Louise Brooks, Pola Negri, Theda Bara: il muto è donna

La figura femminile, nelle sue molteplici varianti, sarà l'elemento principale della 36esima edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, in programma dal 30 settembre al 7 ottobre


La figura femminile, nelle sue molteplici varianti, sarà l’elemento principale della 36esima edizione delle Giornate del Cinema Muto di Pordenone, in programma dal 30 settembre al 7 ottobre. Si parte da una delle star più iconiche di tutta la storia del cinema, prototipo della donna moderna, sensuale, provocante, disinibita, e allo stesso tempo infantile, innocente e pura: ovvero Louise Brooks. In prima internazionale le Giornate presentano il frammento di 23 minuti di Now We’re in the Air, un film che, come gli altri tre girati dalla Brooks nel 1927, era finora considerato interamente perduto.

Focus anche su Pola Negri, Theda Bara – cui si deve l’utilizzo del termine vamp – e la sciantosa Anna Fougez, al secolo Maria Annina Pappacena. A proposito di “nasty woman”, ecco sbarcare a Pordenone in formazione compatta le Léontine, Rosalie, Cunégonde, Lea, Bridget, Tilly, ovvero le Nasty Women, le donne “cattive” della commedia, che si fanno beffe del potere maschile e trasgrediscono le norme sociali basate sul genere. Spazio anche per il fascino esercitato dalle prime donne aviatrici come Raymonde de Laroche, la prima a ottenere un brevetto nel 1910, che vedremo in L’autre aile di Henri Andreani, 1924, con i costumi disegnati da Paul Poiret, il grande stilista parigino art-decò passato alla storia come il Picasso della moda. Il film, presentato in prima mondiale nel restauro della Cinémathèque francaise, sarà preceduto da quattro cinegiornali dedicati ad altrettante famose donne aviatrici come Adrienne Bolland, Hélène Dutrieu, Marie Marvingt.

Altro tema trainante sarà quello del viaggio con tappe in Unione Sovietica, Polo Nord e Africa, con alcuni cortometraggi etnografici di produzione norvegese realizzati intorno al 1920 su tre tribù, i Kavirondo del Nilo, i Kikuyu del Monte Kenya e i più celebri Masai.

La retrospettiva più corposa delle Giornate del Muto, che proseguirà nel 2018, è dedicata alla Scandinavia e in particolare all’influenza che, nella sua “epoca d’oro”, il cinema svedese esercitò sugli altri paesi dell’area. Per celebrare i 70 anni della Cineteca Italiana di Milano saranno proiettati alcuni tesori dalle sue ricche collezioni, fra cui gli americani Careers (Fiamme di passione) di John Francis Dillon e Seven Footprints to Satan (La scala di Satana) di Benjamin Christensen, entrambi del 1929. Nella lista dei “film più ricercati” c’è Der Golem (1915), una pellicola che ebbe un’importante influenza sui registi della Repubblica di Weimar, come pure sui classici dell’horror alla Frankenstein. Del film erano sopravvissuti solo una decina di minuti, ma grazie alla scoperta fatta recentemente nel Museo del Cine Pablo C. Ducrós Hicken di Buenos Aires (lo stesso dove sono state ritrovate le parti mancanti di Metropolis), si vedrà alle Giornate un frammento lungo più del doppio, splendidamente colorato, grazie al restauro realizzato in collaborazione con il Filmmuseum di Monaco. 

Film d’apertura è The Crowd (La folla) di King Vidor, del 1928, che avrà le musiche di Carl Davis eseguite dal vivo dall’Orchestra San Marco (nella foto) La chiusura sarà invece affidata a Ernst Lubitsch e al suo The Student Prince in Old Heidelberg, del 1927.

Cristiana Paternò
21 Settembre 2017

Giornate del muto 2017

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Successo per le Giornate del muto. E nel 2018 Mario Bonnard

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