Pupi Avati: “Con ‘Il signor Diavolo’ torno al mondo fantastico dell’infanzia”

Il regista è stato protagonista di una masterclass al Bifest


BARI – Ha intrattenuto la platea del Teatro Petruzzelli da grande affabulatore Pupi Avati, che al Bifest di Bari ha tenuto una coinvolgente master class dopo aver ricevuto il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence. In piedi sul palco, il regista si è esibito in un racconto “intimo” su quel “ragazzo di provincia non bello, non ricco e non simpatico che negli anni ’50 cercava la sua strada”, svelando l’uomo che crede che “si sopravvive ai dolori solo con la spudoratezza del sogno”, tanto che, confessa, “tutte le sere preparo il discorso di ringraziamento dell’Oscar in inglese. Finora non ho dovuto usarlo, ma prima o poi lo sentiranno”. E tra gli aneddoti sulla sua gioventù e il suo matrimonio “iniziato grazie a una menzogna”, sull’amore per il jazz e la rivalità con Lucio Dalla che “con talento, cattiveria e gioiosità è riuscito a farmi fuori e a convincermi a rinunciare al sogno della musica”, Pupi Avati ha infilato alcune dichiarazioni sul suo nuovo progetto, con il quale porta il passato nel futuro. 

“Torno al cinema con cui ho cominciato – ha spiegato – e mi misuro di nuovo con il mondo fantastico che mi veniva raccontato da bambino. Alla luce della catastrofe che sta affrontando il cinema italiano, che fa solo commedie giovanilistiche e i cui box office sembrano bollettini di guerra, mi sembra una scelta di buon senso tornare a rivolgersi al genere”. Il nuovo film si intitolerà Il signor Diavolo e sarà tratto dal suo libro omonimo in uscita: “Ho riaperto i cassetti della mia infanzia e ho deciso di raccontare una favola legata alla cultura contadina, con elementi esoterici e una religiosità preconciliare. Sarà ambientato negli anni ’50, quando l’alluvione del Polesine ha allagato anche i cimiteri. Mi torna l’immagine delle bare che riafforavano dalla terra nell’acqua, e i parenti cercavano i loro morti”. I protagonisti saranno due ragazzini “immersi nella paura e nella sacralità, visto che sono stati educati ad aver paura del diavolo. Personalmente, torno alle cose che mi spaventano: credo ancora che esista il male assoluto, soprattutto quando vedo alcuni comportamenti di cattiveria gratuita e inspiegabile”. 

Michela Greco
25 Aprile 2017

Bari 2017

Bari 2017

Jacques Perrin: i miei documentari naturalistici contro Trump

Nella masterclass al Bif&st l’artista francese ha raccontato il suo impegno ambientalista di produttore e regista cominciato nel 1989 con Le peuple singe

Bari 2017

Bif&st: 75mila spettatori, 21/28 aprile l’edizione 2018

La grande Retrospettiva 2018 sarà dedicata a un autore o un’autrice internazionale vivente. “Quest’anno il ponte del 25 aprile si è rivelato tutt’altro che uno svantaggio, anzi ha incrementato le presenze” afferma il direttore Laudadio, auspicando che torni disponibile il teatro Kursaal Santa Lucia. Il presidente Michele Emiliano ha accennato ai teatri Piccinni e Margherita che, una volta restaurati, potrebbero tornare utili, e a connettere meglio la Fiera del Levante con il Festival, raccogliendo la sfida di spazi dedicati alla creatività

Bari 2017

Valeria Bruni Tedeschi: voto francese, Mélanchon si pronunci

“In Francia il pericolo è molto grande, spero che il 7 maggio al ballottaggio chi ha deciso di non andare a votare cambi idea. Spero che Jean-Luc Mélanchon dia un’indicazione di voto, è insopportabile che non si sia pronunciato”. L'attrice non si sottrae alla domanda di rito sul prossimo voto presidenziale francese, ospite del Bif&st dove ha ricevuto il premio Anna Magnani come miglior attrice per il ruolo ne La pazza gioia. A giugno esce il suo documentario sull’Alzheimer Una ragazzina di 90 anni

Bari 2017

Premiati Alessandro Aronadio, Sara Serraiocco e Luca Marinelli

Al Bif&st Premio Ettore Scola al regista di Orecchie; Premio Mariangela Melato alla protagonista de La ragazza del mondo; Premio Gabriele Ferzetti al protagonista de Il padre d’Italia


Ultimi aggiornamenti