Deepcon 18: tra fantascienza e teologia pop

Ogni anno, da diciotto anni, si svolge a Fiuggi la Deepcon, convention dedicata a tutta la fantascienza, il fantasy e l'horror, organizzata dall’associazione Deep Space Nine


Ogni anno, da diciotto anni, si svolge a Fiuggi la Deepcon,  convention dedicata a tutta la fantascienza, il fantasy e l’horror, organizzata dall’associazione Deep Space One. Quest’anno l’evento ha avuto luogo dal 6 al 9 aprile e, data la presenza di protagonisti e addetti ai lavori in campo anche cinematografico e televisivo, CinecittàNews è stata invitata a seguire alcuni panel e confrontarsi con questa realtà per noi inedita. E’ un incontro di appassionati per appassionati, più vicina al grande raduno tra amici che al Festival classicamente inteso. Ciascuno dà il suo contributo per poter far sì che la Convention esista, si presentano libri, iniziative, punti di vista, si cena gomito a gomito con gli ospiti e le interviste, che ci sono state concesse in esclusiva, diventano molto simili a una piacevole chiacchierata.

Per quanto riguarda il cinema e l’audiovisivo, tre sono le figure professionali che hanno rilasciato dichiarazioni ai nostri microfoni, a partire dalla “star” dell’evento, l’attore Peter Williams, famoso per il ruolo del villain Apophis nella serie tv Stargate, di cui quest’anno si festeggia il ventennale, tratta da un grande kolossal hollywoodiano. Al contrario dello spietato alieno, l’attore giamaicano è piuttosto simpatico e affabile e ci racconta del suo lavoro e di come sta cambiando il mondo dell’audiovisivo oggi, con l’arrivo delle nuove piattaforme di distribuzione televisiva: “Stargate è stato un precursore, un paio di film sono andati direttamente in tv. Credo che la cosa veramente nuova sia la possibilità di guardare le stagioni delle serie tutte in una volta. So che si è parlato di fare un altro film per il cinema, ma non sono sicuro che se Stargate tornasse ora sarebbe un film, potrebbe essere così oppure una serie. Le possibilità con quel tipo di materiale sono veramente infinite, potrebbero ripartire daccapo con un nuovo cast o riferirsi al cast precedente. A essere onesto non ho molto tempo per guardare le serie però lo fanno la mia fidanzata e mia figlia, sono fan di Walking Dead e Bates Motel. Quando guardo qualcosa, comunque, mi concentro e non interrompo mai la visione. Sono uno spettatore abbastanza ‘classico’, guardo uno show alla volta. Come attore non avverto tanta differenza tra il lavoro al cinema e quello in tv. Ho fatto un paio di kolossal come The Chronicles of Riddick e Catwoman, poi per lo più film indipendenti e basati sui dialoghi come Hero di James ‘Pony’ Macfarlane, un regista caraibico molto conosciuto che uscirà l’anno prossimo e che parla di temi politici come l’insorgere dei movimenti ‘Black power’. Ora ho girato un episodio di The Expanse, una serie dove gli umani colonizzano Marte. L’organizzatrice di Deepcon Flora Staglianò, che è anche una grande traduttrice, curerà l’adattamento italiano.  Mi piacerebbe fare un film di super-eroi, e girarne uno in Italia. Mi piacciono Gina Lollobrigida, Sofia Loren e Roberto Benigni”. Riguardo al personaggio di Apophis, invece, dice: “Mi accompagna sempre. Non so se lo sa ma qualche anno fa due fan di Stargate hanno scoperto un asteroide e lo hanno chiamato Apophis in onore al personaggio, perché proprio come lui avrebbe potuto distruggere la terra. Le osservazioni iniziali indicavano una probabilità relativamente alta di collisione con il nostro pianeta in tempi brevi. Questo contribuisce a mantenere vivo l’interesse dei fan.

Eric Stillwell, attualmente Product Development Coordinator per la Disney, è noto agli appassionati di fantascienza soprattutto per aver lavorato come Script Coordinator in Star Trek: Insurrection e in Star Trek: The Next Generation, e come Production Associate in Star Trek: Voyager. Inoltre è stato Associate Producer della serie The Dead Zone. “In effetti oggi mi occupo di bambole di principesse – dice scherzando –  sono l’unico maschio insieme a sette donne e mi occupo delle approvazioni, lavoriamo con grandi partner come Hasbro e Mattel, loro pensano a costruire le bambole ma si coordinano con noi per stabilire le questioni relative al design, ai vestiti, alla moda. Facciamo un sacco di riunioni, anche con quelli del marketing. Abbiamo lavorato sui personaggi da Frozen e da Tangled, una nuova serie televisiva spin-off di Rapunzel. Ogni stagione c’è qualcosa”.

