Donne e biopic da Toronto alle sale

Un’edizione, quella del festival canadese, caratterizzata da un numero notevole di interpretazioni di gran livello, oltre a quasi un terzo di film al femminile, diretti o sceneggiati da donne


TORONTO – Se il cinema americano quest’anno era presente in forze alla Mostra di Venezia, è al Toronto Film Festival che ha presentato un gran numero dei lavori che saranno protagonisti nei prossimi mesi nelle sale, anche italiane, così come della stagione dei premi che porterà agli Oscar. Un’edizione, quella del festival canadese, caratterizzata da un numero notevole di interpretazioni di gran livello, oltre a quasi un terzo di film al femminile, diretti o sceneggiati da donne.  

Partiamo dal ritorno dietro la macchina da presa di Angelina Jolie, che in First They Killed My Father pone la sua attenzione su quella Cambogia da cui proviene uno dei suoi figli adottivi, Maddox, qui in veste di produttore esecutivo. Adattamento di un libro di memorie, racconta di una bambina colpita insieme alla sua famiglia dall’arrivo dei Khmer rossi nel 1975, alle prese con un regime folle che sradicò dalle proprie case milioni di cittadini e provocò la morte di un quarto della popolazione. Il film è disponibile sulla piattaforma di Netflix.

Continuando a parlare di storie al femminile da segnalare il biografico Mary Shelley, sull’autrice di Frankenstein e sul complesso rapporto con il compagno, il poeta Percy Shelley, in un’epoca – siamo all’inizio dell’Ottocento – in cui era difficile accettare che una donna eccellesse in ambito creativo. Protagonista l’impegnatissima Elle Fanning, regista la saudita Haifaa Al Mansour, apprezzata per Wadjda.  

Parlando di autori mediorientali in trasferta a Hollywood, deciso è il cambio di genere del palestinese Hany Abu-Assad (Paradise Now), alle prese con un melodramma camuffato da disaster movie, Il domani tra di noi, con la brillante coppia Kate Winslet e Idris Elba, che sarà nelle sale a fine novembre. Un paio di settimane prima sarà la volta del film che ha aperto il TIFF 2017, Borg McEnroe, drammatizzazione della rivalità fra i due grandi tennisti culminata con la memorabile finale di Wimbledon del 1980. L’irascibile americano (un ritorno convincente per Shia LaBeouf) e l’impassibile svedese – ce lo dimostra il film – avevano in realtà un carattere molto più simile di quanto si possa pensare.  

Il tennis non è mancato quindi sulle rive del Lago Ontario, dove Emma Stone ha fatto ritorno dopo il successo agli Oscar per La La Land nel ruolo, meno aggraziato e ben più muscolare, della tennista Billie Jean King. Sei volte vincitrice di Wimbledon, fu protagonista nel 1973 de La battaglia dei sessi, la sua sfida contro un uomo, vecchio campione ritirato da vent’anni, per lottare pubblicamente contro la differenza di compensi fra uomini e donne. Pronta la corsa alla nomination per il film, oltre che per la Stone e uno straordinario Steve Carell. In sala arriverà dal 19 ottobre prossimo.  

Parlando di attori in gara per i prossimi Oscar, viene già dato per favorito Gary Oldman per la sua mimetica interpretazione di Winston Churchill ne L’ora più buia di Joe Wright. Anche Jake Gyllenhaal si gioca le sue carte in Stronger, tratto dal libro autobiografico sull’attentato alla Maratona di Boston scritto da Jeff Bauman, che nell’occasione perse entrambe le gambe. Liam Neeson potrebbe rientrare fra i favoriti in Mark Felt, sorta di controcampo di Tutti gli uomini del Presidente, racconto della fonte dello scandalo Watergate, il celeberrimo Gola profonda.

Un altro grande nome del cinema britannico degli ultimi anni, Benedict Cumberbatch, in The Current War fa luce – perdonate il gioco di parole – sulla biografia dell’inventore della lampadina, e di molto altro, Thomas Edison. Insieme a lui, nei panni del rivale George Westinghouse, Michael Shannon.  

Fra le attrici ha sorpreso in positivo Margot Robbie, protagonista di I, Tonya, storia vera delle pattinatrice Harding, ossessionata dal successo e dalla partecipazione alle Olimpiadi di Lillehammer del 1994, il cui entourage fu condannato per aver aggredito la connazionale, e grande rivale, Nancy Kerrigan. Ottima impressione hanno destato anche Jessica Chastain in Molly’s Game, esordio alla regia dello sceneggiatore Aaron Sorkin, ed Emma Thompson in The Children Act, adattamento del romanzo La ballata di Adam Henry scritto in prima persona dallo scrittore Ian McEwan. Conoscendo l’amore dell’Academy per il cinema che racconta Hollywood, non ci stupirebbe troppo trovare fra le candidate Annette Bening, reduce dall’impegno come presidente di giuria a Venezia, che in Film Stars Don’t Die in Liverpool interpreta l’attrice e star Gloria Grahame, ormai in tarda età, fra voglia di continuare a recitare, una malattia e la storia d’amore con un uomo ben più giovane, Jamie Bell.  

Infine due film ambientati in un rigoroso ambiente religioso. Il primo è Disobedience, storia diretta dal cileno Sebastian Lelio sulla figlia (rinnegata) di un rispettato rabbino di una comunità molto ortodossa di Londra che torna a casa per i funerali e rischia di riaprire molte ferite del passato. Si è parlato del film anche per una scena bollente fra le due protagoniste, Rachel Weisz e Rachel McAdams. Il secondo, Novitiate, ci conduce in un convento frequentato come novizia da un’adolescente della provincia americana che vuole sposarsi con Dio, cioè farsi suora. Molto brava Margaret Qualley, figlia di Andie McDowell, e fra le interpreti della serie televisiva The Leftovers.

Mauro Donzelli
16 Settembre 2017

Toronto 2017

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Comincia da Toronto la corsa agli Oscar di Luca Guadagnino

Accolto con una standing ovation al Toronto Film Festival, Chiamami col tuo nome, girato in inglese ma ambientato in Lombardia negli anni ’80, sembra essere il film italiano con più speranze per i prossimi Oscar. In America sarà distribuito da Sony Pictures Classics come anche The Leisure Seeker di Paolo Virzì, accolto bene al festival dove è stato presentato in anteprima anche Una questione privata dei Fratelli Taviani

Toronto 2017

A Toronto Taviani, Guadagnino, Virzì, Pallaoro e Carpignano

Ben sei titoli italiani partecipano al festival: l’anteprima mondiale di Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani, dal capolavoro postumo di Beppe Fenoglio; The Leisure Seeker, l’avventura americana di Paolo Virzì; Hannah, opera seconda di Andrea Pallaoro, con Charlotte Rampling; Call Me by Your Name di Luca Guadagnino, A Ciambra di Jonas Carpignano, il corto Mon amour mon ami di Adriano Valerio


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