Toledano&Nakache: il matrimonio prendilo come viene

Dopo il successo di Quasi amici e Samba esce il 30 novembre la commedia C'est la vie-Prendila come viene: “L’humus di questa commedia è la capacità di far fronte insieme alle difficoltà impreviste"


ROMA. Quasi amici (2011) è stato uno dei più grandi successi mondiali per un film non girato in inglese, ben 281 milioni di dollari nel mondo, e la coppia registica francese Eric Toledano e Olivier Nakache ha superato in Italia quota 8 milioni di euro. Un successo inaspettato, che ha generato un remake americano, indiano, argentino, messe in scena teatrali. “Avevamo osato un film costruito intorno a un personaggio immobile su una sedia a rotelle, ma la prudenza non avrebbe pagato. In questo mestiere l’incoscienza è fondamentale per andare avanti”, dice Toledano che, sempre insieme a Nakache, ha diretto C’est la vie-Prendila come viene, in Selezione ufficiale della Festa di Roma.
La commedia, un divertente film d’ensemble, ha toccato in Francia i 2 milioni d’ingressi e nelle sale italiane arriverà il 30 novembre distribuito da Videa.

Pierre ed Elena per il loro matrimonio, in un romantico castello poco fuori Parigi, hanno scelto di affidarsi a Max (Jean-Pierre Bacri è il protagonista principale) e al suo team collaudato nell’organizzazione e gestione di un evento che vogliono sia una festa meravigliosa. Dal pomeriggio alla mattina del giorno dopo ci troviamo coinvolti in tutte le fasi frenetiche, grottesche e paradossali vissute da chi è impegnato a rendere speciale il matrimonio: camerieri, cuochi, cerimonieri, fotografi, cantanti, tutti in versione caricaturale.
Naturalmente non tutto va come programmato nel minimo dettaglio. I camerieri si rifiutano di mettere la parrucca sopra il costume del ‘700, la carne del piatto principale va a male, i fuochi d’artificio arrivano nel momento sbagliato. Tuttavia gli sposi e la madre di lui alla fine sono soddisfatti, in fondo l’imprevisto ci sta bene. E i sorrisi dello spettatore si trasformano presto in risate, specie nelle ultime sequenze.

“Il titolo originale francese è Le sens de la fête, Il senso della festa come a dire che cosa si deve fare per conservare il carattere festivo di un evento importante anche se nulla funziona – afferma Toledano – Anche in Europa, parecchie cose non vanno per il verso giusto, eppure continuiamo a cercare motivi di essere felici”.
E’ una Francia multiculturale quella che va in scena, che corre il rischio di ripiegarsi su se stessa. “L’humus di questa commedia è la capacità di far fronte insieme alle difficoltà impreviste, come l’improvvisa mancanza di corrente durante il matrimonio. La soluzione va trovata tutti insieme, senza rifugiarsi nel proprio angolo”.

Comune a entrambi i registi è l’amore per la commedia italiana degli anni ’60 e ’70. E allora lo Scola di C’eravamo tanto amati, con le belle musiche di Armando Trovajoli, o il Risi, di Profumo di donna che ha influenzato il loro film Quasi amici. “Film che parlano della società con tenerezza, emozione e generosità, che trattano i problemi con humour. E’ questo un realismo poetico che rende nobile la commedia. Come ha detto un giornalista del settimanale satirico ‘Charlie Hebdo’: la risata è l’itinerario più breve tra due persone”.

Spesso Toledano& Nakache si sono imbattuti in film che affrontano la condizione operaia con capi d’azienda arroganti e pronti a licenziare. Questa volta tocca a un piccolo imprenditore, Max, che ha rapporti d’affetto con il suo team lavorativo.
I registi non hanno mai pensato di calare la formula del film d’ensemble per raccontare il dietro le quinte, i retroscena di un set cinematografico, sono troppi infatti  i film realizzati con questa ambientazione, a cominciare da Effetto notte di François Truffaut.

Il film ha messo insieme famiglie di attori che spesso non hanno lavorato insieme e vengono da esperienze differenti, a volte opposte: volti famosi come Jean-Pierre Bacri o Suzanne Clément e interpreti del cinema d’autore o della Comédie-Française.
Decisivo per l’attrice Eye Haidara è stato il lavoro sul ritmo della scena. Non aveva mai recitato in commedie e ha scoperto quanto sia importante il senso del ritmo. “Che cosa caratterizza un buon attore? Proprio il ritmo, l’entrata corretta in scena, né in anticipo né in ritardo”, conferma Toledano.
“La difficoltà maggiore incontrata? Come chiudere un film che subito decolla, sale e poi trova una velocità di crociera. Ci siamo così affidati alla poesia e all’emozione. Ogni personaggio partecipa alla scena finale come fosse uno strumento e la musica li unisce”.

Stefano Stefanutto Rosa
30 Ottobre 2017

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