Quando la disabilità incontra la commedia

Ho amici in paradiso di Fabrizio Maria Cortese, una commedia di finzione con interpreti diversamente abili, arriva nelle sale dopo l'anteprima ad Alice nella città


Il film debutta alla Festa del Cinema e in occasione della prima proiezione – standing ovation della sala a fine visione – il regista, parte del gruppo di interpreti, e rappresentati di produzione e distribuzione raccontano il progetto. Fabrizio Maria Cortese: “Ho conosciuto il centro Don Guanella di Roma per l’incidente di un amico. Passando lì molto tempo, conoscendo le persone, ho poi scritto questa commedia leggera, che tratta di cambiamenti, è una storia di inclusione. Stiamo cercando di dare al film un’uscita che non lo schiacci, ma di certo le scuole saranno un canale fondamentale, come fondamentali lo sono stati prima Rai Cinema, il sostegno del Don Guanella, della Fondazione Ente dello Spettacolo e della CEI”. Del centro Don Guanella, le parole di don Pino Venerito, direttore: “Con questo film raccontiamo questo angolo di Paradiso che è il Centro e sono tutte le opere di supporto alla disabilità: la felicità che hanno sul volto i nostri ragazzi e gli assistenti. Non volevamo fare un documentario, ecco allora una trama e  il nostro Centro per un mese si è trasformato in un grande set: la cosa bella è che anche chi ha fatto la comparsa, oppure gli operatori, si sono sentiti avvolti e coinvolti, questo li ha soddisfatti”.

Il film interviene anche con qualche proposta di soluzione rispetto a situazioni quotidiane – come la storia di Lorenzo (Gabriele Dentoni), figlio di Giulia (Valentina Cervi) che decide di entrare a far parte della compagnia teatrale del Don Guanella, prima visto solo come il posto “de’ mongoli” – il che gli consente di ristabilire poi un rapporto con la madre.

Questo angolo di paradiso, in via Aurelia Antica 446, conta un totale di circa 300 persone assistite – con 215 dipendenti oltre professionisti e cooperative – di cui 80 bambini, da pochi mesi di vita all’adolescenza. “Per portare il Paradiso in terra – dichiara Antonio Urrata, direttore Fondazione Ente dello Spettacolo – ci stiamo adoperando per dargli una dignitosa distribuzione, come merita”. Come detto da don Venerito il film non è un documentario, infatti nel cast, insieme ad alcuni ospiti del Centro, anche interpreti conosciuti, tra cui Antonio Catania, nel ruolo del sacerdote guanelliano, insieme a Fabrizio Ferracane di Anime nere: “Fabrizio Cortese mi inondò di parole e gesti, quando lo incontrai per parlare del progetto, ho visto l’amore che ha avuto nei due anni di preparazione: trascorrere del tempo al Don Guanella ti fa migliorare, al di là del film. Come attore, ho potuto ricercare spontaneità e verità, che si rincorrono sempre per chi fa il nostro mestiere, quindi ringrazio anche per la possibilità di sperimentazione”. Accanto a lui Enzo Salvi: “Fabrizio mi ha fatto vivere un’esperienza indimenticabile. La disabilità sta negli occhi di chi la disprezza. Al termine dell’esperienza dico ancora grazie per l’opportunità, ne sono appagato e mi sento un uomo migliore”. L’interpretazione di Antonio Folletto, nella parte di Antonio, un giovane la cui malattia è un’emiplegia, è così realistica da risultare straordinaria: per l’intero film recita completamente assorbito nel disagio fisico e dell’articolazione verbale, a cui aggiunge, seguendo la trama, la complessità di recitare, in quelle condizioni, alcuni passaggi del Riccardo III di Shakespeare.

Eppure gli interpreti fondamentali sono stati gli ospiti del Centro, persone con diversa abilità che, come spiega il regista: “Hanno giocato molto di improvvisazione, sia in fase di preparazione, studiando i personaggi, che sul set”. Una decina di loro era presente all’incontro di presentazione del film. Per Rocco: “è stato bello incontrare Fabrizio. Il titolo del film somiglia alla mia vita. Quando ho visto ragazzi con tanta difficoltà mi sono chiesto: ma chi sei tu davanti a questo? Dopo pochi giorni che anche io ero al Don Guanella ho iniziato a imboccare alcuni di loro, che con una carezza ti fanno passare la rabbia o l’umore basso. Se non lo fai con il cuore è inutile lavorare con i disabili”. Daniela: “Avere l’amicizia in Paradiso è bellissimo. Questo film mi ha dato responsabilità e impegno; Ringrazio Don Pino, Fabrizio e tutti”. Michele: “Io sono quasi 30 anni che sto nel Centro. Ero esterno, poi sono morti i miei genitori, e non è stato facile accettare di essere interno. Ma poi mi sono ambientato, facendo attività didattica, quando sono libero vado al cinema con l’assistente. Vado a vedere un po’ tutto, ma sono affezionato, sin da bambino, ai western americani e ai polizieschi: l’ultimo film che ho visto è stato I magnifici sette, meraviglioso. Fare l’attore è stato insolito ma anche molto positivo. Questo è un film sulla solidarietà e sul bene”. Insieme a loro, altri interpreti: Paolo, Giorgio, Stefano, Mariano e Paolo. Fabrizio Maria Cortese conclude insistendo accoratamente nel dire che: “sono stati due anni di un’esperienza costruttiva, come nessuna mai in passato”.

Ho amici in Paradiso – in sala dal 2 febbraio – è una commedia che porta con sé la leggerezza del genere, ma anche una costruzione consapevole e una capacità di colpire l’animo dello spettatore senza alcun sospetto di pietismo o agguato di critica per la collaborazione di persone diversamente abili, solamente parte integrante di una trama affatto scontata, che non fa sentire nessuno assolto per aver avuto il buon cuore di seguire un’ora e mezza di proiezione con degli attori con delle abilità diverse dalla norma, come facilmente si potrebbe pensare. Una commedia in cui la sceneggiatura ha una capace tenuta, lo spirito sottile e semplice al tempo stesso di saper portare al riso, e il gigante e spontaneo pregio di commuovere profondamente. 

Nicole Bianchi
18 Ottobre 2016

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