Vite smarrite in Bassa padana

Gli asteroidi, esordio di Germano Maccioni ambientato in Emilia e distribuito da Luce Cinecittà l'1 novembre. Cast di tre giovani attori non professionisti affiancati da Pippo Delbono e Chiara Caselli


“Gli asteroidi sono fatti della stessa materia dei pianeti, a cui gravitano intorno senza trovare una propria collocazione: si perdono per traiettorie imprevedibili, spesso rischiando collisioni violente. Questa è l’immagine con cui volevo cominciare: due giovani che vagano per la provincia, come asteroidi attraverso un cosmo che li respinge, che non possono o non vogliono riconoscere”. Il 39enne bolognese Germano Maccioni racconta così il suo esordio nella finzione Gli asteroidi, presentato in concorso all’ultimo Festival di Locarno, interpretato da tre giovani attori non professionisti (Riccardo Frascari, Nicolas Balotti e Adriana Barbieri), affiancati da Pippo Delbono e Chiara Caselli.
Il film, con la colonna sonora di Lorenzo Esposito Fornasari (con brani della band Lo Stato Sociale), è prodotto da Articolture e Ocean Productions con RAI Cinema e distribuito da Istituto Luce Cinecittà dal 1° novembre, con un’uscita anticipata al 26 ottobre in Emilia e Romagna.

Siamo nella provincia industriale della Pianura padana, ferita dalla crisi economica. In questo paesaggio desolato e alienante vagano senza una direzione precisa le vite dei due protagonisti, gli amici 19enni Ivan e Pietro in guerra costante con famiglia e scuola. E con loro girano a vuoto le esistenze di Teresa (Chiara Caselli), la madre di Pietro indebitata dopo il suicidio del marito; Ugo (Pippo Delbono) pizzaiolo ed esperto di furti in chiesa; il padre (Lorenzo Ansaloni) di Ivan, sindacalista in crisi dopo l’abbandono della moglie e alcolizzato; Cosmic (Alessandro Tarabelloni), l’amico un po’ strano e fissato con l’astronomia di Pietro e Ivan, che profetizza la caduta sulla Terra di un enorme asteroide monitorato dalla vicina stazione Radioastronomica da lui frequentata di nascosto.
E mentre la “fine del mondo” è annunciata, Ivan convince Pietro a partecipare a un furto, con conseguenze impreviste e non.

Tutto si consuma in un paesaggio che è protagonista di primo piano della vicenda. “Quell’Emilia nella quale hanno convissuto l’amministrazione comunista e la chiesa cattolica. Un’Emilia dall’economia florida fino alla crisi del 2008 che ha portato i fantasmi dei capannoni in disuso e i tanti suicidi”, dice il regista. C’è anche una citazione di un luogo frequentato dal cinema di Michelangelo Antonioni: la stazione Radioastronomica, allora in fase di costruzione, è infatti visibile in Deserto rosso mentre Monica Vitti si aggira in quel luogo.
Richiami autobiografici? “Il  personaggio di Cosmic, una sorta di fool shakespeariano, che fa e dice cose che gli altri non sono soliti fare – spiega il regista – Mi ha ispirato il ricordo di un amico d’infanzia con il quale giocavo d’estate e che un giorno ritrovai svenuto a terra con un rigagnolo di sangue, vestito da superman sotto il balcone di casa sua.

Maccioni ha optato per un cast di attori professionisti e non, un rischio affrontato con consapevolezza. “Vengo dal teatro e amo la fragilità e le incertezze degli attori, ma anche la forza che tirano fuori una volta in scena”. Nel film come nelle favole c’era bisogno di un cattivo, di un orco, e Pippo Delbono per la sua fisicità è stato subito scelto per il ruolo.
“L’ho incontrato al Teatro comunale di Bologna, un uomo un po’ selvatico, un po’ animale che, la prima volta arrivato sul set in un torrido agosto, mi ha detto che non aveva letto la sceneggiatura, perché non impara nulla a memoria”.

Per la bolognese Chiara Caselli si è tratto di “un ritorno nella mia Bassa dalla quale mancavo quando a 19 anni andai via di casa. Ho ritrovato la mia terra e le zanzare in un afoso agosto per interpretare una donna rimasta sola a badare a un figlio ormai grande e a un fallimento economico tutto sulle sue spalle”.
Il mix di attori professionisti e non ha funzionato secondo l’attrice, perché il confine tra questi due mondi sparisce quando la scelta degli interpreti è azzeccata.
Riccardo e Nicolas sono stati scelti partendo prima da un casting in 5 scuole superiori di Bologna, lontane dal centro storico, che ha portato a una selezione di oltre 100 volti e successivamente da un workshop con 10/15 ragazzi.

Enrico Bufalini, direttore Area cinema e documentari di Luce Cinecittà, ricorda che “la società ha sposato il progetto fin dalla sceneggiatura. Numerose sono le opere prime e seconde che ci vengono proposte, qui abbiamo trovato un film vivace realizzato da giovani e sui giovani. E soprattutto una storia ambientata, non in quella periferia romana forse troppe volte rappresentata, ma in una provincia poco conosciuta. Non è un caso che qualche anno fa abbiamo distribuito un film come Piccola patria di Alessandro Rossetto ambientato nella provincia del Nord-Est”.

Stefano Stefanutto Rosa
19 Ottobre 2017

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