Babylon Berlin sfida le serie tv americane

Il regista tedesco Tom Tykwer firma insieme a Henk Handloegten e Achim von Borries Babylon Berlin, la serie tv tedesca in onda il 28 novembre su Sky Atlantic HD


ROMA. Arriva con un ritardo di oltre un’ora all’appuntamento con i giornalisti ma sorridente per la buona notizia di essere stato scelto come presidente di giuria della prossima Berlinale (15/25 febbraio 2018). Il regista tedesco Tom Tykwer (Lola corre) firma insieme a Henk Handloegten Achim von Borries Babylon Berlin, la serie televisiva tedesca basata sul romanzo di successo di Volker Kutscher, “Der nasse fisch-Il pesce bagnato”, che ci porta  nelle vicende e nel clima sociale e politico degli anni della crisi della Repubblica di Weimar.
Una coproduzione internazionale di Sky e Beta Film che si compone di 16 episodi che andrà in onda il 28 novembre su Sky Atlantic HD. La serie è costata 38 milioni di euro, circa 2,4 mln. a puntata, una cifra al di sotto della media delle produzioni americane.

Attraverso lo sguardo di Gereon Rath (Volker Bruch), giovane ispettore della polizia di Colonia, in missione segreta a Berlino, ci ritroviamo proiettati nei ruggenti anni ‘20 che portarono alla Grande Depressione quando, e nei primi due episodi il ballo non manca, “si danzava sul vulcano”. Gereon indaga su un omicidio apparentemente irrisolvibile in un contesto di pornografia, corruzione e droga, intrecciando la sua esistenza con quella della giovane stenografa Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries).
E protagonista, come anticipa il titolo, è anche la Berlino del passato: capitale cosmopolita, colma di tensioni sociali, divisa tra il fermento artistico e le dure condizioni di vita. L’attenta scenografia, curata da Uli Hanisch per Studio Babelsberg, ha ricostruito le diverse anime della Berlino di quel tempo: i locali, i quartieri degradati, il lusso, il palazzo della polizia.
“Abbiamo scelto di non fermarci agli interni, ai cabaret dell’epoca ma di mostrare gli esterni della Berlino di allora. Purtroppo la città odierna dal punto di vista architettonico è un disastro, è un’accozzaglia di stili – spiega Tykwer – Così il set di Neue Berliner Straße ha ricreato cortili e strade che rappresentano le differenti classi sociali. Siamo riusciti a girare ad Alexanderplatz una domenica, chiudendo la piazza ai berlinesi e animandola con le comparse e le macchine d’epoca. Non è forse una perfetta rappresentazione di quel periodo, ma di come l’immaginiamo”.

La serie tv tedesca ha il merito di porre l’attenzione su un periodo della Germania, gli anni ’20 precedenti al nazismo, anni poco esplorati a favore del tempo del dominio del Terzo Reich. “Difficile immaginarsi il paese prima degli anni bui della nostra storia – dice Tykwer – Un paese con una straordinaria vitalità culturale, con importanti movimenti di emancipazione, e con una speranza molto forte nel futuro. Un paese che stava sperimentando la democrazia sotto l’occhio vigile del resto del mondo. C’era una fiducia utopistica in una società più aperta e impegnata, ignorando le forze che nel profondo stavano minando alla radice quello che era un sistema fragile, con l’obiettivo di tornare al passato”.

E allora Babylon Berlin più che sul nazismo, che in quel momento era un fenomeno marginale, riflette sulla depressione economica che determina degli sviluppi impensabili di una società che si riteneva stabile. “Alla fine si guarda alla fragilità della società, a ciò che tiene in vita una nuova democrazia e a quel che ne determina il crollo – afferma il regista – Si devono esplorare spazi e periodi della storia diversi del passato per cercare di capire meglio il nostro presente anche se questo può essere sconcertante. 5/10 anni fa nessuno si sarebbe mai immaginato l’attuale fragilità del sistema economico e della coesione sociale, l’elezione di un presidente USA come Trump, l’ascesa al terzo posto in Germania di un partito della destra radicale. L’analogia con gli anni ’20 c’è, perché anche allora nessuno pensava alla terribile trasformazione radicale del paese che sarebbe avvenuta di lì a poco”.

Stefano Stefanutto Rosa
02 Novembre 2017

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