Legge Cinema e ruolo delle Film Commission

Primo incontro ufficiale oggi a Roma sul disegno di legge cinema approvato al Senato e ora all'esame della Camera, con rappresentanti di tre ministeri - MIBACT, MiSE e MiUR - riuniti per discutere


Primo incontro ufficiale oggi a Roma sul disegno di legge cinema approvato al Senato e ora all’esame della Camera, con rappresentanti di tre ministeri –  MiBACT, MiSE e MiUR –   riuniti per discutere del ruolo delle Film Commission anche alla luce dell’art. 4 del ddl che le chiama direttamente in causa e le vede ufficialmente coinvolte nella filiera cinematografica non più solo come strumento di supporto logistico alla produzione, ma anche come sostegno alla formazione e alla promozione del territorio. L’incontro “Il ruolo delle Film commission nei territori tra audiovisivo, formazione e modelli economici sostenibili” è avvenuto nell’ambito dell’appuntamento annuale di training organizzato dall’Italian Film Commissions.  

“La discussione di oggi prende spunto da un evento legislativo importante e atteso. Una legge che porta già nel suo testo elementi di concretezza nei cambiamenti e delinea una chiarezza del legislatore che va oltre la semplice strategia”, sottolinea il professor Mario La Torre che ha coordinato l’incontro. A porre in risalto alcuni passaggi fondamentali della Legge Cinema la senatrice Rosa Maria Di Giorgi che ribadisce l’importanza che i territori lavorino sul cinema, portando ad esempio l’ottimo recente operato della Toscana Film Commission rispetto a due importati produzioni internazionali come Inferno e I Medici. “Ma oltre che un importante settore produttivo il cinema e l’audiovisivo rappresentano una forma d’arte condivisa, un’identità culturale riconosciuta e riconoscibile per l’Italia che il governo ha il dovere di sostenere con risorse economiche”, sottolinea la senatrice che illustra come il testo di legge contenga già indicazioni precise di finanziamento per il sostegno automatico alle produzioni in base a determinati obiettivi raggiunti (come risultati di botteghino o partecipazione a festival), ma anche un finanziamento rivolto al cinema di qualità e ai giovani. “Innovativa l’importanza data al mondo della scuola- sottolinea-, per formare da un lato ai mestieri del cinema e per creare dall’altro un pubblico consapevole. Occorre, poi, ridare fiato alle piccole sale, favorendo i comuni con meno di 15mila abitanti dove sono stati chiusi in questi anni molti cinema. Un segnale culturale forte che prevede che 100 milioni di euro a fondo perduto siano destinati a chi vuole mettere a posto le sale per le cui ristrutturazioni saranno anche chieste piccole deroghe alle regioni”.  

Al dibattito interviene il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto sottolineando l’importante ruolo delle Film Commission nella promozione del nostro Paese, che all’estero può diventare leva anche per altri settori e per il Made in Italy in generale.  Tra gli esempi di eccellenza in tema di internazionalizzazione cita il MIA, da considerarsi “un esempio e un invito a tutti i settori produttivi affinché facciano sistema”. E sempre a proposito di internazionalizzazione il sottosegretario evidenzia come probabilmente “avrebbe senso integrare tutti i fondi pubblici per la promozione all’estero dei vari ministeri, in modo da evitare duplicazioni, e mettendo a disposizione del ministero capofila le esperienze degli altri”. 

In rappresentanza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, Arnaldo Colasanti (consigliere del ministro per i rapporti tra MIUR e MiBACT) che evidenzia come il cinema debba diventare un grammatica. “Dobbiamo modernizzarci profondamente e i territori in questo sono fondamentali perché non esiste capacità di inventare una formazione avanzata escludendoli. Occorre poi portare avanti operazioni che permettano di rigenerare l’immaginario, in modo che il cinema non sia solo un oggetto da far vedere, ma diventi una grammatica, da montare e smontare”. Ad esempio, continua Colasanti, si potrebbe dare ai ragazzi la possibilità di esplorare il patrimonio dell’Archivio Luce montandone e smontandone le immagini e dando loro la possibilità di implementarne la library con nuove immagini costruite. “Una nuova possibilità che diventerebbe un’operazione di rigenerazione dell’immaginario sociale e permetterebbe ai ragazzi di vedere il cinema come un elemento essenziale della capacità di comunicare tra di loro”.   

A chiudere l’incontro il Ministro Dario Franceschini sottolinea l’obiettivo di lavorare su terreni complementari: l’industria cinematografica, che crea occupazione e aiuta l’immagine del paese; il valore culturale (una parte delle risorse deve esser riservata a nuovi talenti e cinema di qualità); l’accrescimento degli spettatori in sala. Rispetto a quest’ultimo punto il ministro sottolinea come ci siano enormi spazi di crescita del pubblico cinematografico, esortando nuove iniziative come quella dei “mercoledì a 2 euro” che hanno portato nuove persone in sala e al tempo stesso trainato gli incassi del week end successivo grazie al passaparola. “Il ruolo delle Film Commission è importante – concorda Franceschini. Occorre valorizzarne l’operato, anche attraverso la creazione di un portale unico nazionale. Il ruolo del ministero in questo caso non sarebbe di sostituirsi, ma di far sistema. Vanno messe in rete le esperienze migliori in modo da presentarci come sistema paese. L’eccesso di divisione può far smarrire la visione unitaria, che va recuperata”.

Carmen Diotaiuti
18 Ottobre 2016

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