Il cratere, favola Disney al contrario

Silvia Luzi e Luca Bellino portano la loro opera prima Il cratere in concorso alla 32ma Settimana Internazionale della Critica. Storia di Rosario e di sua figlia Sharon


Una favola Disney al contrario. Così Silvia Luzi e Luca Bellino definiscono Il cratere, la loro opera prima in concorso alla 32ma Settimana Internazionale della Critica. Storia di Rosario, un ambulante gitano che gira per feste di piazza e regala peluche a chi pesca il numero vincente, e di sua figlia Sharon, tredicenne dalla bella voce che lui sogna diva bambina nel mondo dei neomelodici. Così il successo diventa un’ossessione e una condanna per quella ragazzina che vorrebbe semplicemente viversi la vita.

Nel film troviamo l’approccio al documentario già sperimentato nelle opere precedenti del duo: La minaccia (2008) candidato al David di Donatello e premiato al New York Young Filmmakers Prize, e Dell’Arte della guerra (2012) presentato alla Festa di Roma e vincitore di numerosi riconoscimenti. “Non consideriamo il documentario come una palestra per arrivare alla finzione e del resto non consideriamo questa distinzione interessante: nei nostri documentari c’era finzione e nella finzione c’è documentario. Certamente l’approccio al cinema del reale ci ha insegnato molto, per esempio il rapporto con i non attori”, dicono Luzi e Bellino. 

Ne Il cratere, prodotto dalla loro TFILM con Rai Cinema e il contributo del MiBACT, c’è una canzone, Na stella di Fausto Mesolella, interpretata da Gianmaria Testa. “E’ l’unica canzone cantata in napoletano da Testa, che era un nostro amico e che purtroppo è scomparso, come anche Mesolella. Quella canzone combacia perfettamente con quello che raccontiamo, parla di una stella e Crater è una costellazione debole e incerta, invisibile perché estremamente luminosa. Crater è percepibile per una sola stagione, di notte, in primavera e solo dal Sud del mondo”.

Protagonisti sono Rosario e Sharon Caroccia, che hanno dato al film l’intimità del rapporto padre-figlia. “Abbiamo scelto di stare con loro e lottare attaccati alle loro vite, alla guerra dichiarata per costrizione e conservazione. Il cratere racconta il cruccio, il pregiudizio e l’onta, il passo e l’inganno. E’ melodia dialettale per libera scelta, lotta di classe perpetua e primitiva”. 

Napoli non sembra connotare la narrazione secondo certi stereotipi. “E’ una napoletanità né circense né drammatica, che non abbiamo sfruttato ma neanche nascosto”, dicono ancora i due. Mentre sul rovesciamento dell’universo Disney spiegano: “Nel film siamo in un mondo di adolescenti cresciuti con serie tv e cantanti come Violetta o Ariana Grande oppure Justin Bieber”. Infine sulla collocazione alla Sic: “E’ la vetrina giusta, propone il cinema che a noi piace”.  

Cristiana Paternò
24 Luglio 2017

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