Docu cinepanettone dalla spiaggia di Mondello

Giovanni Totaro firma Happy Winter documentario sul microcosmo estivo dei villeggianti palermitani che verrà distribuito in inverno da I Wonder Pictures


VENEZIA. Happy Winter lo considero il primo docucinepanettone, perché è un film personale che spero incontri e intrattenga gli spettatori”. Così Giovanni Totaro autore del documentario presentato fuori Concorso nella Selezione ufficiale che verrà distribuito probabilmente in inverno da I Wonder Pictures.
Ogni anno d’estate sulla spiaggia di Mondello a Palermo, vengono costruite centinaia di cabine dove molte famiglie trascorrono la stagione estiva, nascondendosi dietro al ricordo di uno status sociale che la crisi economica degli ultimi anni ha minato. Questo microcosmo che si compone di tanti volti – le tre donne amiche, il venditore di bibite, il candidato politico, la famiglia, gli innamorati – ha una scadenza precisa. Il 15 settembre i bagnanti svuotano infatti le proprie capanne augurandosi un Buon Inverno dopo ore trascorse al sole, pranzi sulla spiaggia, balli e feste, il tifo per Mondiali di calcio in tv.

Il progetto iniziale nasce dal saggio di diploma di cortometraggio che Totaro realizza nel 2014 per il Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo. Successivamente viene concepita l’idea di trasformarlo in un lungometraggio: il progetto viene presentato agli Italian Doc Screenings di Palermo nel 2015, trampolino di lancio per partecipare ai pitch di importanti mercati.
Nel frattempo Totaro nell’estate 2015 seleziona i protagonisti e l’anno successivo realizza Happy Winter. “Mostrando questo piccolo universo ho voluto rappresentare la condizione del nostro Paese. Questa spiaggia – afferma Totaro – è il luogo emblematico e simbolo di quella vacanza di massa, figlia del boom economico degli anni ’60. Nei tre mesi estivi a Mondello c’è una sospensione della realtà e una rappresentazione del benessere che è uno stato d’animo. Del resto nel 2020 questo villaggio vacanze sparirà, perché un’ordinanza ha vietato le cabine”.

Il regista ha realizzato il documentario vivendo tre estati a stretto contatto con i villeggianti e diventando parte di questa comunità, ha acquistato la loro fiducia. Ha poi selezionato i protagonisti partendo dal loro particolare modo di vivere la vacanza: un periodo spensierato e allegro, un lavoro, un luogo dove fare politica, il sogno di una vita lontano dall’Italia. “Durante le riprese ho cercato di far dimenticare la presenza della macchina da presa, cosa non semplice. Ho cercato la spontaneità alternando alle scene spettacolari che hanno visto impegnata l’intera troupe, momenti intimi e riservati che ho girato da solo”.

Per Paola Malanga di Rai Cinema questo documentario è una felice intuizione che mette insieme la sguardo antropologico e la messa in scena. “L’autore è dentro la materia che ha osservato: questo gruppo di villeggianti che mette in scena se stesso ogni estate”.
Tra i produttori figurano la Film Commission Torino Piemonte che da 10 anni – ricorda il direttore Paolo Manera – ha fatto la scelta strategica – spiega  di sostenere il cinema documentaristico realizzato su tutto il territorio purché siano coinvolti produttori cinematografici della regione.

ssr
06 Settembre 2017

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