Sale urbane, tra il salotto e la ribollita

Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Paolo Virzì, Giovanni Veronesi, Paolo Sorrentino: cinque esponenti di spicco del nostro cinema dicono la loro, a ruota libera, sul ruolo e l'identità della sala


Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Paolo Virzì, Giovanni Veronesi, Paolo Sorrentino: cinque esponenti di spicco del nostro cinema dicono la loro, a ruota libera, sul ruolo e l’identità della sala cinematografica in piccoli contributi video. Ed è subito più digeribile e meno rituale il convegno sul “Futuro urbano dei cinema” organizzato dall’Anica. Sala strapiena con posti in piedi e qualificate presenze (in platea, tra i tanti, Francesca Cima, Andrea Occhipinti, Richard Borg, Giampaolo Letta, Agnese Fontana, Roberto Cicutto, Georgette Ranucci, Angelo Barbagallo, Riccardo Tozzi) per rispondere all’appello del presidente Francesco Rutelli in una mattinata densa di spunti e informazioni.

A partire dai contributi video (li trovate sul sito dell’Anica www.anica.it che ha trasmesso in streaming il dibattito) i cinque cineasti “tutti con la ‘V’, anche Vorrentino”, scherza Rutelli. Che ha annunciato un prossimo appuntamento il 13 giugno per discutere su dove va il cinema italiano, a decreti attuativi ultimati. 

Per Verdone “se i giovani si spostano verso i tablet, noi autori dobbiamo cercare di fare meglio, ma anche la sala deve rinnovarsi, ha bisogno di eleganza e di svolgere tante funzioni come accade nel Nord Europa dove ci anche i bar, il wifi, una libreria, un punto di ristoro. Il cinema deve essere il tempio dell’immagine. E deve garantire sconti alle famiglie”. Per Vanzina “Il multiplex ha la funzione del tritatutto, bisogna ridare alle sale la sensazione di essere un luogo gentile, la programmazione estiva salverà il cinema italiano”. Paolo Virzì immagina uno spazio “accogliente e appetitoso: avere solo i pop corn mi sembra un autogol in un paese che fonda la sua civiltà sul cibo, vorrei anche la ribollita”. Paolo Sorrentino, sogna “meravigliosi appartamenti con il confort della casa, reinventati come hanno saputo fare gli stadi del calcio”. Giovanni Veronesi spera che si possa fruire il film “su tutte le piattaforme in contemporanea, magari il lunedì e il martedì sui tablet, nel week end in sala… perché la gente non sempre ha tre ore da dedicare all’uscita e alla ricerca del parcheggio”. 

Si è aperto con i risultati di una ricerca realizzata dall’istituto GfK per Anica e DG Cinema sul profilo dello spettatore e sulle motivazioni che incidono sulla sua esperienza, il convegno di stamane. Il cinema ha un ruolo rilevante nel contesto entertainment, in modo particolare per i giovani; lo spettatore mostra un profilo aperto, esplorativo ed evoluto che racconta il cinema come forma d’arte e cultura; il cinema è nel nostro top of mind tra le esperienze fuori casa preferite nel periodo invernale. Si va al cinema per vedere un film che ci interessa ma anche per trascorrere una serata con gli amici o il partner, la socialità quindi resta fondamentale e si tende ad associare all’uscita per il cinema anche una cena o l’aperitivo. Resta il fatto che un 40% di italiani non acquista alcun contenuto culturale, dal cinema al libro. 

Il DG Cinema del MiBACT Nicola Borrelli, intervenuto in chiusura dei lavori, ha sottolineato l’importanza di questo incontro, il primo di questo tipo dopo l’approvazione della nuova Legge. “La sala è il punto d’incontro tra il mondo produttivo e il pubblico. Se continuiamo a vedere le risorse pubbliche come torte da dividere non andremo da nessuna parte. Occorre abbandonare vecchie logiche e posizioni dominanti e fare uno sforzo per distribuire prodotto attraente per lo spettatore”. 

Luigi Cuciniello, presidente Anec, ha criticato vincoli architettonici e livelli insostenibili di tassazione sugli immobili che soffocano l’imprenditore. Carlo Bernaschi, presidente Anem, ha definito le misure presenti nell’articolo 28 della Legge Cinema, un Piano Marshall per le sale con 120 milioni di incentivi nel periodo 2017-2021. Claude-Eric Poiroux, direttore generale di Europa Cinemas, si è soffermato sulla dimensione estetica e polifunzionale della sala nel continente europeo. Lionello Cerri ha annunciato l’ampliamento dell’Anteo, destinato a diventare un vero e proprio Palazzo del Cinema nella zona Brera Garibaldi di Milano. “Passiamo da 4 a 11 sale su 4 piani e su una superficie di 5.500 mq. Ci sarà una sala ristorante cinema con 24 posti, una sala multimediale e on demand, la struttura sarà aperta dalle 10 del mattino all’una di notte”. Intanto a Roma Lucisano Media Group sta progettando una multisala da 8 schermi e 1300 posti che sorgerà accanto all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, nell’area della Festa del cinema, integrandosi con il viadotto di Corso Francia.
E ancora, Francesco Giraldo, segretario generale Acec, e Mimmo Dinoia, presidente Fice, hanno ribadito la centralità della sala sia nella costruzione delle comunità che nella definizione della reputazione di una pellicola e quindi del suo successo. 

Per le istituzioni locali Luca Bergamo, vicesindaco di Roma e assessore alla Crescita culturale, ha invitato a rovesciare il punto di vista pensando a chi non usufruisce dell’offerta culturale, a partire dalle carenze che esistono sul territorio. “Questa amministrazione è pronta a intervenire su questo, i cinema sono un presidio sociale della città”. Mentre Lidia Ravera, assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio, ha ribadito l’impegno della Regione per la riapertura di teatri e cinema (solo a Roma sono 45 quelli che hanno cessato l’attività).

Cristiana Paternò
06 Aprile 2017

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