Polemiche sull’uso delle armi per ‘Il giustiziere della notte’

Esce in sala il remake a opera di Eli Roth del violentissimo classico degli anni '70 con Charles Bronson


Il giustiziere della notte è così chiaramente fascista che tutti i radicali di destra avranno un’erezione alla sola vista del trailer”, ha detto Alan Zilberman del ‘Washington Post‘ scrive su twitter. E aggiunge Scott Mendelson di ‘Forbes‘: “Non posso pensare a un’idea più sbagliata in questo momento storico del racconto di un adulto bianco che si arma e comincia a sparare”. 

Joshua Rivera su ‘GQ‘ la mette ancora di più sul politico, facendo capire come il film alla fine strizzi l’occhio a Donald Trump: “Questo film, tra codardia e opportunismo, ha in più la retorica dell’escalation criminale in un momento storico in cui rimane invece a livelli molto bassi”.

Molte polemiche accompagnano l’uscita in sala de Il giustiziere della notte, remake a opera di Eli Roth, interpretato da Bruce Willis, del classico anni ’70 di Michael Winner con Charles Bronson. Una trasposizione quasi pedissequa di quello che già era un film certamente non all’acqua di rose, con l’ingegnere e obiettore di coscienza Paul Kersey che imbraccia le armi per farsi giustizia da solo dopo l’omicidio della moglie e lo stupro della figlia dopo una rapina.

Esce l’8 marzo con Eagle Pictures, curiosamente il giorno della Festa delle Donne, dove di solito le sale sono piene di film a tema femminile, in veste impegnata o leggera. Forse questo serve ai maschi lasciati soli per una sera, a sfogare le proprie ‘frustrazioni’. Qualcuno ha anche sottolineato l’inopportunità dell’uscita a solo un mese dall’ennesima strage (quella del liceo Parkland in Florida), perché chiaramente il tema della libertà dell’uso delle armi da fuoco negli USA, oggi più politico che mai, diventa centrale. 

In verità, si tratta di un dramma action molto intenso come lo era l’originale, ma le polemiche hanno devastato l’attività stampa del film, tanto che Willis, tradizionalmente repubblicano, è stato costretto a specificare: “Le armi fanno paura, le prendo sul serio e non ci si scherza. Occorre maneggiarle con cautela, come ho già detto in passato, comunque sono per la libertà di avere un’arma, ma con responsabilità e dovute precauzioni”.

 “La mia famiglia era tutto per me e non ho saputo proteggerla” è la frase di Kersey che spiega il senso ultimo di tutta questa violenza. Oggi però si aggiunge la tecnologia, che espande a dismisura il rischio di fraintendimento ed emulazione. Kersey diventa infatti un mito grazie all’uso dei social, catturando l’attenzione dei media e della cittadinanza che si chiede chi sia questo misterioso giustiziere, come se si trattasse di un super-eroe. 

Chiaramente, anche la polizia si mette sulle sue tracce, generando conflitto e scontri all’ultimo sangue.

Andrea Guglielmino
08 Marzo 2018

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