Morire o non morire democristiani?

Il collettivo Il terzo segreto di satira, dopo il successo sul web e in tv con video di ironica critica sociale e politica, firma l'esordio Si muore tutti democristiani presentato ad Alice nella città


ROMA. Era il 1983, il giorno dopo il voto politico che castigava la Democrazia Cristiana, quando il quotidiano comunista ‘il manifesto’ titolò con un po’ di ottimismo. “Non moriremo democristiani”. E a questa azzeccata prima pagina rimanda il titolo Si muore tutti democristiani della divertente e ironica opera prima presentata ad Alice nella città dal collettivo Il terzo segreto di satira e in sala il 10 maggio con 01.
I lombardi Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e Davide Rossi, di età tra i 28 e i 33 anni. sono videomaker che, dal 2011, producono e pubblicano sul web e in tv video di satira sociale e politica, alcuni trasmessi da programmi e canali tv (Blob, Ballarò, Che tempo che fa, Sky Uno, L’aria che tira).

La citazione riadattata del titolo de ‘il manifesto’, ha questa volta un evidente tono pessimista. Stefano (Marco Ripoldi), Fabrizio (Massimiliano Loizzi) ed Enrico (Walter Leonardi) amici di lunga data, cresciuti con ideali di sinistra, s’arrangiano con una piccola casa di produzione e la speranza di realizzare documentari a tema sociale. L’occasione buona e ben pagata, capace di attirare nuove opportunità, arriva sotto forma di una campagna promozionale della Onlus Africando, peccato che prima di firmare il contratto il presidente dell’associazione risulti indagato per la gestione scorretta dei fondi pubblici.
Che fare? Mettere da parte quel po’ di etica di sinistra che ancora c’è nei loro cuori? Per Stefano quel lavoro significherebbe emanciparsi dal suocero proprietario di una fabbrichetta di mobili; per Enrico vivere con serenità l’arrivo del primo figlio; per Fabrizio l’abbandono di una coabitazione faticosa con un vecchio amico diventato insopportabile.
Il dilemma è evidente a tutti e tre: rifiutare il lavoro conservando quella purezza spesso esibita oppure accettare la proposta che contamina i loro principi. Che cosa decideranno i nostri eroi?

“Si muore tutti democristiani più che una constatazione è una domanda, e la risposta è ‘non per forza’. Diciamo che in buona parte si tende un po’ tutti nel tempo a convergere verso il centro – affermano all’unisono i membri del collettivo – E’ una fase della vita che prima o poi arriva, ma non è detto che non si riesca a ribaltarla con un colpo di coda finale. Accade che gli ideali per i quali ti sei battuto, cessano di essere così fondamentali e si mettono un po’ da parte”.
Il film ha un sapore autobiografico, nasce infatti da anni caratterizzati da lavori in video, precari più o meno, in quel mondo di sindacati, matrimoni, associazioni. In particolare anche i registi hanno ricevuto una proposta ambigua, simile a quella dei tre protagonisti del film, che li ha costretti a scontrarsi con pareri differenti e poi il progetto non andò in porto.
“Il film si chiede quale è la linea di demarcazione che rende accettabile o no il compromesso. Certezze non ne abbiamo, tanti dubbi sì”.

ll Terzo Segreto di Satira si è formato alla Scuole civiche di cinema di Milano e ha sempre voluto fare un film, ma si è fatto conoscere con internet perché il mezzo più veloce per autoprodursi e realizzare video di satira. “Abbiamo pensato a un film con una trama orizzontale, non a sketch, un film che possa arrivare anche a chi non conosce il  nostro progetto”.
Si è fuori strada se si considera Si muore tutti democristiani un film generazionale.
“Non racconta solo i 30enni, con i quali c’è più empatia. Si è in difficoltà anche a 50  anni, o a 20 se pensiamo allo scenario allucinante che si trovano oggi davanti i neolaureati. E’ un film che racconta più un momento, una fase”.

Non si considerano degli youtuber canonici, rivolti soprattutto ai giovanissimi; il loro pubblico, secondo le statistiche, va dai 18 in su fino agli over 65, “Abbiamo utilizzato questo mezzo perché era il più immediato senza editori, in libertà”.
Nel cast accanto a volti per la prima volta sul grande schermo, troviamo Valentina Lodovini, Francesco Mandelli, Paolo Rossi, Cochi Ponzoni. E poi un cammeo dei giornalisti Peter Gomez e Andrea Scanzi, “c’è ormai un’amicizia, avevano già partecipato ad alcuni nostri lavori precedenti, come la webserie Biografie imbarazzanti, si prestano anche perché si divertono”. 

Stefano Stefanutto Rosa
03 Novembre 2017

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