Crescentini: “I social? Sono la terra della vanità”

L'attrice, premiata al Festival di Giffoni: "C'è una strana malattia dietro ai social. Non so davvero se tutti debbano avere diritto di opinione"


GIFFONI VALLE PIANA – “Le domande dei giffoners sono sempre le più belle”: Carolina Crescentini risponde con generosità alle curiosità, tecniche e professionali, che arrivano dalla platea dei giovani giurati di Giffoni dove ha ricevuto il Giffoni Experience Award. Applaudita in sala per il ruolo del sostituto procuratore della Repubblica Laura Piras, interpretato ne I bastardi di Pizzofalcone – di cui stanno per partire le riprese della seconda stagione come annunciato al GFF dalla direttrice di Rai Fiction Tinni Andreatta – l’attrice non ha potuto evitare una domanda sull’amatissimo personaggio di Corinna in Boris. “Quel personaggio mi faceva sudare tantissimo. E’ faticoso recitare male: per riuscirci bisogna concentrarsi tantissimo e credere in quello che fa il personaggio, altrimenti finisci per giudicarlo”. A proposito di giudizi, di certo i social – tema affrontato in un altro suo film, Beata ignoranza – hanno esasperato il rapporto tra pubblico e artisti: “C’è una strana malattia dietro ai social. Non so davvero se tutti debbano avere diritto di opinione. Lo so, è una provocazione, ma davvero mi chiedo dove siano quelli che urlano dietro lo schermo del computer. Di certo non sono in piazza altrimenti sarebbero cambiate già tantissime cose in questo Paese”.

Non ne nasconde il valore promozionale per il cinema, tanto più che ci sono tanti ottimi registi penalizzati da distribuzioni sbagliate (“Penso a Index zero di Lorenzo Sportiello”) o in attesa di validi produttori: in questo senso il passaparola resta una risorsa. “Per il resto però i social sono la terra della vanità. Io li uso essenzialmente per restare in contatto con i miei amici, ma il principio è ‘Vengo visto, dunque sono’, anche se poi ciascuno dà di sé un’immagine migliore”. A Giffoni, invece, l’atmosfera è decisamente diversa: “La cosa bella di questo Festival è che qui ci si scambia idee, ci si conosce e si coltivano anche i dubbi, il vero modo per imparare a pensare”.

“Studiare, studiare, studiare e resistere – consiglia l’attrice ai ragazzi che vogliono diventare attori – perché ci sono molti più attori che ruoli. Ci saranno sempre momenti difficili, non dipende da che livello avrai raggiunto, incontrerete persone che vi faranno passare la voglia di continuare o che vi illuderanno. Siate sempre convinti di quello che volete fare”.

Nel suo futuro non esclude un ritorno al teatro, frequentato agli esordi in tanti localini off di Roma insieme ad amici ormai affermati nel mondo del cinema, come Massimiliano Bruno che l’ha diretta nel suo ultimo film: “Ho deciso di fare Beata ignoranza proprio perché avevo una gran voglia di lavorare con lui”, dice, elencando poi tra le migliori risorse del cinema Claudio Giovannesi e Claudio Cupellini, tra i suoi amici fin dai temi del Centro Sperimentale. Per adesso la Crescentini si gode si gode il ritorno a Giffoni: “Ho visto passare Bryan Cranston! Fatemelo incontrare, voglio diventare amica di Walter White!”, dice con lo stesso sorriso di tanti altri ragazzi arrivati per incontrarla. 

Cr. P.
21 Luglio 2017

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