BERLINO – Al press meeting internazionale “See What’s Next” di Netflix, a Berlino, la produttrice Gina Gardini di Cattleya, il regista Michele Placido e gli attori Filippo Nigro e Alessandro Borghi sono intervenuti a presentare in anteprima mondiale la serie italiana Suburra. Tratta dal libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, racconta in dieci episodi venti giorni di scontri tra tre mondi: Vaticano, politica e criminalità. Le stesse losche alleanze, intrighi di Palazzo e accordi criminali che un domani daranno vita a quel Suburra già visto al cinema, di cui la serie tv si propone come prequel.
“Rispetto al film raccontiamo molti anni prima – spiega Gardini – e ritroviamo personaggi come il criminale Numero 8 e Spadino, membro di un clan di zingari, nonché il boss Samurai. Tutti i nostri personaggi, vecchi e nuovi, sono alla ricerca del potere. Soprattutto ora che il sindaco ha appena dato dimissioni, momento iniziale della storia”. Michele Placido sottolinea subito lo stretto rapporto con il cinema: “Ho accettato perché oggi le serie tv sono il segno più alto della cinematografia, e uso questa parola non a caso. Certo con una serie hai più soldi e tecnologia a disposizione, ma anche la massima libertà. Ho potuto scegliere gli attori svincolandomi dalla logica delle star e delle distribuzioni, ho potuto mettere in scena la Roma Caput Mundi, la piccola criminalità legata al narcotraffico internazionale e l’ombra della Cupola. Tutto senza censura: con Netflix noi autori abbiamo possibilità di fare e dire tutto, e sono contento che anche Rai Fiction – in coproduzione – abbia finalmente deciso di osare”.
Tra le new entry c’è Filippo Nigro nei panni di Amedeo Cinaglia, un consigliere comunale, nello specifico il presidente della commissione urbanistica. Lo descrive così: “E’ del centrosinistra, abituato a stare in mezzo alla gente e aiutare le persone. È sposato con una parlamentare che ha fatto carriera mentre lui è rimasto un politico locale”. Il suo è un ruolo nevralgico a Roma, per questo verrà avvicinato da Samurai e resterà sedotto dal potere: “È uno che cerca un ruolo più importante, all’inizio non capisce la corruzione, presto realizza che per avere potere occorre abbandonare le cause perse e passare dalla parte dei cattivi”.
Lo sa bene Alessandro Borghi, di nuovo nei panni di Numero 8 ma in versione adolescenziale e con un look ben diverso, a partire dai capelli platino: “La differenza fondamentale tra film e serie è la chance di avere più tempo per sviscerare i vari aspetti del personaggio. Vedrete l’adolescenza di Numero 8, il cui padre ha seri problemi a considerarlo erede della dinastia criminale, soprattutto perché c’è anche sua sorella che aspira al potere. Ritroverete i suoi metodi poco ortodossi, nel continuo tentativo di dimostrare a se stesso e agli altri di potercela fare, di poter diventare lui il nuovo boss”.
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