Il box office langue, scende in campo Mister Felicità

Il nuovo film di Alessandro Siani con Diego Abatantuono e Carla Signoris è in uscita dal 1° gennaio. Riuscirà a risollevare le sorti del botteghino?


Riccardo Tozzi usa una metafora sportiva: “Entriamo su un campo di calcio appena devastato da una partita di rugby”. Il campo di calcio è il botteghino italiano dopo i risultati negativi di un sovraffollamento di film italiani per Natale. Il nuovo arrivato è Mister Felicità, il film di Alessandro Siani in uscita dal 1° gennaio su 600 schermi. Molti sperano che sarà proprio il 41enne comico napoletano a risollevare le sorti dell’italico box office con questa commedia che esalta la felicità fin dal titolo ma prende in giro i coach del pensiero positivo. A produrla appunto Cattleya con Rai Cinema (distribuisce 01): “Speriamo che uscire nel 2017, superato questo micidiale anno bisestile, ci porti fortuna”, dice ancora Tozzi. Che lancia una riflessione più generale: “Osservo da un paio d’anni un processo di disaffezione verso il cinema italiano, processo che si è accentuato nell’ultimo quadrimestre. Si è concluso un ciclo iniziato a metà degli anni ’90 e ora va ripensato il prodotto. Nell’affollamento ci siamo di mezzo anche noi ed una cosa che non va bene, anche se pensiamo che Mister Felicità sia un po’ diverso”.

La storia, scritta da Siani con Fabio Bonifacci, è quella di Martino, un giovane napoletano scansafatiche trapiantato in Svizzera per spalmarsi sul divano della sorella, che lo mantiene facendo le pulizie in casa del dottor Guglielmo Gioia. L’uomo si è arricchito scrivendo manuali di self help e facendo il motivatore di atleti famosi. Proprio per questo lo contatta l’allenatore della giovane campionessa di pattinaggio artistico Arianna, che dopo una clamorosa caduta, non vuole più gareggiare, ma è Martino a prendere la telefonata e cercare di “guarirla” dalla sua depressione (che anche lui condivide). 

“Finora nei miei film mi ero concentrato sulle differenze tra Nord e Sud o tra ricchi e poveri, stavolta ho affrontato la mancanza di ottimismo e la grande rabbia che ci sono in circolazione inventando un personaggio di pessimista che risolve i problemi di un ottimista e di due pessimisti che insieme fanno scoccare la scintilla della felicità”, riassume Siani. “In questo periodo di gran confusione in cui le persone non hanno più fiducia in nessuno non è facile portare gioia nel cuore della gente”, chiosa nelle note di regia.

Nel cast Diego Abatantuono nei panni del supercoach e Carla Signoris in quelli della mamma rigida e aggressiva, mentre Cristiana Dell’Anna è la sorella ed Elena Cucci la pattinatrice infelice. Per Siani l’idea di fondo è proprio quella del rialzarsi dopo una caduta: “Non sempre è facile evitare di scrivere cose volgari, ma qui racconto una storia che potrebbe essere vera usando un linguaggio da favola, che va bene per tutta la famiglia, obiettivo che coltivo da sempre”. Come affronta la sfida del botteghino in un momento così problematico per il cinema italiano? “Sono ottimista e anche patriottico. Sono scesi in campo i signori della commedia, Lillo e Greg, Aldo Giovanni e Giacomo, Christian De Sica. Purtroppo il cinema americano sta andando meglio di noi e così non c’è cinepanettone o cine pastiera che tenga… Magari queste commedie avrebbero potuto funzionare meglio in un altro momento, magari avrebbero incassato di più lontane dal Natale. E adesso faccio gli auguri ai The Jackal e a Ficarra e Picone, che usciranno tra breve, a fine gennaio”.

Perché ancora una volta ha scelto location tra le montagne, in particolare Merano, contando sul sostegno della IDM SudTirol Alto Adige? “Sono scaramantico e lì ho girato Il principe abusivo, un film per me importantissimo, perché è stato il mio debutto alla regia. In Alto Adige c’è grande accoglienza, atmosfere diverse e si mangia bene, tanto è vero che lo chiamo Trentino Alto Adipe”.

Spesso paragonato a Troisi, abbassa il tiro: “Totò è un’altra cosa, Eduardo è un’altra cosa e Salemme è un’altra cosa. Un paragone con Troisi è impossibile e inimmaginabile, aveva una poesia che non può avere nessun altro”. Mentre sul versante romantico della vicenda, spiega: “Se non ci fosse stata non ci sarebbero state le risate, qualcosa si deve muovere nel sentimento dei personaggi e poi a me le parti romantiche piacciono, le sento più vicine alla mia terra. Come in Ti lascio perché ti amo troppo, il mio primo film”. 

Una curiosità: nel cast figura anche l’americano David Zed nel ruolo dell’allenatore della nazionale di pattinaggio, famosissimo negli anni 80 come robot del programma Pronto Raffaella? di recente è tornato alla ribalta con ruoli nel film di Pif In guerra per amore e in Un matrimonio da favola di Carlo Vanzina.

Cristiana Paternò
28 Dicembre 2016

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