Il CSC diploma Giancarlo De Cataldo

Allo scrittore e sceneggiatore il diploma honoris causa della Scuola di cinema consegnato a Venezia all'Italian Pavilion. E Laudadio sottolinea l'importanza dell'accordo con il Luce per il restauro


VENEZIA – Giancarlo De Cataldo si è diplomato al Centro Sperimentale quarant’anni dopo. Non stiamo scherzando perché è proprio quello che ha raccontato lo sceneggiatore nel ritirare il diploma honoris causa del CSC, presso l’Italian Pavilion, dalle mani del presidente Felice Laudadio e della preside Caterina D’Amico. Il giudice scrittore, autore di romanzi diventati film e serie tv di grande successo come Romanzo criminale e Suburra, oltre che sceneggiatore in proprio, tentò di essere ammesso al Csc 42 anni fa. “Approdai a Roma come aspirante studente del Centro, ma non era il momento giusto, la scuola era commissariata e un usciere romano mi consigliò di lasciar perdere con parole spicce. Forse avrei dovuto insistere, ma ero un ragazzo meridionale e presi altre strade. Credo che questo diploma sia la chiusura di un mandala. Ci sono dei muri che si innalzano davanti a noi nella nostra esistenza, a volte si possono scavalcare, a volte si può scavare una buca per oltrepassarli. Io sono arrivato dall’altra parte dopo 40 anni e per vie tortuose”.

Questa la motivazione del conferimento del diploma: “Sospeso tra realtà e mito, tra ricostruzione dei fatti e creazione narrativa, Giancarlo De Cataldo racconta l’Italia da una prospettiva privilegiata: giudice alla Corte d’Assise di Roma, scorrono sotto i suoi occhi crimini e criminali, ma il suo sguardo percepisce malesseri reconditi e vicende umane, che la sua penna trasforma in romanzi avvincenti, dove solo la discesa agli inferi può spingere il lettore a un raggio di luce. O di verità. Il cinema e la televisione devono molto ai soggetti e alle sceneggiature di questo giudice-scrittore, che con Romanzo criminale ha tracciato la strada verso nuove forme espressive e con Suburra ha svelato il volto nascosto della Roma post-imperiale”.

Felice Laudadio, affiancato dal direttore generale Marcello Foti, e dal responsabile della comunicazione e ufficio stampa Alberto Crespi, nuovo incarico insediato dal 1° settembre, ha anche sottolineato l’importanza dell’accordo stretto con Roberto Cicutto per l’integrazione tra film restaurati da Istituto Luce Cinecittà e dalla Cineteca Nazionale, ora guidata dalla conservatrice Daniela Currò. Laudadio annuncia due film restaurati con il Luce alla prossima Berlinale, mentre Ossessione di Luchino Visconti sarà al Lincoln Center di New York a dicembre. Tra i restauri in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà anche Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968), Fumo di Londra di Alberto Sordi (1966) e un film di Paolo e Vittorio Taviani. 

Alla Mostra sono tre i film restaurati a cura della Cineteca Nazionale: Deserto rosso di Antonioni, Leone d’oro nel 1965, Non c’è pace tra gli ulivi (1950) accompagnato dalla vedova di Giuseppe De Santis, Gordana Miletic, e La lunga strada del ritorno di Alessandro Blasetti (1962), recuperato da RAI Teche e restaurato in digitale in collaborazione con l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea del CSC. Si tratta della prima trasmissione televisiva realizzata da Blasetti: un reportage sui reduci italiani della seconda guerra mondiale, che raccontano le drammatiche vicende dei nostri soldati sui vari fronti. Tra le testimonianze anche quella del sergente maggiore Mario Rigoni Stern. 

Tra gli altri restauri realizzati: Miseria e nobiltà, con Totò e Sophia Loren, diretto da Mario Mattoli nel 1954 a partire dalla commedia di Eduardo Scarpetta, che sarà presentato in anteprima al Teatro San Carlo di Napoli il prossimo 9 ottobre e successivamente alla Festa del Cinema di Roma. Dove è in programma anche la proiezione di Dillinger è morto di Marco Ferreri (1969). Vittorio Storaro è da tempo al lavoro su Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci (1972). 

Tra le novità il restyling completo del sito internet, che si aggiunge all’appena inaugurato portale del cinema muto italiano (www.ilcinemamuto.it), quest’ultimo realizzato con il sostegno della Direzione Generale per il Cinema del MiBACT e in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, l’AIRSC (Associazione Nazionale per le Ricerche di Storia del Cinema), la Cineteca del Friuli, la Fondazione Cineteca Italiana e la Cineteca di Bologna. Il progetto del nuovo sito (www.fondazionecsc.it) è stato realizzato con risorse interne al CSC da un gruppo di lavoro coordinato da Stefano Iachetti.

Cristiana Paternò
03 Settembre 2017

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