Franceschini: la sfida europea

Decreti attuativi in dirittura d'arrivo, riassetto di Cinecittà, con il coinvolgimento della Rai. Il ministro incontra i giornalisti alla vigilia del 70° Festival di Cannes


CANNES – Decreti attuativi in dirittura d’arrivo, riassetto di Cinecittà all’orizzonte, con “la possibilità che torni di proprietà pubblica con il coinvolgimento della Rai, per una nuova stagione del cinema italiano che sappia anche attrarre investimenti esteri”, Europa come grande opportunità da cogliere perché “da soli siamo tutti piccoli, ma come EU siamo il più grande produttore e distributore di contenuti mondiali”.

Il ministro Dario Franceschini è a Cannes, per l’inaugurazione del festival e incontra i giornalisti presso l’Italian Pavilion, lo spazio allestito nei saloni dell’Hotel Majestic da Luce Cinecittà in collaborazione con Anica e con il contributo della Direzione Generale Cinema, Ministero dello Sviluppo Economico ed Ice. E’ il presidente e ad di Luce Cinecittà, Roberto Cicutto, a introdurre l’incontro, mentre nell’affollata platea sono seduti molti addetti ai lavori, dal presidente Anica Francesco Rutelli al presidente dei distributori Anica Andrea Occhipinti, da Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma a Gaetano Blandini, direttore generale della Siae, da Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema a Giorgio Gosetti, delegato generale dei Venice Days, per citarne solo alcuni.

Franceschini parte dalla presenza italiana al festival che definisce di qualità e d’interesse: ”L’Italia ha un patrimonio di talenti da far conoscere al mondo e i sei film in cartellone a Cannes lo dimostrano”. Tra i temi affrontati dal ministro, quello dei decreti attuativi, in via di definizione. ”E’ arrivata una legge attesa da molti decenni che aumenta le risorse, con una disponibilità minima di 400 milioni di euro annui, introduce regole innovative e importa un modello simile a quello francese, il fondo è alimentato dall’11% di entrate fiscali dai contenitori che utilizzano il cinema come contenuto. Valorizziamo l’industria ma anche il cinema di ricerca perché una quota che va dal 15 al 18% del fondo è destinata ai contributi selettivi, per i giovani, i cosiddetti film difficili, le opere prime e seconde”.

L’iter dei primi sei decreti attuativi è concluso, e prima della pausa estiva verrà completato l’intero  percorso. I decreti approvati sono relativi al Consiglio superiore dell’audiovisivo, al Nuovo fondo cinema e audiovisivo, ai criteri per la nazionalità dei film. Altri tre sono stati inviati ai ministeri di riferimento (tax credit) e altri cinque, tra cui la disciplina dei contributi automatici, selettivi e di promozione, saranno perfezionati per la firma alla fine della prossima settimana, sarà nominata anche una commissione di cinque esperti. Dunque entro la fine di maggio quattordici decreti saranno stati emanati, mentre gli altri sei, in corso di lavorazione, saranno adottati entro metà giugno e nel mese di luglio sarà la volta dei decreti legislativi”. Tra i decreti mancanti anche quello per la didattica dell’audiovisivo nelle scuole. 

E’ un lavoro condiviso, sottolinea Franceschini. “Condiviso e costruito con tutte le categorie, a volte con soddisfazione totale, a volte anche no, e si inserisce in una scelta del sistema paese: la legge cinema è stata voluta dal premier Matteo Renzi e portata avanti dal suo successore Paolo Gentiloni, ed è una scelta ampiamente condivisa dal Parlamento perché il cinema è un settore trainante”.

Sul riassetto di Cinecittà il ministro ribadisce che “la nuova norma approvata dal Parlamento consente di costruire le condizioni per una svolta positiva, con la messa in discussione del rapporto con i privati di Cinecittà Studios, ovvero un ritorno alla proprietà pubblica con il coinvolgimento della Rai”. L’obiettivo è ”la costruzione di una cittadella del cinema e dell’audiovisivo, volano per una nuova stagione di cinema italiano e per attrarre investimenti stranieri con il tax credit”.

Rispondendo poi alle domande della platea, il ministro conferma che sono previsti “contributi per la ristrutturazione delle sale con la possibilità di deroghe alle norme urbanistiche per le sale di città”. Sul fronte della stagionalità, si farà ”un lavoro di promozione e incentivi per chi esce d’estate dopo l’impegno del secondo mercoledì del mese a prezzo scontato”.

Franceschini invita inoltre a ”ragionare come cinema europeo, ovvero a non affrontare i giganti della rete singolarmente, perché siamo tutti piccoli come singoli paesi, ma come continente siamo il più grande produttore e fruitore di contenuti audiovisivi”. Anche la Brexit, che di per sé è una cosa negativa, può mettere in moto un meccanismo positivo. “L’uscita di un paese come la Gran Bretagna, culturalmente legata al sistema e alla cultura dei paesi anglosassoni, può dare al resto dell’Europa un nuovo impulso unitario, specie in materia di cultura e audiovisivo”. Franceschini attende anche la nomina del nuovo ministro della Cultura francese: “Ho avuto un’ottima intesa con le tre ministre che l’hanno preceduto e penso di proseguire su questa strada”.

Sulla polemica tra Cannes e Netflix, il ministro ribadisce che si ”deve difendere il cinema nelle sale, ma non conviene avere solo logiche difensive: anche sull’eccezione culturale ci siamo messi sulla difensiva, senza pensare al contrattacco”.

Infine, allargando il campo, Franceschini osserva, citando l’esperienza del Premio Migrarti, come ”tutte le paure di questo tempo vengano dalla mancanza di conoscenza dell’altro, “la multiculturalità è valorizzazione dell’identità, noi non dobbiamo costruire muri ma ponti”. 

Leggi il comunicato stampa del MiBACT

Cristiana Paternò
17 Maggio 2017

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