Na Na Napoli: ecco il musical dei Manetti

In sala dal 5 ottobre Ammore e malavita, il musical /crime story che riprende parte del cast del precedente Song e’ Napule


VENEZIA – “Non avevamo ancora visto La La Land mentre lavoravamo ad Ammore e malavita, il revival del musical è stato un colpo di fortuna”. Così i Manetti Bros. introducono a Venezia 74 il loro nuovo film, in concorso e in sala dal 5 ottobre con 01 Distribution, che in qualche modo riprende le tematiche già affrontate da Song e’ Napule e le potenzia – quello era un film che parlava di musica, questo un vero e proprio musical con canti e balli durante le scene – ripescando anche da lì parte del cast – Giampaolo Morelli e Serena Rossi, a cui si aggiungono Carlo Buccirosso, Claudia Gerini e il cantante Raiz – che tira in ballo naturalmente anche elementi crime (Gomorra in primis) e da classica ‘sceneggiata’, mettendoci nel mucchio moltissime citazioni di culto, da 007 a Ritorno al Futuro passando per un omaggio al classico Flashdance. Il risultato diverte, ma a tratti la scrittura – la sceneggiatura è di Michelangelo La Neve, come nel caso precedente –  risulta perdersi in questa sovrabbondanza di elementi, ci si poggia su e porta a una seconda parte leggermente sottotono, con degli intrecci narrativi un po’ forzati e un finale scontato. Di grande impatto invece le prime due canzoni con una azzeccata riflessione sul ‘Gomorrismo’ crescente e tecnicamente raffinata la sparatoria finale sulle note di una canzone neo-melodica. Alti e bassi, insomma, che non impediscono a Marco e Antonio, ormai affermatisi come campioni del ‘genere’ nel nostro paese, di raccogliere applausi sia in proiezione che in conferenza stampa. Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema che ha prodotto con Madeleine, ha confermato la suggestione: “Il film l’ho presentato a Venezia come la risposta napoletana a La La Land”.

“Napoli significa tante cose, alcune negative ma tantissime positive – continuano invece i registi – Per noi è la capitale italiana della cultura, della musica, del cinema e dell’architettura, pensiamo ad esempio a Gatta Cenerentola e al suo successo qui al Lido, ma purtroppo è famosa per altre cose. Non siamo dei musicisti ma lavorando con Pivio e De Scalzi abbiamo cercato di essere più coinvolti possibile nel processo di composizione dei brani. Ne è uscita una strana partitura, abbiamo lavorato alle coreografie, citando anche Thriller di Michael Jackson. Prendiamo un po’ in giro questo ‘gomorrismo’ crescente e il film nasce proprio da una frase che abbaimo sentito dire: ‘a Parigi hanno la Tour Eiffel, a Roma il Colosseo, qui abbiamo le vele di Scampia’, che sono dei palazzi bruttissimi che solo un napoletano con il suo spirito ottimista può trasformare in oggetto di turismo e di guadagno. Ma a Napoli c’è un golfo bellissimo. Ma il film doveva essere un sequel di Passione, il documentario di John Turturro sulla musica napoletana. Il produttore ci aveva chiesto quello, ma ci si è trasformato nelle mani. Non siamo documentaristi, è diventato questo film. Volevamo portare al cinema con una musica più moderna la tradizione della sceneggiata. Una sceneggiata naturalmente filtrata attraverso quello che a noi piace. È un nostro film, non è un’aderenza ad uno schema: anche se abbiamo guardato a Grease, per l’equilibrio tra cantato e dialoghi”.

“Non è dura passare dalla recitazione al cantato – spiega Morelli – avviene naturalmente, mentre parli canti ma in questo caso, a differenza di quello che avviene in altri musical, il cantato porta avanti la storia, e ti aiuta ad amplificare le emozioni. Mi sono sentito un mix tra John Travolta e Mario Merola”.  “Qualche problema – dice Serena Rossi – l’ho avuto tecnicamente, perché per dare l’effetto di alcune scene in ralenti mi hanno fatto cantare a velocità raddoppiata”. “Per me – prosegue Raiz – è l’esperienza contraria, di solito canto e basta. Qui mi sono potuto spiegare meglio utilizzando le parole. In fondo musical e sceneggiata napoletana sono imparentati”. “Basta far finta di recitare”, aggiunge Buccirosso.

“Imparo facilmente le lingue – chiude Claudia Gerini – ho anche origini campane ma ho studiato molto perché non volevo che il mio napoletano risultasse caricato. Ho lavorato anche sulla gestualità e sottolineando le origini del mio personaggio, che sono umili. E’ la serva che sposa il padrone, ma non è un matrimonio di interesse. Lo ama davvero”. 

A latere, si è espresso con una dichiarazione all’adnkronos il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “Il risveglio della città – ha sottolineato prima di lasciare il Lido, dove ieri ha assistito alla proiezione ufficiale di Gatta Cenerentola – parte soprattutto dalla cultura. Quindi voglio esprimere proprio un senso di gioia per quello che sto vedendo: tradizione, creatività, innovazione e grande forza della cinematografia napoletana. In tre anni, da quando sono sindaco, si è registrato un boom di produzioni cinematografiche a Napoli: credo siamo arrivati a 350 produzioni, non solo napoletane ed italiane ma da ogni parte del mondo. E questo non può che renderci orgogliosi”, ha concluso.

Andrea Guglielmino
06 Settembre 2017

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