Agnieszka Holland: ho preso al volo il treno delle serie tv

La regista polacca di numerosi episodi di serie tv di successo presenta al Festival di Lecce - che le dedica una retrospettiva di film e un Ulivo d'oro - Spoor, Orso d'argento all'ultima Berlinale


LECCE. Spoor che viene presentato in anteprima nazionale al Festival del cinema europeo è “un mix bizzarro di generi, dal poliziesco al thriller, dal fantasy alla dark comedy, un film politico che non immaginavo tale all’inizio”, così la regista polacca Agnieszka Holland, Ulivo d’oro, presenta il suo ultimo lavoro, codiretto con la figlia Kasia, Orso d’argento all’ultima Berlinale. A Lecce è in programma una retrospettiva delle sue opere, una decina, tra cui il suo esordio Attori di provincia, Premio Fipresci a Cannes 1979, e Europa Europa, candidato agli Oscar nel 1990. Non ci sono invece gli episodi da lei firmati di numerose serie tv americane, a partire dalla metà degli anni Duemila: da Cold Case a House of Cards, da Treme a The Wire.

“Negli anni ’90 è venuta meno nel cinema quella sorta di terra di mezzo dove si trattavano i grandi temi complessi e difficili della società in maniera accessibile per il grande pubblico – afferma la Holland – Una terra di mezzo creata a partire dagli anni ’60, grazie ai film europei e americani che venivano presentati ai grandi festival, e poi cancellata dai due estremi produttivi: il cinema d’autore interessante per i festival ma non per il vasto pubblico, e il blockbuster. In mezzo è rimasto il deserto. Una tragedia perché gli spettatori vogliono vedere i grandi problemi ma affrontati con amore, mostrati in modo fruibile”.
Così le tv via cavo, poi le reti televisive hanno riempito quel deserto con produzioni innovative, caratterizzate da tematiche e narrativa nuove, e non così commerciali come i blockbuster. All’inizio ha aperto la strada HBO, altri hanno seguito e ora sono arrivate Amazon e Netflix.

“Ho potuto così affrontare per la televisione i temi a me cari, avevo la possibilità d’esprimermi senza arrabattare quei finanziamenti necessari per il grande schermo, che spesso devono coprire i costi degli interpreti famosi. In tv tutto ciò non è necessario, riesci a portare sul set attori nuovi e originali”.
Cosa è avvenuto dopo la rivoluzione industriale? I grandi romanzieri come Stendhal, Tolstoj, Dickens raccontavano i temi sociali uniti a quelli etici. “Noi dobbiamo fare lo stesso perché là fuori c’è un pubblico che ha fame di questi argomenti. Perciò ho deciso di saltare subito sul treno televisivo”, aggiunge la regista.

La Holland al momento è impegnata nello sviluppo di tre progetti e non sa quale si realizzerà. Quello al momento più prossimo alla realizzazione è Ciarlatano che sta preparando nella Repubblica Ceca e che, non coinvolgendo una star internazionale, ha un budget contenuto. Il film è ambientato in Cecoslovacchia, durante gli anni ’50 del socialismo reale con protagonista un guaritore, privo di titoli e formazione adeguata, capace di diagnosticare e curare casi estremi, ritenuti senza speranza dalla medicina ufficiale. Ma per il regime comunista questo uomo dai poteri eccezionali è una minaccia…
Di nuovo un film, nella sua carriera che si confronta con il passato, non per scelta nostalgica, piuttosto perché gli eventi di ieri hanno un legame con la contemporaneità o delineano il futuro.

Del resto il cinema, a cominciare da quello europeo, deve fare i conti sempre più con la complessità del presente, “con un periodo pericoloso e di transizione. Abbiamo vissuto con ottimismo infantile la caduta dei muri e oggi tornano i demoni degli anni ’30 – rileva l’artista – Mi stupiscono non tanto i leader nazionalisti e populisti ma i loro elettori, convinti che quelli offrano delle soluzioni possibili. E ciò purtroppo è colpa della pigrizia dei partiti tradizionali di sinistra che, sia al governo che all’opposizione, non hanno dato risposte a tanti problemi della gente”.
E nella veste di chairwoman della European Film Avcademy la cineasta sottolinea con soddisfazione che i registi e gli sceneggiatori affrontino le problematiche sempre più con sguardo politico. “Del resto noi registi dobbiamo guardare alla condizione presente in modo empatico e fraterno. Il cinema del futuro deve avere un forte legame con la realtà, non solo descriverla, ma analizzarla. E’ necessario insomma un approccio razionale, onesto ed efficiente ”. 

Lecce 2017

Lecce 2017

Stephen Frears: una storia di tolleranza per la Mostra di Venezia

Victoria and Abdul con protagonisti Judi Dench e Adeel Akhtar, sarà pronto a fine estate, in tempo per Venezia dove il regista inglese è stato in concorso ben quattro volte. Il film racconta la storia vera di un'amicizia inaspettata: "La regina Vittoria ha sempre avuto gusti singolari, era circondata da uomini singolari, tra questi il suo servitore musulmano che veniva da Mumbai. Sicuramente una frequentazione su cui Donald Trump avrebbe da ridire", dice Frears, premiato dal Festival di Lecce

Lecce 2017

Premio Mario Verdone a ‘La ragazza del mondo’

Il georgiano My Happy Family di Nana & Simon vince l'Ulivo d'Oro, oltre al Premio per la Miglior Fotografia e al Premio Fipresci; il Premio per la Miglior Sceneggiatura e quello del Pubblico vanno a The Constitution (Croazia, Repubblica Ceca, Slovenia,2016) di Rajko Grlić e al protagonista del film, Nebojš Glogovac,è assegnato il Premio SNGCI migliore attrice/attore europeo; Premio Speciale della Giuria a A Taste of Ink (Francia,2016) di Morgan Simon; il Premio Cineuropa va a When the day had no name (Macedonia-Belgio-Slovenia, 2017) di Teona Strugar Mitevska

Lecce 2017

Isabella Ferrari torna a teatro con Valerio Binasco

Non si sbilancia sui progetti futuri: teatro da ottobre con Valerio Binasco - “un artista che mi ha insegnato tantissimo” - e due film importanti. Al Festival del cinema europeo, ritirando l’Ulivo d’oro, Isabella Ferrari traccia un sincero bilancio della sua carriera ricca di quasi 60 titoli, Nessuna accademia d’arte drammatica, la scuola è stata i tanti registi con i quali ha lavorato: Dino Risi, Giordana, Giacomo Battiato, Grimaldi, Mazzacurati, De Maria. “Mi fido molto del loro sguardo, del loro cuore"

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Inizieranno a metà giugno le riprese della nuova commedia da lui diretta e interpretata, scritta da Nicola Guaglianone e Menotti, gli sceneggiatori di Lo chiamavano Jeeg Robot


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