Ozon, a scuola di sesso dai gemelli diabolici

L'amant double, thriller erotico di Francois Ozon con tanti riferimenti al cinema di genere, ha diviso il festival ma potrebbe affascinare Pedro Almodovar


CANNES – Potrebbe persino entusiasmare il presidente della giuria Pedro Almodovar con la sua collezione di temi psicoanalitici, con le trovate kitsch e con l’erotismo sbandierato, tutte cose care al maestro spagnolo, ma sarebbe una Palma molto contestata quella a L’amant double di Francois Ozon, che ha diviso la platea tra applausi e fischi. Dopo il rigoroso Frantz, visto in concorso a Venezia, il cinquantenne cineasta francese stupisce con un thriller erotico di stampo hitchcockiano (con riferimenti a De Palma, Polanski e Cronenberg), ispirato a un romanzo breve di Joyce Carol Oates (Lives of Twins).

Una costruzione da non prendere troppo sul serio ma da godere così com’è. “E’ un film di genere, che gioca con i codici, manipola lo spettatore, è certamente molto diverso da Frantz che era invece un film classico, qui mi spingo molto oltre”, rivela il regista. Che ha voluto con sé due attori già complici di precedenti avventure: la seducente Marine Vacth, scoperta proprio da Ozon in Giovane e bella, e Jérémie Renier, attore dei fratelli Dardenne, da lui diretto in due opere precedenti: Amanti criminali e Potiche

Vacth è una giovane donna chiaramente disturbata che si rivolge allo psicoanalista Paul (Renier) per capire le ragioni del suo persistente mal di pancia, privo di qualsiasi ragione organica. Nella prima scena l’abbiamo vista tagliarsi i capelli corti e quindi intraprendere una visita ginecologica – che il regista francese filma nel dettaglio lasciandoci vedere ciò che si vede attraverso uno speculum, “è la prima volta che noi uomini entriamo così nello studio di una ginecologa”, scherza – ora eccola impegnata in un setting che ben presto sarà interrotto. Paul infatti si innamora di lei, ricambiato, e la coppia va a vivere insieme. Ma Chloe non è affatto guarita, mentre Paul non ha detto tutta la verità sul suo passato. Morboso e grondante erotismo – c’è anche una scena in cui lei indossa uno stap-on per sodomizzare il suo compagno, il film sfodera tutto un campionario di situazioni erotiche: il dolce Paul ha infatti un gemello, anche lui psicologo, Louis, uomo brusco e dai tratti sadici, con cui Chloe inizia una relazione segreta che la porterà a scoprire aspetti inediti della sua sessualità ma anche vari scheletri nell’armadio. Non si deve rivelare oltre per non rovinare la visione. Basti dire che ognuno, in questa vicenda, ha il suo doppio da qualche parte, compresa Jacqueline Bisset, che vediamo nel ruolo della madre, poco presente, di Chloe, e della madre di una ex compagna di classe finita malissimo. E persino la vicina di casa (Myriam Boyer) che la ragazza incontra per via del suo gatto, è una presenza inquietante e ambigua. “A filmare i gatti, che sono animali magnifici, mi sono divertito molto anche se ne ho un po’ paura”, rivela Ozon.  

L’amant double è il 17° film di questo autore molto prolifico. “A differenza di tanti miei colleghi, io mi diverto molto a lavorare e non soffro affatto sul set, quindi per me è normale fare un film l’anno. E poi ho sempre qualcosa da raccontare”, dice. Estrema l’attenzione alle geometrie – specchi e vetrate, elementi che si raddoppiano di continuo, persino un sogno (o una fantasia) in cui Chloe si immagina unita a una gemella siamese mentre fa sesso con i due gemelli – tutto ruota attorno al tema del doppio. “Il décor cerca di esprimere l’interiorità dei personaggi e soprattutto quella di Cloe”, dice ancora Ozon, che ha un ottimo alleato nel direttore della fotografia Manuel Dacosse.

Immancabili le domande sulle scene di nudo. “Le scene di sesso erano tutte scritte e molto coreografate. Gli attori le hanno provate a lungo, dapprima vestiti. E per fortuna tra loro c’è sintonia e non antipatia, come accade più spesso di quanto si possa immaginare”, racconta Ozon, che ha cercato di mostrare l’evoluzione del desiderio di Chloe e il suo diverso atteggiamento verso i due gemelli. 

Tra gli assi nella manica del film, che sarà distribuito da Academy Two, la presenza di Jacqueline Bisset, molto applaudita al suo ritorno a Cannes. L’attrice britannica arrivò qui per la prima volta nel ’73 con Francois Truffaut per Effetto notte insieme a Valentina Cortese. Ed è stata una parrucchiera a suggerire questa scelta a Ozon: “Stavamo ancora cercando l’attrice giusta per il ruolo della madre di Chloe e lei è stata una scelta perfetta, hanno lo stesso sguardo da gatta”. 

Cristiana Paternò
26 Maggio 2017

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