Il ritorno di Ildikò Enyedi: amore nel mattatoio

La 61enne regista ungherese porta in concorso On Body and Soul, bizzarra storia d'amore tra un uomo e una donna solitari che lavorano in un macello


BERLINO – Un ritorno dopo ben 18 anni è quello di Ildikó Enyedi, la 61enne regista ungherese che ha portato in concorso On Body and Soul. La sua opera precedente, Simon the Magician, risale infatti al 1999 (era in concorso a Locarno) ma il titolo per cui è probabilmente più nota è quello che segnò il suo interessante debutto, ovvero Il mio XX secolo, con cui vinse la Caméra d’Or a Cannes nel 1989. Questa cineasta non certo prolifica dunque – in totale sono otto i film al suo attivo compresi due visti a Venezia, The Magic Hunter nel 1994 e Tamas and Juli del 1997 – conserva uno sguardo estremamente riconoscibile e personale e una capacità di lasciar parlare le vicende umane in modo sottile e sotterraneo. In questo caso ci racconta la bizzarra e patologica storia d’amore tra Maria ed Endre. I due si incontrano in un mattatoio. Lui, di parecchi anni più grande, taciturno e con un braccio fuori uso (Géza Morcsányi), è un dirigente dell’impresa e si occupa della finanza; lei (Szandra Borbély) è la nuova addetta ai controlli di qualità, una ragazza meticolosa e incapace di entrare in relazione con i colleghi (via via capiremo che è affetta da una forma di autismo). Entrambi sono dei diversi, disadattati rispetto alla realtà circostante, chiusi in se stessi, eppure sono curiosamente connessi nei propri sogni, dove si incontrano ogni notte, nelle vesti di un cervo e di una cerbiatta in un bosco innevato e gelido. La sceneggiatura, scritta dalla stessa regista e non priva di ironia e situazioni paradossali, insiste molto sul contrasto tra anima e corpo, tra la semplicità della natura e l’artificio del mondo umano. Ma la corporeità è rappresentata anche dalle crude scene del mattatoio, che non lasciano nulla all’immaginazione tra sangue e teste di bue mozzate. Nei titoli di coda si legge un’avvertenza che suona paradossale: “Alcuni animali sono stati maltrattati e uccisi durante le riprese, ma per ragioni esterne al film stesso”. 

Cristiana Paternò
10 Febbraio 2017

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