Che vuoi che sia: Proposta decente?

"Oggi tutto è social e va condiviso. Ma anche la nostra intimità ha un prezzo? E come reagirebbero chi ci sta intorno, e lo stesso web?". Il nuovo film di Edoardo Leo in sala dal 9 novembre


Claudio (Edoardo Leo) e Anna (Anna Foglietta) continuano a rimandare il progetto di avere un figlio nell’attesa che la loro situazione economica migliori. Le loro speranze sono riposte in una piattaforma web ideata da Claudio, ma il crowdfunding lanciato per svilupparla non dà i risultati auspicati. Nessuno su Internet sembra capirne il valore. Una sera, ad una festa, complici alcoo e delusione, Claudio registra un video che posta per scherzo e lancia una sfida al “popolo di Internet”: visto che sembrano essere tutti interessati solo al sesso, Claudio li provoca a fare un’offerta per vedere un video hard, che girerà con Anna, una volta raggiunta la cifra richiesta. Tanto è questo che si cerca su Internet, no?  Inaspettatamente la provocazione di Claudio, ha un grande successo in rete e, mentre la loro celebrità aumenta, le offerte raggiungono una cifra incredibile. A questo punto tutti sono pronti a dire la loro a cominciare dallo zio Franco (Rocco Papaleo) che si offre perfino di aiutarli, contrastato da sua moglie (Marina Massironi). E poi i genitori (Massimo Wertmuller e Bebo Storti) pronti a prendere posizione. Chi a favore chi contro. E poi gli amici di lui e le amiche di lei. E poi i commenti anonimi del web.  Il dilemma di questa scelta si insinua nella testa dei nostri protagonisti. Un pensiero inizia a farsi strada: è davvero così sbagliato svendere la propria intimità per poter finalmente realizzare i propri sogni?

Il film Che vuoi che sia, diretto dallo stesso Leo e in uscita il 9 novembre con Warner in 380 copie, affronta in maniera piacevole, leggere e commovente, grazie al sempre ottimo lavoro di scrittura della ‘scuola Lucisano’ il tema della visibilità sul web, dei vantaggi ma anche dei numerosi pericoli che questa può apportare se non si è capaci di gestirla, inserendosi anche involontariamente sulla linea di un caso di cronaca nera recente e agghiacciante, quello di Tiziana Cantone, suicidatasi in seguito alla condivisione massiccia e inaspettata di un suo video ‘intimo’ sul web.

“Che vuoi che sia – dichiara il regista e attore – è una frase che diciamo spesso, ironicamente, di fronte a cose che sembrano insormontabili. Qui racconto il dilemma di una coppia di ragazzi come tanti che non sono indigenti ma nemmeno benestanti e hanno l’opportunità di una marcia in più per vedere realizzati i propri sogni. Si potrebbe dire, una ‘proposta decente’. Vendere la propria intimità. Ma qual è il prezzo? Quanto costa oggi la propria intimità, nell’epoca in cui tutto è social e va condiviso? Sono partito da questa domanda per sviluppare la storia. L’intimità è sacra ma quando poi dalla rete arriva l’offerta di una cifra alta, che ci permetta di realizzare i nostri progetti. Come reagirebbe chi ci sta vicino? E il web? Ovvero, la massa indefinita di eroi da tastiera subito pronti alla gogna mediatica, al dileggio, all’insulto, all’offesa gratuita. E’ un tema feroce ma penso che la commedia sia lo strumento migliore per metterlo in scena”.

“Ho un’indole che mi porta automaticamente all’autodistruzione – ha aggiunto poi durante una cena che si è tenuta per presentare il film alla stampa –  Ho fatto per troppo tempo serie tv in cui ero un bravo poliziotto, il ragazzo pulito della porta accanto, e quindi è subentrata la voglia di disintegrarmi un po’, e poi ho una forte passione per i gradi stronzi della commedia all’italiana, che volevano mostrarsi antipatici. Ma per me ‘commedia’ e ‘comico’ sono due concetti differenti. La prima nasce dall’osservazione della realtà. Una cosa difficilissima perché da quando cominciamo a scrivere i film a quando escono, succede l’inferno. E’ più difficile oggi rispetto a una volta fare la commedia di costume, prima cerano due partiti e una religione, ora il mondo è diventato davvero complesso e non posso non confrontarmi con il fatto che i miei coetanei vivano una condizione di precariato. Soffermarmi sulla vita di una manager di successo non mi interessa. Può darsi che io mi ripeta nei miei film, ma narro ciò che ci sta succedendo. Noi abbiamo cominciato a chiamare commedia un po’ tutto, noi non facciamo tante commedie, noi facciamo tanti film da ridere, questo mi sembrava sufficientemente cattivo per appartenere alla prima categoria”. Per Anna Foglietta infine: “C’è sicuramente molta più morbosità nella pornografia che si fa in casa, ma quello che mi spaventa di questo mondo è il bullismo. Ci sono oggi delle chat scolastiche in cui aderiscono anche 500 persone e se ti mettono alla berlina lì, è un vero disastro”

Andrea Guglielmino
04 Novembre 2016

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