L’attore si racconta a Pesaro con Trinca e Carnelutti

L'Evento speciale del Festival (17-24 giugno) è dedicato quest'anno all'attore nel cinema italiano contemporaneo. Omaggio a Roberto Rossellini nel quarantennale della scomparsa


La 53a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, che si terrà a Pesaro dal 17 al 24 giugno, dedica alla figura dell’attore nel cinema italiano contemporaneo l’Evento speciale. “Solo in tempi recenti lo studio dell’attore e della sua immagine ha prodotto risultanti rilevanti permettendo di osservare da prospettive inedite la storia del cinema italiano e del rapporto col pubblico”. Da questa considerazione e da alcune domande è partita la ricerca di Pedro Armocida e Andrea Minuz che hanno curato il volume “L’attore nel cinema italiano contemporaneo. Storia, performance, immagine” edito da Marsilio. Alle domande risponderanno dal vivo alcuni interpreti, tra i quali Jasmine Trinca, Valentina Carnelutti e Blu Joshimi che saranno protagoniste di altrettante serate a Pesaro, durante le quali presenteranno i loro film più significativi. Inoltre è prevista una tavola rotonda conclusiva. Per Valentina Carnelutti, che è anche membro della giuria del concorso, Pesaro è un festival speciale: “Sto lavorando al mio primo lungometraggio da regista e spero che sia all’altezza della Mostra del Nuovo Cinema, che mi corrisponde intimamente per la commistione di modernità e cura del passato”, ha detto l’attrice. Che ha scelto per rappresentarla nella retrospettiva Le ombre rosse di Citto Maselli (2009). “Lavoro da quando avevo 16 anni, ma non ho fatto tanti film come protagonista e questo è uno di quelli”. E prosegue: “Sono critica su quel film, sia in termini cinematografici che di contenuto, ci sono addirittura cose che mi innervosiscono. Ma sono anche molto legata a quell’esperienza. Tra l’altro è l’ultimo film che Citto ha fatto fino ad ora e per me ha segnato un passaggio nel mio mestiere”.   

Per il quarantesimo anniversario della scomparsa è previsto un omaggio a Roberto Rossellini. L’autore fu sempre presente nelle prime edizioni della manifestazione (quelle che Lino Miccichè molti anni dopo definirà il suo “periodo d’oro”), portandovi, assieme al suo prestigio, anche esperienza e concretezza nell’affrontare le questioni pratiche, e dando un contributo importante all’affermazione della Mostra stessa. L’Omaggio a Rossellini, a cura di Bruno Torri e realizzato in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, comprende la proiezione di sei film: Roma città aperta in versione restaurata il 18 giugno in Piazza, Paisà il 24 giugno, Europa ’51 e India il 19, La presa del potere da parte di Luigi XIV il 24 e Cartesio il 20. A completare la retrospettiva anche una serie di pillole sul regista scelte da Fulvio Baglivi (dal 19 al 24, prima delle proiezioni delle 15 e di quelle in Piazza) e una prestigiosa tavola rotonda alla quale interverranno Adriano Aprà, Fulvio Baglivi, Elena Dagrada, Virgilio Fantuzzi, Felice Laudadio, Andrea Martini, Paolo Mereghetti, Renzo Rossellini, Piero Spila, Roberto Turigliatto. I film scelti rappresentano un “campione”, piccolo ma rappresentativo, della vasta produzione cinematografica e audiovisiva di Rossellini e delle diverse stazioni del suo itinerario creativo-culturale. 

Il film scelto per l’inaugurazione in Piazza del Popolo, il 17 giugno, è Gli intoccabili di Brian De Palma, il famoso gangster movie che compie trent’anni.
 
“Nuovo cinema oggi è l’apertura più totale all’ibridazione delle forme cinematografiche segnate sempre da un’originale ricerca linguistica”, dichiara il direttore del Festival Pedro Armocida (coadiuvato dal comitato scientifico composto da Bruno Torri (presidente), Laura Buffoni, Andrea Minuz, Mauro Santini, Boris Sollazzo e Gianmarco Torri). In questo spirito sono state selezionate le opere prime e seconde che concorrono al Premio Lino Miccichè. António Um Dois Três, opera prima del giovanissimo brasiliano Leonardo Mouramateus, appena ventiseienne, presenta le storie di tre personaggi alla ricerca d’amore sullo sfondo di una Lisbona magica. The First Shot, diretto da Yan Cheng e Federico Francioni, racconta di tre essere umani molto differenti, accomunati dalla ricerca della propria identità in una Cina in perenne mutamento. “E’ un film da cui traspare un sentimento d’angoscia – spiega Francioni – il 5 giugno c’è stata la ricorrenza delle proteste di Piazza Tienanmen, Yan Cheng, che è molto giovane, essendo nato nel ’92, quindi dopo l’89, ha l’età dei tre giovani protagonisti del film, che rappresentano questa generazione di ventenni con il loro modo di guardare a un futuro dagli esiti incerti”. D’ambientazione cinese è anche Children are not afraid of death, Children are afraid of ghosts di Rong Guang Rong che mescola sapientemente documentario e sequenze d’animazione per raccontare il drammatico suicidio di gruppo di bambini in un villaggio rurale, una ricerca dolorosa che ha portato il regista a venire arrestato dalle autorità cinesi. Il francese Jean-Gabriel Pério con Summer Lights imbastisce a Hiroshima una potente riflessione sulla memoria ed esplora la condizione degli hibakusha, i reduci della bomba atomica, a lungo ostracizzati dalla società giapponese. Francese è anche Elise Girard, la regista di Strange Birds, opera sulla particolare relazione che si instaura per le vie di Parigi tra la giovane Maive e un anziano e disilluso librario interpretato dal grande Jean Sorel. L’incontro tra due solitudini porta allo sviluppo di una storia d’amore non convenzionale che aiuterà la protagonista a entrare nell’età adulta e a compiere scelte decisive per la sua vita. People that are not me, opera prima dell’israeliana Hadas Ben Aroya, è un vivido racconto della gioventù di Tel Aviv e di una ragazza, Joy (interpretata dalla regista stessa), che cerca di dimenticare il proprio ex abbandonandosi ogni notte tra le braccia di sconosciuti, alla ricerca di un senso intimità nel labirinto della solitudine metropolitana. Ci si sposta nei Balcani con Baba Vanga della polacca Aleksandra Niemczyk, allieva di Bèla Tarr, sulla figura realmente esistita che dà il titolo al film, una veggente che, dopo aver perso la vista, inizia a comunicare con le anime dei defunti e a predire il futuro, compresa la fine del mondo. Il concorso si chiude con Sexy Durga di Sanal Kumar Sasidharan, un viaggio nella notte indiana in compagnia di una coppia in fuga e di un paio di criminali, le cui traiettorie convergono misteriosamente con un antico rituale in onore della dea Kali che si sta svolgendo in un villaggio del Kerala.

