Downsizing, il minimondo ci salverà?

Un tanto di fantascienza, un tanto di umanesimo e una buona dose di ecologia sono gli ingredienti di Downsizing, il film di Alexander Payne che apre Venezia 74, in concorso


Un tanto di fantascienza, un tanto di umanesimo e una buona dose di ecologia sono gli ingredienti di Downsizing, il film d’apertura di Venezia 74, in concorso, e dal 25 gennaio in sala. Scritto e diretto dall’americano, di origine ellenica, Alexander Payne, apprezzato esponente del cinema indipendente con titoli come Sideways In viaggio con Jack e Nebraska, due volte Oscar per la sceneggiatura, è la storia di un everyman, interpretato con precisione e simpatia da Matt Damon. Lui è Paul Safranek, un fisioterapista di Omaha che decide, insieme alla moglie (Kristen Wiig), di aderire al programma di ridimensionamento. Gli scienziati norvegesi hanno infatti messo a punto, come soluzione alla sovrappopolazione e all’inquinamento, un processo praticamente indolore e quasi senza rischi che riduce gli esseri umani alla statura di 12 cm. Le risorse diventano così illimitate, gli sprechi minimi e tutti (o quasi) possono essere ricchi e abitare nella casa dei sogni (tanto è una casa di bambola). Certo, la comunità dei “minuscoli” non piace a tutti, viene attaccata perché responsabile di diminuire i consumi e generare crisi economica e solo il 3% della popolazione mondiale vi aderisce. Ma chi lo fa è poi entusiasta di una vita con poco lavoro e molto tempo libero e sport, in città dal nome accattivante come Leisureland. 

Il film, che ha una prima parte strepitosa e ricca di invenzione visiva, con la creazione di questo novello mondo lillipuziano, e una seconda parte più noiosa e prevedibile in cui il protagonista vive una nuova storia d’amore, sembra fatto apposta per innescare polemiche politiche nell’America assai poco attenta all’ambiente del presidente Trump. “Cosa dirà di Downsizing? Facciamo film per tutti”, risponde Payne, tornato al lavoro a quattro anni da Nebraska e a sei da Paradiso amaro. Mentre Matt Damon, ai microfoni di Sky Tg24, aggiunge: “Trump non sta facendo nulla per l’ambiente. Sta solo distruggendo quello che ha fatto Obama, pensa solo all’economia e a incrementare il lavoro. Che si può fare? Aspettare solo che se ne vada”. E sul cambiamento di sensibilità in corso: “Quando ero piccolo e mi lavavo i denti – continua l’attore – non avevo certo il pensiero di sprecare acqua. Oggi mia figlia, che è molto piccola, mi invita a chiudere il rubinetto, proprio come fa lei”.                                                                  

Scritto insieme all’abituale partner Jim Taylor, il film ha molti momenti umoristici, nello stile del cineasta, specie quando scende in campo Christoph Waltz nei panni di un serbo maneggione (anche nel minimondo il vizio gioca la sua parte) che contrabbanda sigari cubani e liquori. Per Matt Damon ”Downsizing è uno strumento potentissimo di empatia, credo sia il film più ottimista di Alexander”. Mentre Hong Chau che ha il ruolo di un’attivista vietnamita rimpicciolita contro la sua volontà e animata da un forte spirito umanitario, “gli argomenti sono seri, ma il film è soprattutto divertente, c’è humour fino alla fine”. E il regista, che non disdegna un paragone con Cechov per “il tocco leggero ed emotivo su background freddo”, considera Downsizing “ottimista e pessimista allo stesso tempo”.

Da segnalare il contributo (fondamentale) della scenografa italiana Stefania Cella, abituale collaboratrice di Paolo Sorrentino (in questo momento sta lavorando sul set di Loro, il nuovo film ispirato alla figura di Berlusconi), ”una piccola donna con tanti capelli e tante idee”. Nel cast di Downsizing anche Laura Dern, Alec Baldwin, Jason Sudeikis, Neil Patrick Harris e Udo Kier. 

Cristiana Paternò
30 Agosto 2017

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