Parla un po’ italiano ‘Mektoub: My Love’

Il regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche e il suo futuro direttore di produzione Riccardo Marchegiani si sono incontrati la prima volta per parlare di un film (non ancora realizzato) sulla mistica del Duecento Marguerite Porete. Poco dopo hanno cominciato a lavorare insieme a Mektoub, my love: Canto uno, il primo episodio di una trilogia che impegnerà per altri due anni il regista vincitore della Palma D’Oro a Cannes nel 2013 con La vita di Adele. Finito in tempo per Venezia 74, dopo un anno di lavorazione, il film tratto dal libro “La blessure, la vraie” di François Bégaudeau, parla anche un po’ di italiano. A cominciare dalla terza parte del titolo trilingue (scritto in arabo, inglese, italiano), che allude a fini lirici ai canti della Divina Commedia, rinunciando all’aggettivo numerale ordinale “primo”, in favore del più semplice numero “uno”.  

“C’è una vena di italianità nel titolo – ci ha spiegato Riccardo Marchegiani – in onore della presenza di alcuni italiani nel viaggio produttivo e sul set del film, come il direttore della fotografia Marco Graziaplena, che lavora in Francia da molti anni come me”. A Parigi dal 2009, dopo alcune collaborazioni con registi italiani che giravano oltralpe come Carlo Verdone e Paolo Genovese, Riccardo Marchegiani quest’anno è tornato in Italia per ritirare il Premio Miglior Direttore di Produzione Internazionale per il film di Kechiche, ricevuto all’interno del concorso collaterale della Mostra di Venezia, dedicato ai mestieri e alle maestranze del cinema.

A proposito dell’odissea produttiva del film, che ha portato il regista a mettere in vendita la Palma d’oro vinta nel 2013 per finanziare il set, Marchegiani ha detto: “In qualità di direttore di produzione sono stato l’idraulico del film e dovevo assicurarmi che il cash flow girasse come si deve. Quando tutto si è bloccato, perché non c’erano i fondi per finire la lavorazione, sono entrati in gioco i partner produttivi italiani e gli altri”.

“Mektoub è il risultato di un dialogo corale”, ha aggiunto, facendo riferimento alle diverse case di produzione entrate in gioco durante la lavorazione (tra cui le italiane Bianca Film e Good Film), che hanno contribuito all’arrivo della pellicola a Venezia, dove peraltro Kechiche ha vinto il Premio speciale della giuria con Cous cous nel 2007. Sulla scia di un tradizionale rapporto di collaborazione cinematografica tra Italia e Francia, ultimamente indebolito dall’entrata in campo di altri partner europei e americani, il film di Kechiche rappresenta un caso positivo di investimento su un film francese in Italia, ha spiegato Marchegiani. “La Francia porta il peso della leadership nella co-produzione, è il mercato più maturo in Europa, basti pensare che quest’anno sono candidati agli Oscar 26 film co-prodotti dalla Francia, compreso A Ciambra di Jonas Carpignano (in lizza per la candidatura a Miglior Film in lingua straniera), ma non si può dire lo stesso dell’Italia in questo momento. È per questo che vorrei che una parte della trilogia di Mektoub, My Love potesse essere girata in Italia, insieme al film su Marguerite Porete, il primo progetto di cui avevamo parlato io e Kechiche”. Mektoub, My Love uscirà in italia con Vision Distribution.