Il capitale umano in un mercato sempre più competitivo

Rutelli, Borrelli, Leone e Stefania Ipppoliti sono intervenuti al convegno di Fondazione Cinema per Roma con il sostegno di MISE e ICE sull’evoluzione del settore audiovisivo e delle sue professioni


ROMA. Il convegno “Il futuro dell’audiovisivo”, organizzato da Fondazione Cinema per Roma con il sostegno del MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico) e di ICE (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) è stato moderato da Gianni Canova (IULM di Milano) e ha raccolto diverse voci del settore, istituzioni, associazioni di categoria, studiosi e professionisti, per discutere dell’evoluzione del settore audiovisivo e delle sue professioni, alla luce dei dati emersi dal report “Il capitale umano”, realizzato da A.S. for Cinema con il contributo del MiBACT-DG Cinema.

Incentrato sullo stato di salute del mercato del lavoro nell’industria audiovisiva e sulle dinamiche delle professioni, il report richiama l’attenzione sul ruolo fondamentale che assumono le competenze professionali, in un contesto in continuo e veloce cambiamento e dove a fare la differenza è la qualità del contenuto.
In un mercato sempre più competitivo e globalizzato, l’industria del cinema e dell’audiovisivo deve confrontarsi con i grandi player internazionali, primi fra tutti Netflix e Amazon, che ormai investono in modo significativo nella produzione di contenuti originali (si stimano investimenti per oltre 12 miliardi nel 2018 tra produzione e acquisti) e, dunque, sulla capacità dei professionisti di mantenere alto lo standard qualitativo e di soddisfare l’elevata richiesta di prodotto.
Nel nostro paese il settore audiovisivo vanta un fatturato di 11 miliardi di euro e una forza lavoro composta da circa 130mila occupati, di cui il 76% impiegato nel comparto cinema e il 24% in quello televisivo.
Se si va nel dettaglio dell’evoluzione delle professioni dal 2008 ad oggi, si evidenzia un calo della componente artistica impegnata a progetto, mentre restano piuttosto stabili l’area manageriale e quella composta da tecnici e operatori.

Nel complesso si tratta di un settore in cui si registra incertezza e poca stabilità dal punto di vista lavorativo (soprattutto sul versante cinematografico), il cui futuro quindi dipenderà fortemente dall’investimento nella formazione e nell’intercettare le esigenze professionali di cui il settore ha veramente bisogno, tra queste sicuramente figure esperte nel fundraising, nella progettazione comunitaria, nella promozione e distribuzione delle opere in Italia e all’estero, nonché figure specializzate nelle frontiere di più recente sviluppo, come il videogame e la realtà virtuale e aumentata.

Non a caso la Nuova Legge del Cinema e dell’Audiovisivo prevede due iniziative a favore della formazione e delle professioni che operano nel settore. La prima riguarda una serie di interventi per il potenziamento delle competenze nel cinema e nei media, in particolare all’interno delle scuole. Per tali azioni, previste da un protocollo d’intesa MIBACT-MIUR, verrà investito il 3% (12 milioni) del Fondo per il cinema e l’audiovisivo.
La seconda iniziativa riguarda il varo della riforma delle norme in materia di rapporti di lavoro nel settore, con un opportuno ordinamento delle professioni del cinema e dell’audiovisivo.
  
Relativamente alle professioni si è espresso il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, sottolineando la rilevanza strategica della campagna di sensibilizzazione contro la pirateria “Io faccio film”, promossa dalla Fapav. L’approccio non è quello di utilizzare la classica impostazione che porta a rendere l’utente colpevole dell’atto illegale, ma si mira a far comprendere il mondo che esiste dietro i contenuti. L’utente deve essere più consapevole del fatto che ogni atto di pirateria va a colpire tutte quei professionisti che fanno di quel contenuto la finalità del loro lavoro.
Quella della difesa dei mestieri, secondo Rutelli, deve essere allora una battaglia culturale, attuata da tutte le forze in campo, in un clima di piena collaborazione.

Il dibattito è poi proseguito sulla tematica della trasformazione dell’offerta e delle modalità di consumo. Il presidente dell’APT, Giancarlo Leone ha evidenziato come il cinema abbia ormai perso il ruolo primario che aveva in passato, a vantaggio del peso maggiore assunto invece dall’audiovisivo, in particolare con l’investimento delle grande piattaforme di distribuzione online. Inoltre la pratica del rilascio dell’intero pacchetto di puntate di un prodotto seriale su una piattaforma (il riferimento è a Netflix), porta inevitabilmente a rimettere in discussione i modelli di distribuzione tradizionali.

Su questo punto il Direttore Generale del MiBACT- DG Cinema, Nicola Borrelli, ritiene che il primo e fondamentale tassello del passaggio in sala non debba essere destinato inevitabilmente al declino, come molti ritengono: va visto piuttosto come una possibilità di vivere un’esperienza diversa dalla fruizione domestica. Da questo punto di vista occorre valorizzare l’esperienza di consumare film all’interno di una sala e fare in modo che tutti possano  raggiungerla e che al suo interno vi siano standard tecnologici adeguato.
Le ingenti risorse messe a disposizione dalla Legge per l’esercizio vanno esattamente in questa direzione. I nuovi player, invece, possono rappresentare anche e soprattutto una risorsa per il settore, proprio per l’ingente domanda di contenuti che generano. Allora, secondo Borrelli, sta al settore nel suo complesso sfruttare queste opportunità e quelle fornite dalla nuova legge per affrontare al meglio le sfide del momento.

L’ultimo intervento è stato quello di Stefania Ippoliti, presidente di Italia Film Commission, che ha ricordato l’importanza del lavoro sul territorio per rilanciare il settore audiovisivo, il più possibile in accordo con le altre parti in gioco. Italy For Movies, il nuovo portale nazionale delle location e degli incentivi per la produzione cinematografica e audiovisiva, rappresenta in questo senso un nuovo strumento e un importante passo in avanti. 

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