Phantom Boy, il bambino invisibile, tra identità e mistero

Un piccolo gioiellino d’animazione, sia per la tecnica completamente manuale del disegno, sia per la trama che parla ad un pubblico ben più ampio di quello dei bambini


Il mistero, l’identità, New York. Sulla silhoutte bianca, che si disegna su fondo nero, della metropoli americana prende corpo, ed esce dal corpo come un fumo aereo lattiginoso e opaco, un altro profilo animato, quello di un adolescente. Lui è Leo, 11 anni, ricoverato in ospedale accanto ad un poliziotto della città che, a causa di un incidente, è adesso bloccato a letto e ha dovuto interrompere le indagini su un inquietante soggetto, sfigurato come un Picasso cubista e multicolore, dall’aspetto retorico in impermeabile e cappello, la cui “mano” ha ferito Alex, il tenente di polizia in questione, costringendolo al letto d’ospedale e alla momentanea paralisi dell’indagine. Ma Leo può uscire, dal suo corpo almeno, e sorvolare New York, esercitare il potere della trasparenza, dell’invisibilità, un super potere d’aiuto fondamentale al compagno di degenza. Non manca la tinta rosa – sia nella rassicurante sorellina di Leo, Titì, sua complice di curiosità e di cuore, sia nella determinata, maliziosa e ironica giornalista Mary -, in questa storia d’animazione che non parla soltanto ad un pubblico di piccoli, ma intriga anche gli adulti, per la trama misteriosa e per una modalità, delicata ma efficace, di trattare una possibile declinazione del tema dell’identità, al di là dell’apparenza, seppur qui non si tocchino tematiche di fresca attualità sul tema.

L’umanità di questo film risiede anche nell’estetica visiva, tinte mat per i fondali e più pastellate e vibranti per le figure e certi ambienti, un po’ spigolosa nei tratti, eppure onirica: l’animazione è disegnata a mano su carta, nell’intento che la linea del disegno permetta di conservare la sensibilità del racconto. L’artigianato manuale si riconosce palesemente e ricorda così – cosa che, più spesso, riescono con efficacia a fare (quasi) “solo” i film d’animazione – che non si tratta solamente di prodotti commerciali, ma che il cinema è il risultato del mestiere certosino e corale di tecnici e artisti.

Il film, franco-belga, ha una doppia prestigiosa firma alla regia: Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, autore anche della sceneggiatura, già nominati all’Oscar per Un gatto a Parigi nel 2012. Phantom Boy esce in Italia il 9 marzo, distribuito da P.F.A. Films, già forte di riconoscimenti internazionali, come il Platinum Grand Prize ricevuto al 18° Future Film Festival, inoltre la pellicola è passata al 33° Torino Film Festival.

Nicole Bianchi
28 Febbraio 2017

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