Festina Lente: il Rinascimento è donna

A partire dal 6 marzo il Cinema dei Piccoli di Roma, storica sala situata all’interno di Villa Borghese, programma il primo lungometraggio di Lucilla Colonna


A partire dal 6 marzo il Cinema dei Piccoli di Roma, storica sala situata all’interno di Villa Borghese, programma il primo lungometraggio di Lucilla Colonna, Festina Lente – Affrettati lentamente, totalmente indipendente e ispirato alla poetessa e nobildonna Vittoria Colonna, che curiosamente porta il suo stesso cognome. L’occasione cade in corretta concomitanza con la festa della donna, l’8 marzo, per rendere giustizia a una figura troppo sottovalutata del nostro Rinascimento.

“Sono stata attratta dalla personalità forte, ma al tempo stesso gentile ed elegante che traspare dalle sue lettere e dai suoi scritti – dice la regista, al suo esordio dopo una lunga carriera da giornalista per il cinema, scrittrice (col romanzo ‘Effetto morphing’) e l’esperienza del precedente cortometraggio Tre – che sono stati pubblicati postumi sotto il marchio ‘Festina Lente’ dalla stamperia di Aldo Manuzio. Fra la vita della più importante scrittrice di quel periodo e il lavoro del primo vero editore della Storia, di cui quest’anno si celebra il cinquecentenario, corre un filo parallelo che può riassumersi proprio con questo ossimoro, che significa ‘Affrettati lentamente’, due parole di significato opposto che invitano ad agire in maniera decisa ma mai impulsiva. Vittoria era una femminista e pacifista ante-litteram, mi dispiaceva sentirne parlare sempre di riflesso: ricordata solo come migliore amica di Michelangelo Buonarroti o come moglie dell’eroe della battaglia di Pavia, o nominata come “Petrarca al femminile”. Spesso l’ho vista confondere con una sua omonima, vissuta molto più tardi. Con questo film spero si possa conoscere meglio la sua persona e il suo pensiero”.

Quando Vittoria era una bambina, Papa Alessandro VI Borgia confiscò tutto ciò che la sua famiglia possedeva, ma il rapporto contrastato fra lei e la corte pontificia era destinato a continuare e a manifestarsi anche con Papa Clemente VII Medici e Papa Paolo III Farnese. A diciannove anni sposò Francesco Ferrante D’Avalos, discendente di una famiglia di origini spagnole, che morì prematuramente combattendo per Carlo V e il Sacro Romano Impero. Donna di grande sensibilità e cultura, conservava nella sua vasta biblioteca i testi pubblicati dal primo grande tipografo della Storia, e e scambiò corrispondenza con le personalità più influenti del Rinascimento: Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, molti regnanti, il cardinale Reginald Pole e frate Bernardino Ochino, che fu obbligato a fuggire in Svizzera dopo aver aderito alle idee di Lutero. Pacifista e femminista ante-litteram, mise in discussione il ruolo tradizionalmente riservato alle donne, riuscendo comunque ad ottenere grande stima dalla società maschilista della sua epoca. Divenne amica e confidente di Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni dei suoi più struggenti sonetti, in cui la magnificava con parole come queste: “Un uomo in una donna, anzi un dio, tramite la sua bocca parla”.

“Nel mondo sempre più rarefatto e virtuale in cui viviamo – dice ancora la regista – mi è sembrato interessante costruire un film sul supporto materiale attraverso cui, nell’epoca rinascimentale, passava tutta la comunicazione a distanza: quei fogli di carta, puri e preziosi, che curiosamente provenivano dal macero degli stracci. Così, attorno alla protagonista, i personaggi della storia sono coloro che nel Cinquecento scrivevano lettere, versi, leggi, commedie oppure disegnavano bozzetti destinati a diventare affreschi e palazzi”.

Esordire con un’opera in costume, e per lo più girata in digitale, che non è mai utile al ‘distacco’ nella percezione degli occhi dello spettatore, non è una scelta facile. E tuttavia il ritmo pacato ma ben assortito, il gusto per le inquadrature, l’illuminazione corretta e la scelta di attori in parte – si noti in particolare la somiglianza della protagonista Francesca Ceci con il ritratto di Vittoria Colonna realizzato da Sebastiano del Piombo – rendono questo viaggio in un’altra epoca piacevole e credibile come una curata rappresentazione teatrale. Non a caso, la pellicola ha conquistato diversi premi: miglior film, miglior regista, miglior attrice e migliori costumi al Wild Rose Film Fest, migliori costumi all’International Independent Film Award, Miglior Attrice al Barcelona Planet Film Festival e Miglior Film sulla Poesia al Cenacolo dei Poeti – La corte dei Miracoli.

Il film ha avuto inoltre il patrocinio del Comune di Fabriano, la città della carta, dove è stato parzialmente girato. Altro set il castello di Palombara Sabina. Non c’è Ischia, come location, ma in compenso l’isola lo ha accolto con grande affetto proiettandolo all’Ischia Film Festival nella Cattedrale dell’Assunta al Castello Aragonese dove, nel lontano 27 dicembre 1509, Vittoria Colonna sposò Ferrante d’Avalos.

Andrea Guglielmino
07 Marzo 2017

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