Please Stand By, autismo e sogno per Dakota Fanning

L’attrice prodigio ha presentato Please Stand By di Ben Lewin in concorso ad Alice nella Città, un film che parla di autismo e della compatibilità di questa malattia con i sogni e la ribellione


L’autismo è una malattia ma Wendy, una ragazza impiegata in un chiosco con il sogno di diventare sceneggiatrice, si ribella alla sua condizione e, soprattutto per dimostrare alla sorella e alla sua tata di essere in grado di prendere in mano la propria vita, intraprende un viaggio, fisico e personale. Dakota Fanning, oggi 23enne, sul grande schermo sin da bambina (agli esordi era accanto a Denzel Washington in Man on Fire, quindi ha affermato la sua carriera nella saga di Twilight), ha raccontato la costruzione del personaggio principale di Please Stand By, in concorso ad Alice nella città: “Soprattutto mi sono preparata incontrando delle persone giovani affette da qualche forma di autismo. Ho cercato di capire le loro vite, cosa gli interessasse, come si muovessero. Ed è stata un’esperienza importante e una parte speciale del film. Ma ammetto che anche la sceneggiatura era scritta molto bene, in grandissimo dettaglio, quindi tutti gli elementi erano precisi: il suo mondo e il modo di relazionarsi al mondo”.

Il film – una sorta di road movie intimo – rende compatibili concetti quali ribellione e sogno con il disagio.”Tutti quanti noi – dice l’attrice – siamo posti di fronte a qualche difficoltà e per Wendy in particolare la ribellione contro il mondo da cui proviene era necessaria. Quello che mi è piaciuto moltissimo è stato il suo spirito, il suo desiderio di lottare, per poi riuscire a superare difficoltà e barriere, soprattutto interiori, che Wendy riesce ad allontanare, a respingere. Questo è forse il primo personaggio che interpreto ad essere buono in modo veramente puro, con una percezione unica del mondo”.

Un film per un pubblico trasversale, seppur presentato in una sezione dedicata alle generazioni più piccole, infatti Dakota Fanning spera che: “Le persone, nel vedere questo film e il modo di fare di Wendy, possano davvero trarre qualcosa di buono da mettere in pratica”. Un’attrice grata al suo personaggio, ma anche all’opportunità di fare il proprio mestiere, nonostante molte persone abbiano il dubbio che un grande successo, come quello che l’accompagna sin da piccola, possa essere un ostacolo al vivere appieno l’infanzia e l’adolescenza. Ma lei ribatte dicendo che: “Così non è e non è stato. Amavo e ho sempre amato il mio mestiere. Un po’ mi risento quando si dice che la fama mi ha travolto, per me il successo ha avuto solo un impatto positivo: a 14 anni, per esempio, ho passato qualche mese a Hong Kong, conoscendo la cultura, viaggiando in una parte di mondo lontana, e non so quante persone possono dire di avere queste esperienze, sono grata di tutto questo”. E cosa pensa dello scandalo delle molestie a Hollywood? ”E’ un fenomeno che investe molti altri campi. E’ fondamentale parlarne, per fermare certi comportamenti ed è incredibile vedere quante persone stiano denunciando”.

Il film, nato dagli stessi produttori di Juno, è uscito nelle sale Usa il 27 ottobre. 

Nicole Bianchi
31 Ottobre 2017

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