Audiovisivo e parità: cominciamo dalle scuole

DEA Donne e Audiovisivo ha presentato i risultati del rapporto GAP&Ciak alle studentesse del Centro Sperimentale di Cinematografia


Si è trasformato in un acceso (ma un po’ sterile) dibattito sulle quote rosa, l’incontro, organizzato al Centro Sperimentale di Cinematografia all’indomani dell’8 marzo per presentare i risultati del rapporto DEA sulla parità di genere nel mondo del cinema GAP&Ciak, un incontro rivolto soprattutto alle studentesse e agli studenti del CSC e animato dalla presenza di ex allieve come le registe Susanna Nicchiarelli, Mariangela Barbanente, Stefania Casini, la dop Roberta Allegrini e la sceneggiatrice Emanuela Del Monaco.

E’ toccato a Maura Misiti coordinatrice del progetto DEA e a Ilaria A. De Pascalis dell’Università degli Studi Roma Tre presentare i risultati dello studio, che si affianca, sul versante italiano e allargando a tutto l’audiovisivo, dal documentario ai videogame, alle pionieristiche ricerche dell’Osservatorio europeo Ewa. Le cifre sul gender gap sono ormai abbastanza note: l’88% dei film a finanziamento pubblico in Italia sono diretti da uomini, quindi solo nel 12% la regia è femminile; il 79% dei film prodotti dalla Rai è diretto da uomini; meno del 10% dei film diretti da donne arrivano in sala, tuttavia i film delle registe hanno più successo nei festival e ai premi. Altro fattore rilevante: i film a regia femminile hanno un budget medio più basso: nel 2014 era di 3,45 mln di euro contro i 5,66 mln dei film a regia maschile. Il gap naturalmente riflette una situazione generalizzata nella società italiana, con minori opportunità di carriera, specie nelle posizioni apicali, e minori retribuzioni per le donne. Nel dettaglio, visto il contesto, sono stati presentati anche i dati sui tassi di successo alle selezioni dei corsi al CSC nel periodo 2012-2016: sono meno le ragazze che si candidano, ma riescono meglio dei coetanei nei settori regia e sceneggiatura. Insomma, la questione nasce anche da una sfiducia iniziale delle giovani donne nelle proprie capacità ed è quindi importante partire dalle scuole e modificare i modelli di riferimento.

Per Stefania Casini “l’immagine della donna è ancora stereotipata in un paese come il nostro, con un così alto numero di femminicidi”. Non così la pensa Caterina D’Amico, preside della Scuola, che insiste molto sulla sostanziale irrilevanza del gender rispetto al talento. “Ma il talento – controbatte Anna Negri – è un fattore piuttosto impalpabile, mentre le decisioni editoriali dei produttori si basano sull’immaginario corrente”. Quindi il progetto di una donna fatica di più ad essere riconosciuto. Susanna Nicchiarelli ha raccontato che il suo nuovo film, Nico 1988, sulla figura di Nico dei Velvet Underground, si concentra proprio sulla seconda parte della vita dell’artista: “Dopo i 45 anni, quando non era più un’icona pop, ha smesso con l’eroina, ha recuperato il rapporto con il figlio e respingeva l’idea che la sua giovinezza fosse un momento magico. Ma questa visione va contro l’immagine consueta della donna, che dopo i 40, secondo un certo modo di vedere, sarebbe finita”.Roberta Allegrini rivela che spesso i produttori, se la regista è donna, preferiscono un direttore della fotografia uomo, per evitare “liti isteriche sul set”. E aggiunge: “Non mi riconosco nell’idea che una donna sia quella che porta armonia in un gruppo di lavoro”. Ma la quasi totale assenza di direttori della fotografia donne e la ancora scarsa percentuale di registe confermerebbe l’impressione che il sesso femminile sia penalizzato proprio nelle posizioni in qualche modo di comando.      

La DEA suggerisce alcune buone pratiche per il riequilibrio di genere nel cinema e nel documentario, anche basandosi sull’esperienza di altri paesi (Francia e Scandinavi in testa). E la ricerca prosegue ora con una nuova fase di costruzione della banca dati sulle posizioni di donne e uomini nel mondo dell’audiovisivo, partendo dalla formazione professionale, e con la raccolta di interviste.

Oggi è previsto un incontro della rappresentanti di DEA con la DG Cinema. Il progetto DEA condivide infatti le raccomandazioni sui decreti attuativi della Nuova Legge Cinema inviate al MiBACT da AGPCI, ANAC, Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani e Writers Guild Italia. Il progetto DEA è sostenuto da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, ha il patrocinio di UNESCO – Roma città creativa per il Cinema, ed è realizzato in collaborazione con Doc/it – Associazione Documentaristi Italiani, l’Università Roma Tre, il MIBACT – Direzione Generale Cinema , cOOkies adv

Legge Cinema e parità

Cristiana Paternò
10 Marzo 2017

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