Neorealismo, tra Ossessione e Ladri di biciclette

Presentato a Roma, alla libreria Fahrenheit il saggio di Emanuela Garrone Realismo, Neorealismo e altre storie, appena pubblicato da MIMESIS. Un testo che parte dall'arte per approdare al cinema


Emanuela Garrone, esperta di Storia dell’arte e responsabile delle arti performative alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dopo un accurato e lungo lavoro di studio, scrittura e revisione durato quasi sette anni, porta in libreria un saggio dedicato alla visione della critica verso le arti pittoriche, letterarie e del cinema nel periodo dell’immediato dopoguerra, momento precipuo della Storia italiana e quanto mai esclusivo del nostro Paese, in cui la visione intellettuale ha svolto una tessitura concreta e credibile per affermare come unica la nostra arte del periodo. E tuttavia non estraniata dalle dinamiche europee e mondiali, soprattutto nell’immediato futuro: “Il realismo ottocentesco è stato riformulato e strutturato per essere la base delle fondamenta del pensiero culturale del presente. Nel secondo dopoguerra il resto dell’Europa e del mondo già vivevano fermenti che andavano in altre direzioni, l’Italia aveva una situazione del tutto unica, la nostra critica agli occhi degli osservatori stranieri ha concorso a determinare la credibilità della cultura e dell’arte”.

L’incontro romano era moderato dalla giornalista Isabella Mezza e dal critico d’arte Vittorio Maria De Bonis che, complici nell’orchestrare estemporaneamente un “dialogo” tra le arti in questione, hanno presentato il saggio in una chiave non convenzionale, non retorica, ma sonora, visiva e capace di rievocare ricordi in grado di far mettere a fuoco il cuore del libro. Per Mezza, Elio Franzini, che cura la prefazione del volume in quanto “cultore della fenomenologia dell’immagine, coglie come si possa capire cosa si muovesse in quel periodo storico, per andare ‘oltre’. E Garrone, scegliendo capisaldi come Elio Vittorini con Conversazioni in Sicilia, Renato Guttuso e La crocifissione e Luchino Visconti con Ossessione, manifesta l’esigenza profonda di arrivare ad una esplosione, di andare oltre i confini, dopo un periodo di castrazione e chiusura. Il realismo ha, inoltre, avuto in Italia il suo humus vero perché c’era stato il fascismo, c’era una necessità di riscatto. Messo in pratica da una casa editrice come la Einaudi, capace di pubblicare Pavese, Calvino, Vittorini”. 

S’inframmezza un estratto dell’introduzione di Franzini: “Tra lo scoppio delle post-avanguardie e i primi decostruttivismi, compare così, in Italia, la grande stagione del Neorealismo e del Realismo pittorico … Il volume prende avvio dagli influssi letterari e cinematografici per concentrarsi poi sui problemi aperti dalla pittura, rivelando lo spessore teorico – e non solo storico – del suo testo”. Continua De Bonis, parlando del saggio come di “un libro complesso, in grado di evocare e far riconciliare con straordinari ‘tromboni’ intellettuali come Ragghianti e Argan, scopritore del padre di tutti, Paul Cézanne – le origini famigliari di Cesana Moncenisio dichiarano la sua appartenenza all’Italia -, pittore da cui era nato tutto l’eccellente decostruttivismo di Guttuso, spettacolare realista, per cui il pittore non era un Picasso in salsa siciliana ma un figlio del protocubismo del maestro francese. Il libro – prosegue – è interessante per l’intertestualità che stimola oltre ciò che espressamente dice, passando da Bassani a Germi”. 

E così si giunge al cinema, che per Emanuela Garrone, in questa epoca, è l’arte trainante a tutto tondo. Questo periodo ha visto la pittura seguire il cinema, in quel momento il volto dell’Italia all’estero”. Basandosi sulla suggestione cinematografica, emersa leggendo il saggio, Isabella Mezza mostra due brani – Ossessione di Luchino Visconti e Ladri di biciclette di De Sica – “estremamente esemplificativi di cosa potesse significare la voglia di raccontare, aderendo al vero più del vero, la strada. Questi film sono una rivoluzione di linguaggio, completamente differenti per poeticità ma assimilabili per adesione al concetto di realismo”. Completa De Bonis, facendo notare come “le biciclette di De Sica diventeranno poi altre biciclette, quelle di Miracolo a Milano, questo per dimostrare quanto il saggio di Emanuela Garrone sia fecondo, efficace perché capace di stimolare letture che vanno oltre il testo”. 

Nicole Bianchi
02 Dicembre 2016

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