Last Flag Flying: un’altra corvè

Arriva alla Festa del Cinema di Roma Last Flag Flying di Richard Linklater, con protagonisti Steve Carell, Bryan Cranston e Laurence Fishburne. La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2005 scritto da Darryl Ponicsan, sequel del libro The Last Detail da cui venne tratto nel 1973 il classico L’ultima corvè, con Jack Nicholson, Randy Quaid e Otis Young.

Tuttavia, questa pellicola intensa, drammatica e divertente al contempo, non è un seguito tardivo e nostalgico. Innanzitutto, per il suo riallacciarsi più al libro che al film. I più attenti noteranno che alcuni dettagli cambiano, a partire dai nomi dei personaggi. Inoltre, è assolutamente indipendente, fornendo allo spettatore tutte le informazioni di cui ha bisogno per comprendere quello che sta succedendo. L’ex medico della marina Larry “Doc” Shepherd, l’ex marine Sal Nealon e il Reverendo Richard Mueller hanno servito insieme in Vietnam. Trent’anni dopo, i tre torneranno insieme per riportare a casa il corpo dell figlio di Doc, giovane marine ucciso durante la sua missione in Iraq. Nel viaggio verso la East Coast, avranno l’occasione di ricordare il passato e di riflettere insieme sul tempo che passa, su quello in cui hanno creduto e su quello in cui ancora pensano valga la pena credere, scoprendo insieme, come in una sorta di epifania comune, il mondo dei primi 2000, tra viaggi in bus e l’acquisto, per la prima volta nella vita, di un telefono cellulare.   La collaborazione di Ponicsan alla sceneggiatura garantisce l’unità ‘di spirito’ tra le due pellicole, ancora tra dramma e commedia, sorretto dalla magistrale prova dei tre interpreti.  

“Non avrei mai potuto fare un sequel senza lo stesso cast – ha detto il regista in un’intervista (qui la fonte), quindi semplicemente ho pensato che fossero due film diversi. Non si tratta dei medesimi personaggi, ma hanno lo stesso DNA. Diciamo che se conoscete L’ultima corvé può essere un bonus.  Nel libro di Ponicsan i personaggi mantengono il loro nome, ma abbiamo deciso di cambiarli proprio perché non potevamo avere gli stessi attori. Sappiamo che sono stati in Vietnam, ma non ne parlano mai veramente. Non è un film di guerra, è un film di gente che dialoga”.