Garrone, Rohrwacher e Golino a Cannes

In concorso "Dogman" di Matteo Garrone e "Lazzaro Felice" di Alice Rohrwacher. Nella sezione Un Certain Regard l'opera seconda di Valeria Golino "Euphoria"


Annunciato nel Concorso di Cannes 2018 Dogman di Matteo Garrone, un western urbano ispirato alle cronache sul criminale sanguinario detto “il canaro”. Il film, che esce nelle sale italiane dal 17 maggio con 01 Distribution, è ambientato in una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l’unica legge sembra essere quella del più forte. Lì un uomo piccolo e mite, Marcello (interpretato da Marcello Fonte, già visto ne L’intrusa di Leonardo Di Costanzo e Io sono tempesta di Daniele Luchetti), divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l’amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l’intero quartiere. Dopo l’ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall’esito inaspettato. “Dogman è un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti”, sottolinea il regista che torna in Concorso al festival a tre anni da Il racconto dei racconti. “Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, cercando di adattarla ai miei cambiamenti. Finalmente, un anno fa, l’incontro con il protagonista del film, Marcello Fonte, con la sua umanità, ha chiarito dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente”.

Sempre tra i titoli del Concorso Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, anche lei già al Festival con Le meraviglie (in Concorso), film per cui ha vinto il Grand Prix nel 2014 e con Corpo celeste presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2011. Tra gli interpreti, oltre a molti attori non professionisti, Nicoletta Braschi e Alba Rohrwacher che affiancano i due giovani ed esordienti protagonisti Adriano Tardioli e Luca Chikovani, cantante, musicista e youtuber. Il film racconta la storia di Lazzaro, un contadino che non ha ancora vent’anni ed è talmente buono da sembrare stupido, e Tancredi, giovane come lui, ma viziato dalla sua immaginazione. La loro è la storia di un a vera amicizia che nasce bel mezzo di trame segrete e bugie, e che attraverserà intatta il tempo che passa e le conseguenze dirompenti della fine di un Grande Inganno, portando Lazzaro nella città, enorme e vuota, alla ricerca di Tancredi. “Lazzaro felice è la storia di una piccola santità senza miracoli, senza superpoteri o effetti speciali- la definisce Alice Rohrwache r- La santità dello stare al mondo, e di non pensare male di nessuno, ma semplicemente di credere negli altri esseri umani. Racconta la possibilità della bontà, che gli uomini da sempre ignorano, ma che si ripresenta, e li interroga con un sorriso”. Il film è prodotto da Carlo Cresto-Dina per Tempesta con Rai Cinema, Amka Films Productions, Ad Vitam Production e Pola Pandora Filmproduktion .

Nella sezione Un Certain Regard l’opera seconda di Valeria Golino Euforia, con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Jasmine Trinca e Francesco Borgese. Il film racconta la storia di Matteo (Riccardo Scamarcio), un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e dove insegna alle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza lontanissime,  la vita però li obbliga a riavvicinarsi e una situazione difficile diventa per i due fratelli l’occasione per conoscersi e scoprirsi sorprendentemente uniti, in un vortice di fragilità e tenerezza, paura ed euforia. Riguardo alla genesi del film Valeria Golino, che di dice felice di tornare al Festival nella stessa sezione che aveva accolto il suo esordio alla regia Miele: “Euforia è nato nella mia mente tre anni fa ispirato da eventi che stavano succedendo nella vita vera, a persone a me care. Per questo motivo le mie sceneggiatrici, Francesca Marciano, Valia Santella e io, con la collaborazione di Walter Siti, ci siamo avvicinati alla storia con la trepidante attenzione di quando si maneggia un oggetto fragile e prezioso, ma con la consapevolezza di avere a che fare con una storia potente, lieve e profonda al tempo stesso. Un cast di attori intelligenti, consapevoli e generosi ha contribuito ad arricchire ulteriormente la complessità dei nostri personaggi”.

Tra le altre pellicole annunciate nella selezione ufficiale del festival è una coproduzione italiana (insieme a Svizzera, Città del Vaticano, Germania e Francia) il documentario che Wim Wenders ha dedicato a Papa Francesco, Pope Francis: A Man Of His Word, presentato fuori Concorso tra le Proiezioni Speciali. Un film che si prefigge di presentare l’opera di riforma del pontefice e le sue risposte riguardanti alcune questioni di livello globale, attraverso un dialogo diretto con lo spettatore. Lo è anche il film di apertura, in Concorso, Todos Los Saben di Asghar Farhadi, due volte premio Oscar con Una separazione e Il Cliente e che qui si cimenta con una pellicola girata in Spagna e coprodotta
da Spagna (Morena Films), Francia (Memento Films Production) e Italia (Lucky Red). Protagonisti Javier Bardem e Penelope Cruz, una donna che arriva da Buenos Aires con la famiglia per una celebrazione nella sua città natale. Ma quella che doveva essere una breve visita familiare viene turbata da eventi imprevisti che cambieranno le loro vite completamente.  

Svelato ieri tra i cortometraggi in gara per la Palma del corto e per i premi di Cinéfondation anche Così in terra, realizzato da un allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia, Pier Lorenzo Pisano. 

Tra le assenze italiane spicca l’esclusione del nuovo film di Paolo Sorrentino, Loro, con Toni Servillo nei panni dell’ex premier Silvio Berlusconi. Interrogato in conferenza stampa sulla scelta, il delegato generale Thierry Frémaux ha evidenziato come la selezione di quest’anno abbia, in generale, concesso un occhio di riguardo alle novità e a chi non è stato già in passato alla kermesse, “dopo tante volte che siamo stati accusati di invitare sempre gli stessi”. Ma in particolare “il film di Sorrentino ha una peculiare natura e distribuzione che ci ha messo in difficoltà, non sapevamo come presentarlo al festival. Le discussioni sono ancora in corso”. Il film esce, infatti, in due parti: la prima, Loro 1, sarà in sala con Universal Pictures dal 24 aprile, quindi prima del Festival di Cannes, mentre la seconda Loro 2 dovrebbe essere nei cinema italiani dal 10 maggio.

 

Carmen Diotaiuti
12 Aprile 2018

Cannes 2018

Cannes 2018

Quinzaine: la squadra di Paolo Moretti

Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.

Cannes 2018

I film di Cannes a Roma e nel Lazio, 6/10 giugno

Le vie del cinema da Cannes a Roma e in Regione si volgerà al cinema Eden e Giulio Cesare. Alcune repliche previste anche al cinema Palma di Trevignano e al multisala Oxer di Latina

Cannes 2018

Due storie femminili per Teodora

Teodora Film distribuirà in Italia Girl di Lukas Dhont e Woman at war di Benedikt Erlingsson. Il primo, presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Camera d’Or, mentre Woman at War è stato presentato alla Semaine e ha convinto la stampa internazionale

Cannes 2018

Verdetto equilibrato, Italia sugli scudi

Doppio premio per l'Italia, che esce benissimo da questo 71° Festival di Cannes: all'attivo, oltre ai premi a Marcello Fonte e Alice Rohrwacher anche quello a Gianni Zanasi e al documentario La strada dai Samouni di Stefano Savona. La giuria di Cate Blanchett ha schivato le trappole del gender firmando un verdetto sostanzialmente condivisibile


Ultimi aggiornamenti