancora una volta, come in Una notte, farà il tassista. Ormai è quasi un marchio di fabbrica”. 

Cristiana Paternò
05 Luglio 2016

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