Anche Lolita Fatjo è una storica script coordinator e poi production assistant per Star Trek. “E’ sempre difficile spiegare questo lavoro, ed è anche piuttosto difficile farlo. Lo script coordinator lavora a stretto contatto con gli autori e verifica che tutto sia a posto e in continuity con quanto arrivato prima. Può immaginare quanto sia complesso farlo con un franchise ricco come quello di Star Trek. Leggiamo gli script e ci mettiamo alla ricerca di errori più o meno evidenti, poi li rimandiamo allo scrittore e così via. Inoltre anche le produzioni fanno spesso cambiamenti nello script e dunque siamo responsabili anche dell’organicità complessiva del prodotto, tutto deve essere omogeneo perché arrivi agli attori nella forma definitiva. Gli scrittori sono sempre impegnati e spesso dimenticano quello che scrivono. Accade più spesso di quanto può immaginare. Se torna in campo il fratello di Geordi La Forge, ci dobbiamo assicurare che abbia lo stesso nome che gli abbiamo dato anni prima. A volte ci sono errori nei costumi. La gente impazzisce, ci sono arrivate lettere di minacce. Ma era solo un errore. Siamo umani, dopotutto”.

“E’ diventato più difficile perché oggi i fan trovano di tutto su Internet, ne sanno anche più di chi ci lavora. Per chi è dall’altra parte della barricata spesso è una questione di tempi – prosegue Stillwell – devi andare in produzione presto così non hai modo di fare tutta la ricerca che ti serve. E allora succede che in una serie che si ambienta magari qualche anno prima di quelle già girate facciano riferimento a cose che non sono ancora state scoperte, e non si dovrebbero sapere. Anche i produttori sono divertenti, fanno passare queste cose come decisioni creative. Star Trek riflette quello che succede nei suoi tempi. Le prime serie strizzavano l’occhio a problemi come la Guerra Fredda, oggi è molto diverso. La fantascienza è uno specchio del mondo reale. Però è complesso dare un’idea di ‘futuribile’ oggi perché la nostra tecnologia si sviluppa in continuazione. Quello che ieri era raccontato come futuro oggi sembra vecchio”.

Tra i molti eventi culturali a tema è spiccata invece in particolar modo la presentazione del volume ‘Il vangelo secondo Star Wars’ di Peter Ciaccio, pastore valdese fautore e sostenitore di un interessante concetto di ‘teologia pop’ (è già autore dei testi ‘Il vangelo secondo i Beatles’ e ‘Il vangelo secondo Harry Potter’). Il testo è realizzato a quattro mani con Andreas Köhn e pubblicato da Claudiana. “L’idea mi viene da un testo degli anni ’60 – racconta Ciaccio – ‘Il vangelo secondo Charlie Brown’, di Robert Short, che giustamente ricordava che Schulz era anche un predicatore. La teologia pop non è una novità. La chiesa e la cultura popolare sono state sempre legate, pensiamo alle madonne del 300, le Chiese erano i finanziatori delle opere, come oggi i produttori cinematografici. Poi c’è stata una cesura, così come con Galileo le scienze, anche le arti si sono separate dalla Chiesa, per certi versi forse è stato un bene, ma oggi mi piacerebbe ricercare un punto di incontro, ovviamente in regime di collaborazione e non di imposizione. Quando il teologo accetta che Cristo oltre a essere il Salvatore è anche un grande archetipo letterario gli si apre un mondo: dato che sono appassionato di cinema e non rispondo allo stereotipo dell’eremita sul monte Athos, riflettere su quanto questi archetipi si ritrovino negli esponenti della narrazione moderna mi viene naturale. In Star Wars ci sono molti concetti evangelici: ad esempio quello di Speranza. Palpatine è tentatore come Satana, “Che la Forza sia con te” è paragonabile a una benedizione e la trinità Forza/Anakin/Luke rimanda all’asse Padre-Figlio-Spirito anche se non è una corrispondenza perfetta. Incasellare non porta mai a buoni risultati”. L’autore sta attualmente lavorando a un nuovo testo sulla Bibbia nel cinema. 

Andrea Guglielmino
10 Aprile 2017

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