Il principe di Lubitsch chiude le Giornate

The Student Prince in Old Heidelberg del 1927 è una celebre versione della fiaba sull'amore impossibile tra un erede al trono e una semplice locandiera


PORDENONE – La storia del Principe studente che narra l’impossibile amore tra un erede al trono e una locandiera, narrata per la prima volta nel romanzo di Wilhelm Meyer-Forster e portata molte volte sul palcoscenico e sullo schermo, chiude la 36esima edizione delle Giornate del Cinema Muto al Teatro Verdi di Pordenone sabato 7 ottobre alle 20.30. La versione proposta non poteva che essere quella di Ernst Lubitsch, del 1927, che in verità subentrò a Erich von Stroheim e a William Wellman: il film, per questioni di diritti, fu intitolato The Student Prince in Old Heidelberg anche se nemmeno una scena venne girata nella famosa città universitaria tedesca: gli sfarzosi set che fecero del Principe studente il film più costoso della MGM dopo Ben-Hur, furono costruiti in California, compreso il castello, e le riprese che Lubitsch fece dal vero in Germania non vennero utilizzate perché il materiale giunse in ritardo dall’Europa.

Interpretato dalla coppia più famosa di star sotto contratto della major, Ramon Novarro e Norma Shearer, il film piacque moltissimo a pubblico e critica, e svolse anche un ruolo di pacificazione dopo le ferite della prima guerra mondiale, presentando il ‘nemico tedesco’ sotto un aspetto umano. La leggenda vuole che grazie al piacevole ricordo di questa pellicola, il generale americano responsabile della conquista di Heidelberg durante la seconda guerra mondiale decidesse di risparmiare la città dalla distruzione.

La proiezione è accompagnata dalla musica di Carl Davis eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone diretta da Mark Fitz-Gerald (come per l’apertura). La partitura del Principe studente è stata tra le prime ad essere composte da Carl Davis per il cinema muto. Per consentire a quanto più pubblico possibile di assistere all’evento finale, è prevista una replica, domenica alle ore 16, sempre al Teatro Verdi.

Il film di Lubitsch è anticipato dalla proiezione, in prima assoluta, dell’ultimo Méliès ritrovato, Le Rosier miraculeux (Il roseto miracoloso), del 1904, ancora una delizia del mago del cinema delle origini riscoperta nell’Iowa da Serge Bromberg. Tutt’altro che magiche e anzi molto dure sono le immagini della sezione “Gli effetti della guerra” in programma sabato alle 14. Città distrutte, morti, feriti, popolazioni in fuga, ci portano a riflettere su quanto succede oggi in tante parti del mondo. E le immagini dei filmati neuropatologici del professor Camillo Negro realizzati dall’operatore Roberto Omegna provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, con un giovane soldato che rivive lo shock della trincea, non hanno bisogno di alcun commento.  

Cr. P.
06 Ottobre 2017

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