A conferire i premi torna quest’anno una prestigiosa giuria internazionale composta dal cineasta portoghese João Botelho, dal regista e direttore della fotografia italiano Mario Brenta e, come si è detto, dall’attrice italiana Valentina Carnelutti. I giurati saranno omaggiati con proiezioni dedicate. Botelho presenterà infatti il documentario O cinema, Manoel De Oliveria e eu nella sezione Critofilm, all’interno della quale rientra anche Effetto Olmi di Brenta. Durante l’evento speciale dedicato all’attore nel cinema italiano contemporaneo. Di Carnelutti si vedrà, oltre a Le ombre rosse, anche il cortometraggio da regista, ReCuiem (2013).  

Torna Satellite, la sezione panoramica e non competitiva che vuole restituire la superficie complessa e indefinita della produzione audiovisiva italiana a bassissimo budget. Diciotto opere prime o inedite, non necessariamente di giovanissimi, divise in cinque percorsi tematici che spaziano dai 4 minuti di Through the Looking Glass di Walter Ronzani ai 64 di Jointly sleeping in our own beds di Saverio Cappiello, passando per lavori come Viaggio a Montevideo di Giovanni Cioni e Neviaro di Francesca Cogni, in mezzo a graditi ritorni a Pesaro come quello di Claudio Romano con Verso casa

Nicolas Rey – da non confondere con il famoso regista americano – è un cineasta difficile da etichettare, specializzato nel Super8 e nel 16mm e che nel 1995 ha contribuito alla creazione di quel miracolo che è “L’abominable”, laboratorio collettivo di stampa e sviluppo di pellicole a Parigi. A Pesaro arriverà in macchina dalla capitale francese portando i tre proiettori che servono a mostrare alcune sue opere. Saranno proiettati quattro suoi film, tutti in 16mm e ci sarà una performance speciale al Centro Arti Visive – Pescheria (il 21). Rey sarà anche protagonista di un incontro moderato da Federico Rossin.  

Tra i cineasti più interessanti dell’altro cinema spagnolo, Pedro Aguilera (classe 1978) arriva per la prima volta in Italia con i suoi tre film caratterizzati da una forte eterogeneità di contenuti e da una rigorosa ricerca formale e linguistica. La sua opera prima, La influencia, è stata presentata a Cannes nel 2007 all’interno della Quinzaine des Réalisateurs, mentre Naufragio (2010) ha partecipato al festival di San Sebastian e a quello di Rotterdam che ha ospitato quest’anno, in concorso, anche il suo terzo lungometraggio Demonios tus ojos, una riflessione sullo sguardo e sul fascino del proibito che arriva a lambire territori morbosi quando un regista scopre la sorellastra su un sito per adulti e decide di iniziare a filmarla ininterrottamente, rendendola ben presto un (oscuro) oggetto del desiderio. Tra un film e l’altro ha inoltre lavorato a stretto contatto in Messico con Carlos Reygadas, coproduttore del suo primo film, e con Amat Escalante.

Tra gli eventi di questa edizione anche una proiezione speciale (il 23 giugno) dedicata a Belle dormant, il ritorno dietro la macchina da presa del cineasta spagnolo Ado Arrietta, tra i più importanti registi underground, prima in Spagna e poi, dal ’68, in Francia. Belle dormant è una favola classica ma molto contemporanea, con un occhio a Jean Cocteau, che vede protagonista un Principe Azzurro alla ricerca della sua Bella Addormentata contro il volere di un Padre-Re malvagio e Mathieu Amalric nel ruolo del Tutore.  

Critofilm2, cui si accennava prima, è la seconda parte della prima grande retrospettiva, a cura di Adriano Aprà, sui film sul cinema. Tra le proposte Catene di Patrizia Pistagnesi (1985). 

Cristiana Paternò
09 Giugno 2017

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