L’utopia adolescenziale e il racconto di Venezia secondo Wilma Labate

Si fanno intense le Giornate degli Autori, con molti ospiti interessanti e, oggi, un particolare riguardo anche per l’Italia


VENEZIA – Si fanno intense le Giornate degli Autori, con molti ospiti interessanti e, oggi, un particolare riguardo anche per l’Italia. Il programma giornaliero inizia con I’m (Endless like the space) di Anne-Riitta Ciccone, finlandese ma naturalizzata italiana, storia surreale e distopica di disagio giovanile, con una inedita Barbora Bobulova e girata in 3D (la regista detiene un primato, è la prima regista donna a girare un cortometraggio in 3D, che farà poi da promo proprio a questa pellicola. Jessica, 17 anni, vive in un mondo che a prima vista potrebbe essere il nostro mondo ma qualcosa non torna, potremmo trovarci in un prossimo futuro o un’altra dimensione. Non va d’accordo con la madre, con gli insegnanti e con i compagni di scuola. Ma lei ha un sogno e ha un talento che sembrano poterla portare fuori dal quel bordo esterno in cui la società l’ha reclusa.

“E’ un film di genere – dice la regista – io sono cresciuta con la fantascienza e ho sempre pensato che il mio tipo di cinema dovesse essere questo, a maggior ragione oggi che in Italia rinasce, con prodotti come Lo chiamavano Jeeg Robot. Il 3D va meno di moda di qualche anno fa, ma proprio per questo ho voluto usarlo, in maniera narrativa. Mi sono ispirata a me stessa da giovane e alle mie nipoti. Eravamo considerate strane anche per via della nostra etnia, essendo cresciuti in Finlandia. E avevamo aspirazioni che gli adulti tendevano a sopire. Credo invece che i giovani vadano incoraggiati. Se non ci fossero i matti e i sognatori, non saremmo mai arrivati sulla Luna’. Associato al film esce un libro, edito da ‘Il Foglio’ di Piombino, che ne integra la storia, con degli spin-off sui vari personaggi. Secondo film della giornata è l’interessante Eye on Juliet, del canadese Kim Nguyen, un ‘high concept’ come quello di Mine, Buried o Monolith ma applicato al dramma piuttosto che alla tensione. Un drone-ragno emerge dalle sabbie del deserto mediorientale. Il tecnico che lo guida, dall’America, si appassiona in particolare alle vicende di una ragazza costretta a sposare un uomo che non ama. “Volevo chiaramente creare una metafora – dice il regista – e il film per me ha qualcosa di musicale. Come un pezzo di Louis Armstrong. C’è ironia e la speranza utopica che un giorno culture diverse possano incontrarsi, come negli anni ’60. A girarlo non c’è voluto molto, ma scriverlo e soprattutto produrlo è stata una piccola guerra. E in effetti per il drone mi sono ispirato a C1P8 di Star Wars, non volevo che fosse bello e lucente. Doveva essere vissuto”.

Interessante anche Raccontare Venezia di Wilma Labate. Una giovane attrice (Silvia D’Amico) in viaggio a Venezia ripercorre i luoghi e le atmosfere di alcuni celebri film girati nella città lagunare. Nel percorso rivive i fasti della classicità, della decadenza e della modernità di un luogo unico al mondo. Liberamente tratto da un libro di Irene Bignardi. “Mi è piaciuto tantissimo il libro – dice la regista – con il suo tocco delicato, elegante e mai supponente. Io ho aggiunto la figura di Silvia, un’attrice con cui ho adorato lavorare e con cui voglio ancora farlo in futuro, è giovane e spontanea ma anche attrezzata di sapienza e tecnica. E poi naturalmente rivedere i luoghi dei film, come Senso di Visconti, che è praticamente perfetto. Film che oggi non si fanno più con quella cura perché il mercato richiede quantità e non qualità. Come richiederebbe cura la gestione delle masse di turisti in una città come Venezia. Non si può negare l’arte al pubblico ma nemmeno trasformarla in parodia di marketing. Due secondi, invadono il campo e scattano foto. Poi vanno via. E’ come vedere le città in cartolina. Questo ha resto anche complicate le mie riprese. “Per me è stato spontaneo – dice l’attrice – Wilma mi diceva che dovevo comportarmi come se stessimo lavorando a un documentario, io passavo in luoghi speciali esperendo il passaggio precedente di troupe che hanno lavorato ad opere prestigiose, era sincera curiosità”. L’attrice sarà nel prossimo film di Paolo Genovese The Place, in sala a dicembre, dove interpreta “una ragazza che vuole diventare più bella”. Il film invece, andrà in onda lunedì 4 settembre in seconda serata su Canale 5.

Tornano inoltre i Miu Miu Women’s Tales, corti a tema femminile commissionati dalla celebre stilista. Quest’anno ci sono, tra gli altri, Carmen, di Chloë Sevigny, sguardo sulla vita e sul pensiero della cabarettista Carmen Lynch e (The [End) of History Illusion] di Celia Rowlson-Hall, ambientato in un rifugio antiatomico durante la Guerra fredda degli anni Cinquanta.  

Andrea Guglielmino
31 Agosto 2017

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